di Neil LaBute
traduzione Masolino d’Amico
con Christian Di Filippo, Celeste Gugliandolo, Marcello Spinetta, Beatrice Vecchione
regia Marta Cortellazzo Wiel
scene e costumi Anna Varaldo luci Alessandro Verazzi suono Filippo Conti
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Teatro Gobetti Torino debutto nazionale dal 7 al 19 gennaio 2025
Con un picco di luminosità si chiude, metaforicamente, il sipario. La battuta è rimasta in gola, ma non ha importanza il preciso e unico istante di umanità. La forma delle cose di Neil LaBute è un dramma feroce che scopre via via livelli più taglienti fino alla rivelazione finale, inaspettata. Bravi il quartetto di attrici e attori e la giovane regista, che ha cesellato il lavoro sulla disponibilità e malleabilità degli interpreti, quasi senza apparire, con il gusto di guardare e indurre a osservare ma senza mostrarsi. Cortellazzo Wiel ha scelto e diretto una pièce americana mai vista in Italia, ponderosa di strati e di sfaccettature, nell’apparente svolgersi di una doppia relazione di coppia, per giunta etero. Niente di strano. E invece. La regia si insinua con garbo, così un dialogo intervallato a quattro in contemporanea sembrerebbe da copione, invece non è. E’ da regia. Semplice e potente. Adam, Evelyn, Jenny, Philip. Una coppia nuova, un ragazzo che cambia per compiacere, una coppia solida in procinto di sposarsi. Poi succedono cose e le fondamenta scricchiolano. Amicizie radicate, estirpate con vaga malignità. Capita a tutti nella vita di essere indirizzati più o meno chiaramente, forse capita sempre, forse non c’è scampo e siamo comunque schiavi del volere altrui. Forse il libero arbitrio è una chimera. La pièce è una lente di ingrandimento sui rapporti tra esseri umani, sull’immancabile percentuale di violenza e sopruso, talvolta bilanciata da dolcezza e comprensione, talaltra no. E succede che le persone, alla stregua di cavie animali, siano manipolate. Condotte per mano, ancorché adulte, verso delle scelte. A ben guardare, o semplicemente a guardarsi intorno, succede inesorabilmente sempre, in ogni palcoscenico della vita quotidiana. In un negozio. Sul tram. LaBute ho esaminato il circostante con attenzione certosina e ha spremuto un concentrato di elementi, ruvidi, ma importanti. Ed è un bel merito averli rappresentati. Recitandoli bene, per conquistare un pubblico, che gratifica il lavoro con un plauso sentito e compatto. Maura Sesia