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MOLTO RUMORE PER NULLA - regia Loredana Scaramella

“Molto rumore per nulla”, regia Loredana Scaramella “Molto rumore per nulla”, regia Loredana Scaramella

di William Shakespeare
Regia: Loredana Scaramella
Traduzione e adattamento: Loredana Scaramella e Mauro Santopietro
INTERPRETI ( in ordine alfabetico )
Margherita: Lara Balbo
Claudio: Fausto Cabra
Ero: Mimosa Campironi
Don Pedro: Federigo Ceci
Seconda Guardia: Jacopo Crovella
Frate Francesco / Sorba: Diego Facciotti
Borracio : Alessandro Federico
Antonio / Giudice: Roberto Mantovan
Leonato : Maurizio Marchetti
Don Juan : Matteo Milani
Beatrice : Barbara Moselli
Corrado : Ivan Olivieri
Orsola : Loredana Piedimonte
Corniolo / Baldassarre : Carlo Ragone
Benedetto : Mauro Santopietro
Prima guardia : Federico Tolardo

MUSICHE ESEGUITE DAL VIVO
Trio : William Kemp, Percussioni : Michele Di Paolo,
Mandolino : Luca Mereu, Chitarra : Antonio Pappadà
REGIA Loredana Scaramella
MAESTRO MOVIMENTI DI SCENA Alberto Bellandi
AIUTO REGIA Ivan Olivieri – Francesca Cioci
MUSICHE Stefano Fresi
COSTUMI Susanna Proietti
DIREZIONE TECNICA Stefano Cianfichi
DISEGNO LUCI Umile Vainieri
DISEGNO AUDIO Franco Patimo
Silvano Toti Globe Theatre a Villa Borghese dal 27 Giugno al 15 Luglio 2018

www.Sipario.it, 28 giugno 2018

Si apre la stagione al Silvano Toti Globe Theatre di Villa Borghese con una delle opere shakespeariane più belle: Molto rumore per nulla per la regia di Loredana Scaramella.
S'immagini una situazione dove, per un istante, l'autore abbia vagheggiato di sospendere il tempo. Tutti gli avvenimenti: guerre, pestilenze, rancori e dolori – anche se per pochi attimi – sono banditi. Un regno simile, si dirà, può essere solo il teatro. E cos'è Molto rumore per nulla se non la magia del fare spettacolo che per incanto è scesa fra la vita di tutti noi, giungendo alla locanda di Leonato dove un esercito guidato da don Pedro decide di sostare un mese? E proprio qui, dove pare vi sia nulla a rammentare le brutture del mondo, si sviluppa il fenomeno di quello che Jan Kott chiama il grande meccanismo shakespeariano. La capacità, cioè, da parte dei personaggi d'innescare un processo del quale non sapranno gli esiti. Come che sia, essi potrebbero diventarne ignare vittime o destinatari di gioie e doni propizi. Qui il grande meccanismo attivato è quello della storia d'amore fra Benedetto e Beatrice, che si credono l'uno all'opposto dell'altra, mentre invece scopriranno d'avere in comune molto più di quanto immaginino. Non dimentico che il teatro è il regno del verosimile, Shakespeare non poteva bandire la presenza del male. E nel meccanismo ecco inserirsi l'azione meschina e crudele di don Juan – fratello di don Pedro –, tutta protesa a distruggere l'amore nato fra due giovani puri: Claudio ed Ero (la figlia di Leonato).
Dove condurrà i personaggi questa ideale botte delle risate? Certamente verso il lieto fine. Perché le cospirazioni di don Juan saranno scoperte, il matrimonio fra Ero e Claudio celebrato assieme a quello di Benedetto e Beatrice. Il grande meccanismo ha concluso il suo giro. Tutto torna alla bieca quotidianità. Ma prima che ciò accada, Shakespeare salvaguarda il regno della poesia facendo calare il sipario su un mondo quasi perfetto.
Si nota come la regia di Loredana Scaramella sia impostata sul criterio del grande meccanismo. Tutti – regista e interpreti – si affidano al poeta senza sapere dove verranno condotti né cosa potrà mai accadere. Ma lo fanno con costante misura e riguardo delle parti. Rispetto all'originale, da una storica Messina si è qui passati nel Salento con le sue musiche vispe e trascinanti.
Notevoli le prove attoriali di Barbara Moselli (Beatrice) e Mauro Santopietro (Benedetto), che fra ammicchi, capriole e ironia verso i loro personaggi regalano al pubblico straordinari momenti di ilarità.
In alcuni punti, forse, s'è un tantino esagerato sugli aspetti comici della tragicommedia di Shakespeare. E tuttavia anche queste lievi stonature son risultate gradevoli, perché – ed è uno dei pregi della regia di Loredana Scaramella – ha saputo creare il giusto contrappunto con una scenografia volutamente composta da minimi elementi che, in virtù delle doti funamboliche degli interpreti, ha assunto le sembianze d'un regno delle meraviglie.

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Giovedì, 28 Giugno 2018 18:07

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