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CLEOPATRAS - regia Gigi Dall'Aglio

Cleopatràs Cleopatràs Regia Gigi Dall'Aglio

di Giovanni Testori
regia di Gigi Dall'Aglio
con Arianna Scommegna e Anthony Montanari al violoncello
al teatro San Domenico, Crema, giovedì 12 gennaio 2012

www.Sipario.it, 16 gennaio 2012

«Va a ciapal in del cül...» così dice Cleopatràs brianzola e banchiera, 'reina troia di Lasnigo' — invenzione linguistico/letteraria di Giovanni Testori — alla fine del suo lamento, al cospetto della morte, di fronte a quel nigot che fa scomparire tutto, che cancella il suo Antonias, cancella il suo regno, trasposto in una Brianza popolare e ricca, in cui le banche, i castelli, le pannocchie hanno preso il posto delle dune del deserto e del Nilo... Cleopatràs di Giovanni Testori è uno dei tre Lai (completano la trilogia Erodiàs e Mater Strangosciàs), è urlo di amore disperato, è la lussuria della regina d'Egitto trasferita in Padania. Arianna Scommegna — ieri sera sul palcoscenico del San Domenico — ha incarnato mirabilmente quel lamento di donna ferita, usando tutto il suo corpo e le infinite sfumature di una voce che descrive ed emoziona, in dialogo con il violoncello Antony Montanari, il garzoncello che Cleopatràs cerca di sedurre perché è colui che le ha portato il cesto in cui riposa la morte, il serpentello simile al «d'Anton mio l'usello». Arianna Scommegna è Cleopatràs, è donna senziente, è la lussuria, è fame d'amore, è pube incandescente, è amore senza risparmiarsi, è ricerca del corpo dell'amato, è potere di regina, è disperazione di donna davanti alla morte, è orgoglio di sovrana dei navigli, della prima scaligera. La poesia di Testori è miscuglio linguistico, è comicità e sublime intreccio di riferimenti aulici. Diretta da Gigi dall'Aglio, Arianna Scommegna è parola incarnata, è sul suo triplice trono donna inconsolabile per la perdita del suo Antonio, donna che si sacrifica per il suo uomo nel farsi mordere il seno dal serpente. Sulla veste color sabbia Cleopatràs/Scommegna disegna — dipinge — il suo regno, rende partecipe il pubblico del suo potere di sovrana e lo fa sul suo corpo, lo fa con la nostalgia di una regina ormai senza regno e senza più il suo re, il Toniass di cui evoca ogni piega del corpo, ogni orifizio, gli umori di un rapporto lussurioso e bulimico. Ciò che canta Testori è la disperazione prima di morire, è l'assenza, la paura della morte che verrà, l'imprecazione davanti alla Croce, e quel nigot che sgomenta, salvo poi alla fine quell'accenno ad un soffio di vento che sa di anima. Gesti precisi, una partitura vocale implacabile, Arianna Scommegna fa miracoli, meglio è miracolosa nel suo essere leopardica reina e amante disperata, lussuriosa Cleopatràs e attrice che si rivolge gli spettatori in un entrare e uscire dalla storia che fa intrecciare i piani del mito e del quotidiano. Assistere a Cleopatràs di Testori ieri sera al San Domenico è stato un piacere fisico, Arianna Scommegna ha sedotto e commosso, ha mostrato cosa può fare un'attrice, cosa può il talento e alla fine il pubblico selezionato ha giustamente premiato con calorosi applausi la protagonista.

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Domenica, 11 Agosto 2013 16:01

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