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DON JUAN IN SOHO – regia Gabriele Russo

"Don Juan in Soho", regia Gabriele Russo "Don Juan in Soho", regia Gabriele Russo

Di  Patrick Marber
Ispirato al Don Giovanni di Molière
Regia  Gabriele Russo
Con Federica Altamura, Joele Anastasi, Alfredo Angelici, Noemi Apuzzo,
Claudio Benegas, Claudia D'Avanzo, Mauro Marino, Alfonso Postiglione, 
Daniele Russo, Arianna Sorrentino, Enrico Sortino

Scene  Roberto Crea
Costumi  Chiara Aversano

Disegno luci  Salvatore Palladino

Progetto sonoro  Alessio Foglia

Produzione  Fondazione Teatro Di Napoli - Teatro Bellini
Al Teatro Bellini di Napoli dal 20 Ottobre al 7 Novembre 2021

www.Sipario.it, 28 ottobre 2021

È un enorme carosello, una di quelle giostre girevoli con i cavalli che popolano le piazze nelle feste, a Natale o durante i fine settimana che come un allegro e colorato circo, ma fatto di eleganza, attirano spettatori e partecipanti invitandoli a salire. È il regno dell’eccentricità, dell’esagerazione, della follia e della vita libertina e sregolata, dell’amore senza amore, del piacere e del desiderio. Questo è Don Juan in Soho, che si ispira al classico Don Giovanni, personaggio della letteratura entrato anche nel cinema, nel teatro, nell’opera, nei racconti, nelle storie popolari e, ormai, nei modi di dire. Apparso per la prima volta nel 1632 nella commedia di Tirso de Molina, per poi arrivare fino alla lirica di Mozart nel 1787 e ai vocabolari che riportano il termine con il significato di una persona irriverente, intraprendente, ma soprattutto un corteggiatore galante e libero, mai soddisfatto e che non si lega a nessuno. Ma il punto è: quanto la libertà personale può andare oltre fino a incatenare al contrario gli altri? Quanto si può davvero vivere come si vuole e fare ciò che ci pare senza curarsi delle persone che ne vengono direttamente o indirettamente coinvolte? E, soprattutto, quanto poi incide anche sulla propria salute e sulla propria dignità e integrità morale una vita così sregolata e senza freni? A Don Juan, per tutti DJ, non importa apparire come un uomo cinico, spregiudicato e che va a prendersi sempre ciò che vuole, in ogni momento e ad ogni costo, senza donare amore, ma prendendo soltanto il piacere del costante e sempre inappagato desiderio. Il desiderio è, letteralmente dal latino, la distanza dalle stelle e quindi la mancanza da ciò che vorremmo raggiungere, che si dilata poi sempre di più, si allarga verso il volere sempre qualcosa in più, sempre qualcosa di più grande. Ma perché definire questa messa in scena “come una giostra”? Sia in senso letterale che figurato. Letterale perché la scenografia, come al solito particolare del Teatro Bellini, sempre all’avanguardia, sempre alternativo, è una vera e propria piattaforma girevole su cui salgono tutti i personaggi di questo circo senza morale e senza volontà di salvezza; figurato perché è la rappresentazione della vita e delle occasioni che ci vengono date, anche più di una volta, per cambiare la prospettiva e trasformare il dolore e il male in bellezza, non per distruggere, ma per costruire. Don Giovanni è chi, nonostante gli sforzi e l’affetto degli altri, che devono amare per due, non coglie alcuna di queste opportunità: l’interesse ne diventa l’unico scopo, la risata sprezzante e il vizio ne sono il segno distintivo. Soho è il quartiere dell’esuberante follia londinese, dove tutto è permesso, dove le luci, i colori e i locali abbagliano la banalità e regalano una possibilità per essere se stessi, fino alla fine, esagerando fino allo squallore di gesti, luoghi e parole e mostrando al mondo intero la natura vera e libera delle cose e delle persone, perché la normalità è solo una media statistica per un campione di soggetti esaminati. E chissà se DJ si è mai chiesto, almeno una volta, quanto incida il peso delle proprie scelte sulle vite degli altri e quanto l’ipocrisia possa danneggiare se stessi e il mondo circostante.

Francesca Myriam Chiatto

Ultima modifica il Venerdì, 05 Novembre 2021 08:16

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