martedì, 14 gennaio, 2025
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ILLUSIONE CONIUGALE (L') - regia Stefano Artissunch

"L'illusione coniugale", regia Stefano Artissunch. Foto Ignacio Maria Coccia "L'illusione coniugale", regia Stefano Artissunch. Foto Ignacio Maria Coccia

di Eric Assous
traduzione di Giulia Serafini
con Rosita Celentano, Attilio Fontana, Stefano Artissunch
ideazione scenica e disegno luci Stefano Artissunch
scene Giuseppe Cordivani
costumi Emiliano Sicuro
assistente alla regia Lorenzo Artisssunch
regia Stefano Artissunch
distribuzione e produzione Danila Celani per Synergie Arte Teatro
Castelfranco Veneto, teatro Accademico 3 dicembre 2024

www.Sipario.it, 4 dicembre 2024

Cos’è veramente il tradimento? Quello tra persone e, nello specifico, tra coniugi. Volendo il tema è quanto meno da approfondire per la sua variegatissima gamma di sfumature, e per i punti di vista diversi di ognuno. Poi, per la natura in sé dello stesso, condannato cattolicamente e tollerato (con una o più maschere) altrove. Nella commedia di Eric Assous, vista all’Accademico di Castelfranco, teatro raffinatamente ottocentesco, nella stagione Arteven, la questione è trattata con piacevole divertimento e un tocco delicatamente ironico (ma anche riflessivo, non sottovalutiamolo) dal regista Stefano Artissunch, anche sul palco coi compagni Rosita Celentano e Attilio Fontana. L’autore non è nuovo a testi che girano attorno a tematiche esistenziali, e di coppia, con qualche specialità nei conflitti. Se si pensa a una coppia non ci si mette poi molto anche a dire tre, l’agguato per così dire c’è sempre, come nel caso dei due coniugi Giovanna e Massimo. Quel che si discute poi non è tanto l’idea del tradire, ma quella di non saper riuscire a parlarsi, del confrontarsi. E così, in questo teatro di parola contemporaneo francese, spuntano oltre alle corna (uno per tutti e tutti per uno) dinamiche di pseudoverità raccontate a vicenda, dove uno mette alla prova l’altro, e dove prima o poi  subentra, o potrebbe farlo, il terzo elemento. Che in questo caso, nei dubbi amletici di Massimo, è l’amico Claudio, con cui Giovanna spesso e volentieri gioca a tennis. Alle dodici frequentazioni ammesse da Massimo in un gioco perverso di confessioni si risale a una, due considerando un rapporto con lo stesso sesso, di Giovanna, il tutto in una scena dove il rosso fuoco primeggia, a scaldare il cuore e qualcos’altro (ottima l’ideazione del regista Artissunch, sapiente nel dosare elementi di richiamo come la stessa, e la vetrata con le ombre danzanti). Poi, un pranzo che dovrebbe esserci e non c’è, in quanto il povero Claudio (Stefano Artissunch, dosato e sornione, ma anche esterrefatto) subisce l’incalzare dei sospetti di Claudio (Attilio Fontana), e il godersi della scena da parte di Giovanna (una fluidamente sciolta e valida Rosita Celentano). Ma è davvero Claudio quello che ha goduto delle grazie della bella Giovanna? Intanto il pranzo non si fa, e l’insistenza per smascherarlo, perché lui stesso ammetta il tradimento ai danni dell’amico aumenta. E’ un arzigogolare divertente e puntiglioso tra i tre, con massime sulla felicità, il lavoro, la vita privata di ognuno. Quando Claudio, vedendo il banchetto che si allontana, vuole andarsene lasciando la coppia alle prese coi propri problemi, è Massimo a dichiarargli Ma si tratta di te, ti sto aiutando a liberarti, convintissimo della sua colpevolezza. Quello che sembra un dialogo a tre soffocato da mille pensieri è invece un trattato sulla difficoltà del parlarsi, e la parte del leone chi può farla se non una donna, nettamente più scaltra e arguta dei maschietti? Assous confeziona un testo tra peripezie verbali e sospensioni, piccole ammissioni e indecisioni sul dire e fare, dove le carte si mescolano come in un gioco tra il serio e il faceto, e dove tutto può succedere. A far da colonna sonora, gradevoli musiche sottofondo, e qualche canzone che dà man forte alla situazione, come Storia d’amore, di Adriano Celentano, Ed io tra di voi, di Aznavour e Falling in love, sublime e indicativa. Tutto vien discusso e tutto resta aperto a ogni immaginazione, come flash nelle teste dei tre protagonisti. Una girandola continua, anche naturalmente solo tra la coppia, appena Claudio se ne va. Andata e ritorno dei dubbi e dei conflitti, insomma. Stefano Artissunch come sa molto bene fare anche stavolta indovina testo e messa in scena, prodotto da Synergie Arte Teatro, e la cosa è apprezzata dal pubblico che tributa grandi applausi alla compagnia dopo aver molto riso. Sempre all’insegna che ciò che si vede è ciò che si compie, nel bene e nel male. C’est la vie, non vorremmo mica prenderla sempre troppo seriamente, no?

Francesco Bettin

Ultima modifica il Lunedì, 09 Dicembre 2024 12:11

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