di Niccolò Bacigalupo
Regia: Jurij Ferrini
Scene e costumi: Laura Benzi
Interpreti: Jurij Ferrini, Orietta Notari, Claudia Benzi, Arianna Comes, Stefano Moretti, Rebecca Rossetti, Matteo Alì, Angelo Tronca, Fabrizio Careddu
Produzione: Teatro Stabile di Genova, Progetto U.R.T.
Genova, Teatro della Corte, dal 27 dicembre 2016 al 5 gennaio 2017
I manezzi pe majâ na figgia è una delle più celebri ed applaudite tra le commedie portate in scena da Gilberto Govi. L'intento dichiarato dallo Stabile di Genova e da Jurij Ferrini, regista e attore principale della pièce, è quello di rendere omaggio all'attore simbolo della commedia dialettale genovese. L'intento è stato raggiunto in pieno, grazie ad un allestimento convincente che è stato applaudito a più riprese dal pubblico. Ferrini interpreta Steva, il protagonista della commedia, richiamando intenzionalmente la gestualità e la mimica con cui lo stesso Govi aveva reso in scena il personaggio. Gli spettatori, in particolare quelli che hanno visto le registrazioni degli spettacoli dell'attore genovese, rimangono avvinti e quasi anticipano le battute prima ancora che vengano pronunciate. Su questa complicità tra attori e pubblico, pur non essendoci mai una rottura della quarta parete se non sulle battute finali, lo spettacolo prende avvio e si rafforza via via, dando all'ottimo testo di Niccolò Bacigalupo note ancora più comiche e ricche di spirito. La compagnia ha in Ferrini una vero picco di bravura ed ispirazione. Il ritmo dello spettacolo è incalzante. Orietta Notari nella parte di Giggia, la moglie di Steva, raggiunge i toni e le gestualità di Rina Govi, la prima interprete del testo. Come Ferrini, la Notari è convincente nel rendere un personaggio ben delineato. Ferrini e la Notari, vere anime dello spettacolo, mettono in scena una coppia perfetta nel continuo scambio di accuse, controaccuse e rivelazioni. Gli altri personaggi che si alternano sul palco sono altrettanto bravi e convincenti, a partire da Arianna Comes, interprete di una Metilde ricca di sfumature espressive. Il Signor Venanzio e Pippo sono resi con accenti caricaturali, ma comunque sia funzionali alla rappresentazione. Il grande ritmo dello spettacolo, caratterizzato dal continuo susseguirsi di gag ed equivoci, non concede agli attori e al pubblico alcun tempo morto, rendendo ancora più godibile la rappresentazione. La scenografia presenta elementi mobili che gli attori stessi ruotano nel passaggio, a sipario alzato, dalla casa genovese alla "villa" di campagna. Lo spettacolo, oltre ad onorare Gilberto Govi, si dimostra un gradito pensiero anche alla città di Genova e al suo pubblico, che ha accolto con entusiasmo la rappresentazione del divertente testo di Bacigalupo.
Gabriele Benelli