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CANTI E SUONI DALL'ORESTIADE - regia Tatiana Alessio

Canti e suoni dall'Orestiade Canti e suoni dall'Orestiade Regia

da un'idea di Fernando Balestra
versi di Pier Paolo Pasolini
musiche: Matteo D'Amico
elaborazione e allestimento: Tatiana Alessio
con Maurizio Donadoni, Francesco Alderuccio, Valentina Bardi, Michele Bisicchia, Simonetta Cartia, Carmelinda Gentile, Diana Manea, Aymen Mabrouk, Claudio Mazzenga, Elena Polic, Cristina Spina
Tuscolo, Teatro Romano, 12 e 13 luglio 2008

www.Sipario.it, 24 luglio 2008
I versi di Pasolini al Tuscolo

In sostituzione dell'annunciato Agamennone di Eschilo nell'allestimento firmato da Pietro Carriglio per il XLIV Ciclo di rappresentazioni classiche del Teatro Greco di Siracusa, giunti al Teatro del Tuscolo, abbiamo invece, con sorpresa, assistito ad un nuovo viaggio ispirato alla tragedia tripartita di Eschilo, Canti e suoni dall'Orestiade. Con varianti e cast differente, lo spettacolo, nato da un'idea di Fernando Balestra, Sovrintendente dell'Istituto Nazionale del Dramma Antico, aveva debuttato pochi giorni prima nell'area archeologica di Paestum.
Dopo i ringraziamenti di Giuseppe de Righi, Presidente della Comunità Montana Castelli Romani e Prenestini e di Balestra, a suggello di un gemellaggio artistico tra i due enti, la serata ha avuto inizio con una lettura di versi altalenanti in arabo, francese, spagnolo e italiano. Parole che hanno voluto ricordare l'attualità drammatica dei viaggi delle speranze in cui i clandestini, vittime del dolore e del silenzio, vedono naufragare sogni e vite. A loro è dedicato il canto popolare Miserere eseguito a cappella dal coro. Ed è proprio attraverso le parti corali e musicali, canti e suoni appunto, che vengono sintetizzati, nella creativa traduzione di Pier Paolo Pasolini, i tre atti - Agamennone, Coefore ed Eumenidi - in un racconto tragico che tocca, a tratti sfiorandoli, i punti salienti della famiglia degli Atridi, dall'uccisione di Agamennone da parte della moglie Clitennestra insieme all'amante Egisto, seguendo la scia di sangue della vendetta del figlio Oreste contro la madre, per poi precipitare nella disperazione del rimorso, rappresentato dalle terribili dee Erinni, pacificate solo alla fine con l'assoluzione di Oreste sancita da Atena e dal tribunale dell'Aereopago.
Nello spazio vuoto del teatro che pian piano si trasforma da luogo della tirannia a luogo della democrazia, un gruppo di giovani attori, che sfoderano una lodevole concentrazione, si lasciano capeggiare dal carisma atletico di Maurizio Donadoni impegnato nei ruoli del Messaggero, Agamennone e Oreste.
Una ricca serie di interventi musicali composti da Matteo D'Amico evocano felicemente espressioni naturali così come violente passione umane, impastandosi con gli elementi lirici del coro.
L'allestimento e l'elaborazione del testo sono stati curati da Tatiana Alessio che aveva già affiancato il regista Carriglio nelle rappresentazioni a Siracusa.
Niente prevendite, niente biglietti, ma due serate generosamente offerte al numeroso pubblico che non si è risparmiato negli applausi.

Cosimo Manicone

Ultima modifica il Lunedì, 12 Agosto 2013 09:31

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