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IL POETA E LA SUA DIVA - regia Tommaso Mattei

Alessandro Preziosi e Carlo Guaitoli in "Il Poeta e la sua Diva", regia Tommaso Mattei Alessandro Preziosi e Carlo Guaitoli in "Il Poeta e la sua Diva", regia Tommaso Mattei

drammaturgia Giordano Bruno Guerri, Maria Pia Pagani
con Alessandro Preziosi
pianoforte live Carlo Guaitoli
regia Tommaso Mattei
produzione Pato srl in collaborazione con TSV Teatro Nazionale 
nell’ambito del progetto speciale del Ministero della Cultura DonnaDuse
Festival di Teatro Classico Mythos, di Tema Cultura, quarta edizione
Treviso, teatro Mario Del Monaco, 21 gennaio 2025

www.Sipario.it, 23 gennaio 2025

E’ un Alessandro Preziosi in piena forma quello visto pochi giorni fa a Treviso, ne Il Poeta e la sua Diva, testo con la drammaturgia firmata da Giordano Bruno Guerri e Maria Pia Pagani, entrambi grandi studiosi, conoscitori delle vite di Gabriele D’Annunzio e di Eleonora Duse. Esistenze così incrociate, avviluppanti, sommessamente estasianti, ed estetiche nella loro parabola sia sentimentale che professionale. Uno spettacolo molto applaudito, che grazie alla regia di Tommaso Mattei così precisa, puntuale, ritagliata sull’attore, e al sapiente contributo di Carlo Guaitoli al pianoforte, davvero un Maestro musicale eccelso, ha richiamato nel teatro trevigiano il sold out, che dunque va a premiare il grande lavoro svolto da tutti loro. Preziosi, leggio e microfono, elegante di mise e pure nella messa in scena di Treviso, al teatro Mario Del Monaco racconta il Vate e, appunto, la sua Musa, a partire dalla notizia della sua morte e andando a ritroso nel tempo. Si sviluppa agli spettatori così il loro rapporto di lavoro ma soprattutto sentimentale, anzi, di Lavoro, visto che la Divina tanto ci teneva a tenere la propria professione sotto un’ala dorata di grandissimo rispetto e amore. Ne vien fuori uno spaccato di quell’epoca e di quei personaggi, così mirabilmente sospesi nel loro vivere, in una Cultura di inizio Novecento che si stava affermando grazie a ingegno, estro, passione, cosa che il testo trasmette immediatamente, che il regista Mattei e l’interpretazione di Preziosi e quella musicale di Guaitoli rafforzano con grande stile e tanta eleganza. L’attore legge le missive che D’Annunzio e la Duse si scambiavano, tra slanci amorosi e passionali e senza mancare delle frecciatine ironiche che i due si rivolgevano, quasi a voler svelare la più pura identità di entrambi, esseri umani alle prese con quella loro quotidianità. Che, naturalmente, era fatta di successi teatrali da un lato (ricordiamo ancora il Lavoro, con l’iniziale maiuscola, della Duse) e le scorribande patriottiche di D’Annunzio, comunque inglobate nell’altissima Arte professionalmente seduttiva, dell’alta prosa e dell’alta poesia che sempre entusiasma a sentirsi. Tutto partendo da un’atmosfera lunare e una musica melanconica, tributo esaltante a due veri protagonisti della loro epoca e destinati a rimanere indimenticabili. L’epistolario di entrambi, i loro malumori e le sofferenze, le emozioni provate contribuiscono a dare immagine piena dei due, e di quel contesto storico anche contraddittorio, con slanci estremi, vita estrema. Scambi letterari che si posano, tra le altre cose, sull’idea nemmeno tanto velata di ripensare a un nuovo teatro innovativo, dal repertorio diverso, amplificato in onore di Eleonora, la vera Divina dell’Arte Teatrale. Rarefatto e dolente è lo scambio di lettere, con la musica di Guaitoli (sono molte le sue composizioni, e altrettanti brani noti che vanno da Bach a Keith Jarreth alla Furtiva Lacrima richiamante Donizzetti e Claudio Villa). L’amore per la Duse esce commovente e da lei è più che ricambiato, ma traspare anche l’ironia propria del Vate, e un rapporto tormentato e forte che li coinvolgerà con una piena. Tremor e malinconia, ardite speranze e vissute realtà, D’Annunzio e la Duse fondano un sodalizio di Lavoro anch’esso tormentato, a volte divisorio, imprigionato e giunto ai giorni nostri così, in qualche modo ammaliante e al tempo stesso dal disarcionato destino. Era un segno, che doveva succedere, come il fatto che la loro Arte stessa sia rimasta rafforzata e altisonante e trasmessa nei tempi. Alessandro Preziosi porta gli spettatori in un viaggio vitale e doloroso, pregno di trasporto, in cui Eleonora diventa Ghisola ed Ermione, attraversando il percorso decennale di lei e di D’Annunzio con raffinatezza, verità. Lo spettacolo funziona molto bene grazie al fatto che tutti sono allineati, dall’intensità e dall’ironia dell’attore al musicista Carlo Guaitoli, sempre eccezionale quando siede al pianoforte, dal testo, dalla regia di Mattei. Tanta bellezza, insomma.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Giovedì, 06 Febbraio 2025 07:05

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