(Sleuth)
di Anthony Shaffer
Regia di Glauco Mauri
Scene di Giuliano Spinelli
Costumi di Simona Morresi
Musiche di Germano Mazzocchetti
Con Glauco Mauri, Roberto Sturno
Produzione: Compagnia Mauri-Sturno
Sicilia 2010
MESSINA (gi.gi.).- Ha una storia ricca di successi Sleuth di Anthony Shaffer, che da noi può tradursi con "segugio" o "detective". Dopo il debutto a Londra nel 1970 riceve il Premio "Award" come migliore commedia dell'anno e resta in scena per 8 anni, mentre a mentre a Broadway le repliche vanno avanti per 4 anni di seguito. Dal "thriller psicologico" si realizzano due film: il primo col titolo Gli insospettabili è diretto nel 1972 da Mankiewicz con un fior d'attori come la coppia Olivier-Caine: il secondo nel 2007 con la regia di Kenneth Branagh porta la firma nella sceneggiatura nientemeno che di Harold Pinter. Da noi in Italia è la coppia Tedeschi-Dorelli a portarlo sulle scene nel 1997 col titolo Oplà..noi ci ammazziamo. Adesso il lavoro, diretto e interpretato da Glauco Mauri con Roberto Sturno, s'intitola L'inganno. E' una sorta di gioco al massacro tra due protagonisti che lottano per la stessa donna. Quella che è sul punto di abbandonare il noto scrittore di gialli Andrew Wyke (Mauri) e mettersi con un parvenu, agente turistico e aspirante attore d'origini italiane, tale Milo Tindle o Tindolini (Sturno). Nel primo tempo Mauri convoca nel suo lussuoso appartamento Sturno rivelandogli che non sta facendo un grande acquisto perché la moglie è una spendacciona che ama il denaro e le ricchezze e gli propone, per potere mantenere quel tenore di vita, di rubare i gioielli della donna che lui tiene in cassaforte, rivenderli ad un ricettatore affidato ricavando un milione di sterline, mentre lui intascherebbe i soldi dell'assicurazione. Detto fatto. Lo scrittore fa travestire da clown il suo rivale e con la sua regia il colpo va in porto. Adesso può eliminarlo come vorrà e giustificarsi con la polizia che lui ha ammazzato semplicemente un ladro. Parte un colpo di pistola e il clown cade a terra stecchito. Nel secondo tempo appare in quell'appartamento un ispettore di polizia che pare conosca a perfezione come si siano svolti i fatti. Lo scrittore si difende dicendo che le pallottole erano a salve e che lui non ha ammazzato nessuno. E' alle strette, fregato, ma perderà lo stesso questo round perché l'antagonista togliendosi quella maschera da poliziotto gli ha dimostrato che anche lui può giocare pesantemente. L'incontro-scontro va ancora avanti e non finirà pari e patta perché il vincitore e il vinto rimarrà incerto anche quando calerà il sipario con lo sghignazzo d'un pupazzo-marinaio meccanico. E' superfluo dire quanto Glauco Mauri e Roberto Sturno siano bravi nei loro ruoli, sfoderando di continuo un grandissimo talento scenico nel cambiare continuamente viso e registro vocale. Applausi calorosi alla fine e repliche sino a domenica pomeriggio al Vittorio Emanuele per questo spettacolo che conclude la stagione di prosa.
Gigi Giacobbe