Tieffe Teatro Milano,
Teatro Biondo Palermo e Teatro Quirino
presentano
CRISI DI NERVI
tre atti unici
di Anton Čechov
adattamento Peter Stein e Carlo Bellamio
L’ORSO
con Maddalena Crippa, Sergio Basile, Alessandro Sampaoli
I DANNI DEL TABACCO
con Gianluigi Fogacci
LA DOMANDA DI MATRIMONIO
con Alessandro Averone, Sergio Basile, Emilia Scatigno
assistente alla regia Carlo Bellamio
scene Ferdinand Woegerbauer
costumi Anna Maria Heinreich
luci Andrea Violato
regia PETER STEIN
Roma – Teatro Quirino Vittorio Gassman 29 aprile – 11 maggio 2025
Due premesse per parlare di Crisi di nervi, spettacolo firmato da Peter Stein e che chiude la stagione al Quirino. Come bellezza e bruttezza, anche il comico è un valore relativo a epoche e gusti. Lo aveva detto Umberto Eco: ciò che è bello, o brutto, per un uomo dell’antica Grecia o, poniamo, dell’Ottocento, non lo è per un uomo al giorno d’oggi. Quello che faceva ridere agli inizi Novecento, raramente può far ridere anche noi. A meno che non si parli di punte di genialità – e ve ne sono –, resta il fatto che quando si mette mano, per riproporlo a un pubblico contemporaneo, un testo teatrale comico d’una volta ci si trova di fronte a una bella gatta da pelare. Se ne può cogliere l’ironia. Lettori o registi – come in questo caso – di cultura sono in grado di comprenderne le tante sfumature. Tuttavia non è detto che questo susciti risate e divertimento. Occorre qualcosa di più. Un “in più” che Peter Stein è stato in grado di offrire riadattando tre atti unici di Čechov che hanno per tema una profonda crisi nervosa. Ne L’orso assistiamo a una donna, vedova inconsolabile e in lutto severissimo da più di un anno che, al cospetto di un creditore, rude ma aitante che vanta un debito non pagato dal defunto marito, se ne scopre attratta dopo aver dato sfogo, entrambi, a sentimenti contrastanti in modo tutt’altro che simpatica. Nei Danni del tabacco vi è un uomo che, invece di tenere una conferenza sui pericoli derivanti dal fumo, si sfoga raccontando al pubblico la sua infelicità nella vita coniugale. E lo fa mostrando accessi di asma nervosa e agitazione per la moglie che potrebbe sentirlo. Ne La domanda di matrimonio due giovani, pieni di tic nervosi per caratterialità represse e non spontanee, invece di dichiararsi amore e stima reciproci, finiscono per dirsene di ogni tipo attaccandosi a questioni di principio, arrivando alle mani. Il tutto di fronte al padre di lei, uomo vessato a suo tempo dalla moglie, che vorrebbe solo un po’ di pace, e quindi spinge la figlia a questo matrimonio nonostante tutto. Stein non solo ha centrato il fuoco della scrittura di questo Čechov – le crisi nervose che fanno venire fuori il vero schifo che l’ipocrisia collettiva e personale nascondono –, ma ha anche saputo attualizzarne l’aspetto comico incentrandosi sui lati umani dei personaggi, facendoli parlare come uomini d’oggi, benché visibilmente calati in un’epoca non nostra, dotandoli di un ritmo recitativo tipico da farsa teatrale (nel senso alto inteso da Peppino De Filippo). Un lavoro egregio. Come egregia, eccellente è stata la recitazione degli attori. Superba Maddalena Crippa nei panni della vedova pronta a una consolazione. Magnifico Gianluigi Fogacci, che tratteggia un marito represso con una vena di sadica ironia verso il personaggio. Bravissimi Alessandro Averone, Emilia Scatigno e Sergio Basile ne La domanda di matrimonio: tutti e tre hanno caratterizzato i personaggi con tic ricorrenti senza scadere nella caricatura. Ecco il teatro. Il vero grande teatro. Pierluigi Pietricola