di Aristofane
Traduzione Andrea Capra, Regia Vincenzo Pirrotta, Impianto scenico Maurizio Balò, Costumi Giuseppina Maurizi, Musiche Luca Mauceri, Movimenti/Assistente alla regia Alessandra Fazzino, Progetto audio Vincenzo Quadarella, Progetto luci Elvio Amaniera, Costumista assistente e responsabile sartoria Marcella Salvo, Direttore di scena Vincenzo Campailla
con Anna Bonaiuto, Doriana La Fauci, Carmelinda Gentile, Elena Polic Greco, Vincenzo Pirrotta, Enzo Curcurù, Alessandro Romano, Antonio Alveario, Melania Giglio, Simonetta Cartia, Sara Dho, Antonietta Carbonetti, Clelia Piscitello, Amalia Contarini
Accademia d'Arte del Dramma Antico-Sezione Scuola di Teatro"Giusto Monaco". Costumi Laboratorio di sartoria FONDAZIONE INDA ONLUS Siracusa. Scenografie Laboratorio di scenografia FONDAZIONE INDA ONLUS Siracusa Area comunicazione
Teatro greco di Siracusa, dal 13 maggio al 17 giugno 2013
Avevamo già riferito in altre occasione di Aristofane nostro contemporaneo. Di un autore molto rappresentato ai giorni nostri, perché i suoi lavori (undici quelli giunti a noi interi) trattano argomenti facilmente catapultabili (a distanza di 25 secoli) nella nostra realtà socio-politica. Ancora vivo è il ricordo delle sette ore di Utopia di Luca Roconi del 1975 al Fabbricone di Prato popolato da macchine, aerei e ogni mezzo, comprendente cinque lavori del commediografo greco e pure Le rane, sempre ad opera di Ronconi a Siracusa nel 2002, che tanto fecero arrabbiare coloro che a quel tempo erano al governo del Paese. Il Teatro di Aristofane è popolato da uomini, dei e falsi eroi, animali ed esseri inanimati, cori di uccelli, vespe, rane, persino nuvole. Ma anche da personaggi noti come Socrate, Cleone, Lamaco, Euripide, Agatone, e tanti altri. Personaggi che non sono "caratteri" o "tipi", ma maschere comiche, fantocci, fumetti quasi, come quelli che impersona Maurizio Crozza nel suo "Paese delle meraviglie". Insomma con Aristofane ci si diverte pensando. Anche quando il linguaggio, complice la traduzione di Andrea Capra, si fa colorito, scurrile, falloide e Vincenzo Pirrotta (pure nei panni di Blepiro) si diverte a mettere in scena Le donne al parlamento al Teatro greco di Siracusa per il XLIX Ciclo di rappresentazioni classiche. In questa commedia, che ha il sapore a tratti d'una farsa boccaccesca, si ipotizza che la democratica Atene del post-Pericle, uscita con le ossa rotte dalla guerra del Peloponneso, possa prendere il potere attraverso un golpe messo in atto da un esercito di sole donne capitanato da Pressagora (moglie di Blepiro) impersonata da una scatenata e splendida Anna Bonaiuto che infervorerà le sue compagne con un applauditissimo comizio iniziale sul valore della donna nella società e su tutte le barbarie compiute dai maschi nei suoi confronti. Un'utopia a quel tempo, non più ai giorni nostri, per come i vari governi adesso (finalmente!) cercano d'immettervi più donne: da quello spagnolo di Zapatero (di alcuni anni fa), in cui c'erano otto donne su un totale di sedici ministri a quello attuale di Letta (Enrico) che può vantare una donna su tre ministri uomini, ma anche nella Francia di Hollande e nei Paesi Scandinavi abbondano le donne-ministre. Certamente il governo Pressagora, composto da donne che sventolano bandiere rosse ma anche drappi con la scritta "Atena ladrona" e sono messi al bando tacchi a spillo e reggiseni, ben evidenti su alcuni stendardi, senza più mariti intorno, occupati solo a bighellonare e non far niente, è un governo curioso di stampo comunista, in cui ogni cosa è in comune, comprese donne, terre, proprietà e denaro. Una bestemmia per l'evasore Berluschide, impersonato da un Antonio Alveario che somiglia ad un Al Capone con capelli impomatati, ampio gessato blu doppiopetto, che scorazza alla grande sulla skené, cavalcando un enorme fallo color rosa-fuxia, pronto ad inseguire femmine e tutto teso a gioire per le nuove regole incentrate sul "pilu". Infatti non ci sono più disuguaglianze ad Atene. Un maschio, prima d'avere una bella donna, dovrà giacere con una vecchia o una brutta e per le donne, un vecchio dovrà valere quanto un bel giovane. Una regola che si sgonfierà subito al primo intoppo, allorquando tre orribili vecchie infoiate vorranno possedere un giovanotto venuto a far visita alla propria innamorata. Il sogno svanisce, l'utopia continua e lo slogan del cambiamento "se non ora quando" si scioglie come neve al sole. Resta solo uno spettacolo ben diretto da Vincenzo Pirrotta, la sua buffa interpretazione di Blepiro, le presenze di Doriana La Fauci, Carmelinda Gentile, Elena Polic Greco, Melania Giglio, Simonetta Cartia, Sara Dho, le tre vecchie libidinose (Simonetta Cartia, Antonietta Carbonetti, Clelia Piscitello), Enzo Curcurù, Alessandro Romano, Amalia Contarini: le attraenti le coreografie di Alessandra Fazzino: le musiche di Luca Mauceri echeggianti danze tradizionali di varie culture multietniche: il minimale impianto scenico di Maurizio Balò composto da una cinquina di alti casotti rossicci con terrazze lignee: i costumi da figlie dei fiori di Giuseppina Maurizi e il finale dello spettacolo non più con un fantastico banchetto, ma con tutte le trenta protagoniste del coro che, rivoltando i propri burqa azzurrognoli, sveleranno colori gioiosi, festanti e ricchi di speranze.
Gigi Giacobbe