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IO SONO IL MIO LAVORO - di e con Pino Petruzzelli

"Io sono il mio lavoro", di e con Pino Petruzzelli "Io sono il mio lavoro", di e con Pino Petruzzelli

Di e con: Pino Petruzzelli
Produzione: Teatro Nazionale di Genova, Mittelfest
Teatro Duse. Genova, dal 6 al 15 dicembre 2019

www.Sipario.it, 16 dicembre 2019

Anche quest’anno il programma del Teatro Nazionale di Genova offre l’importante appuntamento con il teatro di Pino Petruzzelli. Dopo aver coinvolto il pubblico con i racconti di Mario Rigoni Stern e dopo aver messo in luce dinamiche storiche e sociali troppo spesso dimenticate, l’attore brindisino ha oramai unito il tutto in una affascinante epica quotidiana e umana. Pino Petruzzelli, esponente caparbio di una narrazione scenica peculiare che va oltre le facili definizioni, in Io sono il mio lavoro dà prova di una bravura che innalza sempre il livello di quella dimostrata in precedenza, mostrando la lettura personale del compito di un artista che si fa artigiano della scrittura teatrale, quasi scolpisca realmente le sfaccettature della sua azione scenica. Nel palcoscenico Pino Petruzzelli affascina, familiarizza e fonde la sua persona con quella del vignaiolo Dionigi, fino a scivolare nel testo e a sorprendere un pubblico teso ad ascoltare la magia quotidiana che arricchisce queste vicende. Dionigi – persona reale e conosciuta da Petruzzelli – ha una figura che appare comune e che vuole restare distante dall’attenzione, teso come è nel dovere del suo umile lavoro giornaliero. Nel testo appare come un personaggio fatto di esperienza, lavoro, disillusione, poesia e pazienza, che lo hanno perfettamente formato. La Natura appare proprio come la poesia potrebbe tratteggiarla, ovvero come elemento che domina, grava sull’uomo e alla fine lo ricompensa pur rimanendo elemento neutrale. Dionigi è personaggio minimale, così come la scenografia che presenta un’unica seggiola al centro di un palco privo di ogni elemento. È da queste minimalità che Petruzzelli fa emergere tutti gli aspetti multipli del testo, fatto di molti tempi, luoghi e personaggi. Alla base di tutti questi esiste un cardine unico, che è la sacralità e l’etica del lavoro, vero filo conduttore del visibile e dell’invisibile del testo. Io sono il mio lavoro parla di uomini, del loro lavoro e della lotta quotidiana con ciò che lo avversa. Diventa così anche un messaggio che va oltre una semplice lettura delle vicende di Dionigi. Le migliaia di metri a secco che sfidano il tempo e gli elementi sono simboli potenti dell’ostinazione umana alla sopravvivenza e alla famosa ricerca di qualcosa che possa almeno essere simile alla felicità. Petruzzelli, sul palco del Teatro Duse di Genova, è eccellente cantore della filosofia contadina e del suo messaggio. Con la sua voce, passione e alcuni tratti dinamici da teatro fisico, raggiunge una fusione di grande efficacia con il testo e con il pubblico. Pino Petruzzelli riconosce il teatro come una fonte di crescita ed insegnamento e così vive il suo testo, del quale cura ogni aspetto dalla genesi alla realizzazione, come una propria creatura distinguibile nel suo carattere profondo. Con il testo di Io sono il mio lavoro dialoga, gioca con il pubblico fino a farsi uno strumento della vicenda raccontata. Ecco allora alternarsi per il pubblico i diversi fondali agresti e una ricca popolazione di personaggi dai tratti contadini, mitici e tragicomici. Petruzzelli li offre al pubblico conferendo loro profili unici e riconoscibili, donando allo spettacolo ritmi di buon divertimento. Non manca inoltre l’episodio dell’incontro tra il vignaiolo e il regista Petruzzelli, visto dalla prospettiva saggia e guardinga dello stesso Dionigi. Io sono il mio lavoro mostra così un protagonista e le sue vicende agro-dolci ma ha in sé un messaggio universale e che l’esperienza e il talento dell’artista rendono con un impatto profondo. Eccezionale la prova di drammaturgo, regista ed attore di Pino Petruzzelli, capace sempre di più di coinvolgere ed emozionare il pubblico.

Gabriele Benelli

Ultima modifica il Giovedì, 19 Dicembre 2019 07:58

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