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di e con Alberto Astorri e Paola Tintinelli


IL 45 GIRI DI ASTORRI TINTINELLI - 
di e con Alberto Astorri e Paola Tintinelli


"Il 45 giri di AstorriTintinelli", di e con Alberto Astorri e Paola Tintinelli
 "Il 45 giri di AstorriTintinelli", di e con Alberto Astorri e Paola Tintinelli


Lato A - Immaginazione al potere / Lato B - Follìar

di e con Alberto Astorri e Paola Tintinelli

ASTORRITINTINELLI TEATRO

Tip Teatro di Lamezia Terme, 8 dicembre 2018

www.Sipario.it, 11 dicembre 2018

L'ormai storica rassegna di teatro contemporaneo di Scenari Visibili (di Lamezia Terme), RiCrii, ha portato in scena l'8 dicembre Il 45 giri di AstorriTintinelli, lavoro dell'omonimo duo milanese oggi più che mai elogiati dalla critica che concorre alle finali del Premio UBU 2018 (forse il massimo riconoscimento italiano per il teatro contemporaneo) con Paola Tintinelli nominata come miglior attrice per FOLLìAR. Ed è proprio un assaggio di Follìar a costituire il lato B del 45 giri proposto dalla compagnia.
La messa in scena, un cortocircuito originale e assolutamente imprevisto, è di 60' esattamente divisi a metà per due storie totalmente differenti, con apparentemente niente a collegarle. Si parte con un ironico e dissacrante lato A: IMMAGINAZIONE AL POTERE.
Luci e ombre avvolgono i due attori su di una scena surreale (la coppia formata da Alberto Astorri e Paola Tintinelli, che propone un approfondimento ispirato alla prima parte della loro ultima creazione "Il sogno dell'arrostito" ), dove un uomo riempie di parole una donna -si chiamano compagna e compagno come nel più lontano comunismo, e non è certo un caso-, e mentre lo spazio sembra vuoto è la luce che domina tutto, reinnescando il motore dell'immaginazione su un copione già scritto.
La musica arriva da quel 45 giri graffiato e graffiante che si muove a morsi nevrotici di toast, cercando di capire come poter cambiare la vita allo stesso modo in cui cambia la musica -perché le acciughe (forse) sono piccanti.
Parole di sottile ironia animano lo spettacolo accompagnate da movimenti lenti: tutto è concentrato su queste due ombre lasciando in secondo piano questo sottofondo musicale e sigillando con l'ultima luce -quella di una piccola fiamma- l'ambientazione quasi onirica, legando indissolubilmente pubblico e privato, arte e politica. Temi che vengono riproposti, in una veste totalmente nuova e lontana anche nei toni.
Buio.
(Il disco viene girato)
Gli attori con un cambio di costumi sulla scena fanno partire il lato B: FOLLìAR. Torna l'oscurità portata in scena da due compari, due attori, il teatro dentro il teatro.
Una riflessione oscura, crudele e beckettiana sull'arte del teatro e della messa in scena. I due attori, completamente padroni del palcoscenico, si confrontano e si affrontano in un duello lessicale ed emotivo sul fallimento dell'Arte e sulla sua inutilità nel riplasmare il mondo, nell'influire sulla vita quotidiana, di rappresentarsi ed essere rappresentata nella scena politica intesa come polis, ovvero conglomerato di persone. "Essere attori", "agire" sulla scena allora rimane l'unica boa a cui stringersi nei drammatici marosi di oggi: proprio come due folli, due outsider, confusi ed esuli accostandosi in questo a Lear e al suo Fool di scespiriana memoria, inteso proprio come scemo o pazzo ma sempre e comunque presente per offendere o instillare dubbi e riflessioni nello spettatore. Tutto il resto è vuoto, o niente.
Alberto Astorri e Paola Tintinelli hanno una precisione gestuale e vocale che fa vibrare la platea, portando in un futuro semplice l'attesa continua di sorprese come due naufraghi alla ricerca della terra.

Valentina Arichetta

Ultima modifica il Giovedì, 13 Dicembre 2018 14:43

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