Sotterraneo
Creazione Sotterraneo
ideazione e regia Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa
con Flavia Comi, Davide Fasano, Fabio Mascagni, Radu Murarasu, Cristiana Tramparulo
scrittura Daniele Villa
luci Marco Santambrogio
abiti di scena Ettore Lombardi
suoni Simone Arganini
coreografie Giulio Santolini
oggetti di scena Eva Sgrò
tecnica Monica Bosso
produzione Teatro Metastasio di Prato, Sotterraneo, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
con il sostegno di Centrale Fies / Passo Nord
residenze artistiche Centro di Residenza della Toscana (Fondazione Armunia Castiglioncello – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro), La Corte Ospitale, Centrale Fies / Passo Nord
FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI
In scena: Teatro Astra, Torino 15 - 16 ottobre 2024
Uno spettacolo che illumina «la notte della civiltà»: ironico, intelligente e brillante. Eppure, chi scrive all'uscita dal teatro è abbracciato da una strana malinconia; ha come il cuore spezzato. Un tramestio di emozioni è l'effetto innescato da Il fuoco era la cura, spettacolo della compagnia Sotterraneo: tra gli appuntamenti più attesi del Festival delle Colline Torinesi, ospitato dal Teatro Astra-Fondazione Teatro Piemonte di Torino. L'ideazione e la regia di Sara Bonaventura, Claudio Cirri e Daniele Villa prendono le mosse dal romanzo di Ray Bradbury Fahrenheit 451 e strizzano l'occhio alla celebre trasposizione cinematografica diretta da Francois Truffaut nel 1966. Tuttavia, il pubblico della compagnia Sotterraneo è da subito spronato a mollare le categorie (del distopico, del fantascientifico) e gli schemi precostituiti: il racconto - affidato agli interpreti più che energici e generosi Flavia Comi, Davide Fasano, Fabio Mascagni, Radu Murarasu, Cristiana Tramparulo - si prende gioco delle citazioni dotte, dei pensieri filosofici, delle riflessioni ontologiche, ma non rinuncia a riflessioni (polemiche, nel senso migliore e vivace dell'espressione) sull'impoverimento (meglio, forse, imbarbarimento) culturale e sul torpore indotto nelle coscienze; sul definitivo crepuscolo del senso della collettività e di un'erudizione critica; sulla repressione “dolce”, narcolettica e indolore della politica, sui meccanismi ovattati e invisibili di controllo. Flavia, Davide, Fabio, Radu e Cristiana aprono la pièce intenti a memorizzare - come i famosi clandestini del futuro, chiamati book people - tomi di narrativa, saggistica, teatro e poesia, per preservare strenuamente la memoria dei libri: in realtà, per titanica che sembri l'impresa mnemonica, gli interpreti in scena fanno molto di più; recitano in voci e corpi (comunicando tensioni e nevrosi attraverso gesti e movimenti), cantano addirittura; si mettono in gioco, fanno venire la voglia di raggiungerli in palcoscenico, di partecipare alla loro danza, alla loro lotta. Flavia, Davide, Fabio, Radu e Cristiana stessi sono la scenografia dello spettacolo: le movenze, coreografie, quadri plastici, accompagnati da una colonna sonora molto evocativa (da cui non si può che rimanere coinvolti). Gli interpreti sono pompieri e automi servi del potere – esecutori di cieche e spietate strategie di annichilimento –, sono pagliacci, personaggi caricaturali, ma anche membri del coro di una tragedia, che richiama l’attenzione su temi brucianti e su pietre di scandalo; incenerimenti che la storia ripropone in modo ciclico. Con un linguaggio diretto, gli attori accompagnano il pubblico in un’esperienza che è anche metateatro, “sfottendo” la loro stessa messinscena: cosa c’è di più geniale, per un gruppo di talentuosi, dell’auto ironia? Per concludere: il titolo, Il fuoco era la cura, rimanda all’idea del fuoco come forza distruttiva e rigeneratrice. Il fuoco brucia ciò che è malato o vecchio, ma nello stesso tempo offre la possibilità di una rinascita, di un nuovo inizio. Se con l’espressione nuovo inizio si allude anche a un modo originale di concepire le riscritture e le trasposizioni in palcoscenico, la compagnia Sotterraneo appaga le aspettative e, oltre a questo, sorprende. Giovanni Luca Montanino