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LAVALI COL FUOCO! - regia Aurelio Gatti

"Lavali col fuoco!", regia Aurelio Gatti "Lavali col fuoco!", regia Aurelio Gatti

Cantata semiseria
drammaturgia Aurelio Gatti e Mario Brancaccio
con Mario Brancaccio, Simona Esposito, Lello Giulivo, Maurizio Murano, Anna Spagnuolo, Patrizia Spinosi
musica dal vivo Michele Bonè
costumi Maria Pennacchio
assistente Roberta Esposito
regia Aurelio Gatti

produzione NMagica Sas in collaborazione con MDA Produzioni, Teatri di Pietra, Gruppodel'79

Napoli, Teatro Elicantropo dal 5 al 8 ottobre 2017

www.Sipario.it, 6 ottobre 2017

Uno spettacolo corale che è nello stesso tempo grido disperato e sberleffo ironico. Una festa di coreografie e canti coinvolgenti, che ha però il sapore amaro di una riflessione sulla vita: i corpi ondeggiano e le voci si levano in un unicum che erutta come un vulcano e arriva fino al pubblico scatenando emozioni contrastanti. Ecco Lavali col fuoco!, spettacolo scritto da Aurelio Gatti e Mario Brancaccio (per la regia dello stesso Gatti), opera prima del Gruppodel'79, al debutto presso il Teatro Elicantropo di Napoli.

L'idea per questa pièce, in cui prosa e musica si incontrano e si abbracciano anelando l'una all'altra, viene da un'intervista di Antonio Ghirelli a Pier Paolo Pasolini durante le riprese napoletane del Decameron: «Napoli è stata una grande capitale, centro di una particolare civiltà, ma strano, ciò che conta non è questo. Io so questo: che i napoletani oggi sono una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg o i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso, in quanto tale, senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte, di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quella che chiamiamo la storia o altrimenti la modernità». E appunto l'estinguersi sembra essere tema cardine dello spettacolo: il rischio di scomparire nel nulla che accomuna una città attraversata da mille contraddizioni e un'arte come il teatro, continuamente minacciato dal progresso e dall'avanzare del tempo.

Il sipario si alza su un gruppo di attori smarriti in una notte senza alcuna illuminazione, né riferimento; una dimensione tanto confusa, che non si è nemmeno sicuri sia notte o limbo, oblio. Questi guitti, un po' vagabondi e un po' mendicanti, si arrabattano, si azzuffano, litigano ma poi fanno la pace, pur di non dividersi rimanendo soli; cantano e fanno quel che possono senza mai rassegnarsi a sparire insieme alla propria arte. Il teatro, il solo che conoscano, esiste ancora oppure è già passato? Loro sono morti, oppure hanno un orizzonte verso cui dirigersi?

La duplice natura di Lavali col fuoco ben si esprime nella scelta del repertorio musicale eseguito dagli attori: pezzi famosi e cari al pubblico, da Lacrime napulitane di Libero Bovio a Torna a Surriento, fino ad altri brani del repertorio macchiettistico partenopeo. Frammenti di canzoni e testi dei grandi autori, rivisitati in un mosaico dalle tinte originali.

Presentato da Magica Sas in collaborazione con MDA Produzioni, Teatri di Pietra e Gruppodel'79, Lavali col fuoco! è interpretato da Mario Brancaccio, Simona Esposito, Lello Giulivo, Maurizio Murano, Anna Spagnuolo, Patrizia Spinosi. Un gruppo di interpreti appassionati e dotati vocalmente, accompagnati dalla musica dal vivo di Michele Bonè.

Assistendo alla rappresentazione Lavali col fuoco! – espressione evocativa del disprezzo rivolto alla "tribù" di napoletani da parte di tanti cittadini del nord Italia come del sud, per esempio allo stadio – si ride moltissimo, ma si medita anche in modo malinconico sulla caducità dell'esistenza; sulla precarietà dell'attore che, più in generale, attanaglia l'essere umano. Una questione importante, ma su cui forse, nella parte finale del testo, si indugia eccessivamente e che la sera della prima il regista Gatti ha ulteriormente dilatato in un discorso finale, sugli applausi del pubblico.

Giovanni Luca Montanino

Ultima modifica il Venerdì, 06 Ottobre 2017 21:43

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