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HYBRIS – regia Flavia Mastrella e Antonio Rezza

"Hybris", regia Flavia Mastrella e Antonio Rezza. Foto Annalisa Gonnella "Hybris", regia Flavia Mastrella e Antonio Rezza. Foto Annalisa Gonnella

di Flavia Mastrella, Antonio Rezza

con Antonio Rezza

e con Ivan Bellavista, Manolo Muoio, Chiara Perrini, Enzo Di Norscia, Antonella Rizzo, Daniele Cavaioli
e
con la partecipazione straordinaria di Maria Grazia Sughi
(mai)
scritto da Antonio Rezza

habitat Flavia Mastrella

assistente alla creazione Massimo Camilli
luci e tecnica  Daria Grispino

macchinista Andrea Zanarini

organizzazione generale Marta Gagliardi Stefania Saltarelli

produzione RezzaMastrella, La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello, Teatro di Sardegna

coproduzione Spoleto, Festival dei Due Mondi
ufficio stampa Chiara Crupi – Artinconnessione
Roma, Teatro Vascello 22 dicembre 2022

www.Sipario.it, 23 dicembre 2022

Erano le otto e tre quarti. Erano. A inizio spettacolo non lo sono più. Perché se fossero, non sarebbero state. E io, nella modestia che non mi contraddistingue, chiaramente fossi. Il mostro teatrale a due teste RezzaMastrella bussa da dentro alla numerosa folla di voyeurs, che, fuori dal Teatro Vascello di Roma, non ha ancora capito dove si trovi, perché lo spazio che ingombra è nascosto dai piedi. Bussa Antonio Rezza agli sconosciuti in platea e sulla scena, occupanti occupati a seguire la bussola arrogantemente collaudata di un testo (mai) scritto. In questa pièce le parole non servono a fare spettacolo, perché non sono serve, appunto, non sono in servizio. Regnano, piuttosto, nel ritmo infallibile di Antonio Rezza. “Quando domina il silenzio, le cose si mettono a posto da sé”, per questo il flusso verbale che zampilla per 75 minuti (quasi interrotti) è creatore di caos che si ripete per accumulazioni di improvvisazioni giullaresche. Spaesati e in attesa di riferimento, i fantocci in platea non sono diversi da quelli sulla scena, perché solo il riccio minstrel lombardo (re)sta in un punto e sa di esserci. “Quando so le cose, tendo a primeggiare”. Ed è questo il momento in cui Rezza stabilisce dei confini casuali per finta, di un caos che per finta, fintamente finge di non avere una struttura studiata al dettaglio. Per finta, fintamente, il senso dello spettacolo non esiste, perché se fingesse di esserci, non ci sarebbe, ma in questo caso finge di fingere di non esserci, non correndo mai il rischio di perdersi nei suoi sillogismi logici, che per finta (siamo a teatro, dopotutto) fingono di non arrivare da nessuna parte. Ma se la matematica è una opinione che finge di avere ragione, e se il sillogismo ha ragione di essere matematico, allora è tutta una finzione gnomica di luoghi comuni matematicamente sillogistici che fingono di non essere. Una belva da palco con porta, Antonio Rezza, è artefice di uno spettacolo postdrammatico, senza sinossi, senza fine, senza inizio, senza condimenti ma non senza crudeltà. Perché, in fondo, il teatro è piccolo dei suoi 367 posti, tutti occupati, lo spazio è stretto se la porta si apre sull’abuso (sessuale-edilizio). Ma la porta si apre anche sulla gentilezza di bussare da dentro, di abitare la consapevolezza di un rapporto con l’esterno. Col sordo bussare della porta a scandire i ritmi scenici, RezzaMastrella ci insegna a suon di “gustatela” a non abbandonare la curiosità, ormai costretti al servizio della frenesia indifferente della vita moderna. Ambientato in un non-luogo urbano arredato di design, Hybris è la messa in scena di una violenza quotidiana, socialmente dissacrante ma anche socialmente utile. L’unico microfono in scena è affidato al Rezza, che sembrerebbe essere l’unico personaggio. Ma quando confessa: “Non riesco a essere io”, è chiaro che nemmeno lui, in fondo, è un personaggio. In questo spettacolo persino Antonio Rezza è una persona, una maschera ideale dotata di corpo, è l’arroganza di stabilire dei confini, brancolando tra ombre in attesa di orientamento, la coraggiosa pretesa umana di aprire una porta sull’ambiguità e sul baratro.

Serena Spanò

Ultima modifica il Mercoledì, 28 Dicembre 2022 10:55

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