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LA FORMA DELLE COSE - regia Marta Cortellazzo Wiel

“La forma delle cose”, regia Marta Cortellazzo Wiel. Foto Luigi De Palma “La forma delle cose”, regia Marta Cortellazzo Wiel. Foto Luigi De Palma

di Neil LaBute
traduzione Masolino d’Amico
con Christian Di Filippo, Celeste Gugliandolo, Marcello Spinetta, Beatrice Vecchione
regia Marta Cortellazzo Wiel
scene e costumi Anna Varaldo luci Alessandro Verazzi suono Filippo Conti
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Teatro Gobetti Torino debutto nazionale dal 7 al 19 gennaio 2025

www.Sipario.it, 12 gennaio 2025

Con un picco di luminosità si chiude, metaforicamente, il sipario. La battuta è rimasta in gola, ma non ha importanza il preciso e unico istante di umanità. La forma delle cose di Neil LaBute è un dramma feroce che scopre via via livelli più taglienti fino alla rivelazione finale, inaspettata. Bravi il quartetto di attrici e attori e la giovane regista, che ha cesellato il lavoro sulla disponibilità e malleabilità degli interpreti, quasi senza apparire, con il gusto di guardare e indurre a osservare ma senza mostrarsi. Cortellazzo Wiel ha scelto e diretto una pièce americana mai vista in Italia, ponderosa di strati e di sfaccettature, nell’apparente svolgersi di una doppia relazione di coppia, per giunta etero. Niente di strano. E invece. La regia si insinua con garbo, così un dialogo intervallato a quattro in contemporanea sembrerebbe da copione, invece non è. E’ da regia. Semplice e potente. Adam, Evelyn, Jenny, Philip. Una coppia nuova, un ragazzo che cambia per compiacere, una coppia solida in procinto di sposarsi. Poi succedono cose e le fondamenta scricchiolano. Amicizie radicate, estirpate con vaga malignità. Capita a tutti nella vita di essere indirizzati più o meno chiaramente, forse capita sempre, forse non c’è scampo e siamo comunque schiavi del volere altrui. Forse il libero arbitrio è una chimera. La pièce è una lente di ingrandimento sui rapporti tra esseri umani, sull’immancabile percentuale di violenza e sopruso, talvolta bilanciata da dolcezza e comprensione, talaltra no. E succede che le persone, alla stregua di cavie animali, siano manipolate. Condotte per mano, ancorché adulte, verso delle scelte. A ben guardare, o semplicemente a guardarsi intorno, succede inesorabilmente sempre, in ogni palcoscenico della vita quotidiana. In un negozio. Sul tram. LaBute ho esaminato il circostante con attenzione certosina e ha spremuto un concentrato di elementi, ruvidi, ma importanti. Ed è un bel merito averli rappresentati. Recitandoli bene, per conquistare un pubblico, che gratifica il lavoro con un plauso sentito e compatto. 

Maura Sesia 

Ultima modifica il Lunedì, 13 Gennaio 2025 21:33

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