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DIARIO DI MARIAPIA (IL) - regia Fausto Paravidino

Il diario di Mariapia Il diario di Mariapia Regia Fausto Paravidino

Una commedia neoplastica di Fausto Paravidino
Regia di Fausto Paravidino. Scena di Laura Benzi. Costumi di Sandra Cardini
Con Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Monica Samassa
Prod.: Fondazione Teatro Regionale Alessandrino
Sala Laudamo, Messina dal 9 al 11 marzo 2012

Giornale di SIcilia, 11 marzo 2012

Una madre sta morendo di cancro all'ospedale di Ovada, in provincia di Alessandria. Il figlio l'accudisce come può e vedendola oltremodo depressa e senza forze ne parla con l'oncologa, collega di sua madre pure medico, che in passato aveva condiviso un progetto d'un libro di medici che raccontano la proprio malattia. Il figlio scrive ogni cosa che la madre riesce a dire donandole in cambio uno scampolo di vita in più, prima di morire a 60 anni. Ne viene fuori una sorta di diario che il figlio conserva nel cassetto per almeno 5 anni. Si da il caso che questo figlio sia Fausto Paravidino, un drammaturgo (pure regista e attore) fra i più interessanti dell'attuale panorama teatrale non solo italiano, che cerca di trovare la chiave giusta per mettere in scena questa materia certamente non facile. La lampadina s'accende quando il Dramaten di Stoccolma, il teatro di Ingmar Bergman, fra l'altro tanto caro alla madre, gli offre la possibilità di rappresentare un suo lavoro. Ed ecco così venir fuori Il diario di Mariapia una pièce per tre attori che interpretano più personaggi, la cui drammaturgia accomuna tre diari: quello della madre, dello zio e dello stesso Paravidino. I dialoghi sono vivaci veri e veloci e Paravidino che all'inizio sbuca fuori clownescamente con palletta rossa sul naso e Iris Fusetti in abiti rinascimentali alle prese con Niente rumore per nulla di Shakespeare, segnano un inizio spensierato d'un lavoro che deraperà subito dopo sugli avvenimenti che si svolgeranno sempre nella camera semilunare d'un ospedale ( scena di Laura Benzi, costumi di Sandra Cardini). Monica Samassa interpreta degnamente il ruolo della madre Mariapia che non vorrebbe mai ficcarsi in "un oceano di ovatta", mentre i tratti divertenti, quasi da commedia dell'arte, sono quando a Paravidino e Fusetti basta indossare un camice bianco, una ciocca di capelli, un paio d'occhiali, per entrare nei panni dei medici, della sorella Marta o in quelli dello zio Cesare dalla strana parlata ligure-piemontese. Lo spettacolo di quasi due ore ( non sarebbe male qualche taglio) salutato alla fine con calorosi applausi sarà replicato nella Sala Laudamo sino ad oggi pomeriggio.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Lunedì, 16 Settembre 2013 09:25

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