ideazione e regia Danio Manfredini
con Patrizia Aroldi, Vincenzo Del Prete, Danio Manfredini, Giuseppe Semeraro
luci Maurizio Viani
suono Marco Olivieri
produzione Sardegna Teatro e Teatri di Bari
Teatro Menotti. Milano, dal 13 al 16 marzo 2025
Il sesso poetico al Cinema Cielo «Ho cercato l’amore dell’anima mia. Gesù cosa ci sto a fare a questo mondo?» dice il transessuale interprerato da Danio Manfredini. Si apre così Cinema Cielo ispirato a Notre Dame des Fleurs di Jean Genet. Dalla platea vediamo la ricostruzione scenica di un cinema, che ha dato il titolo a questo spettacolo. Era un cinema a luci rosse, in Via Premuda a Milano, frequentato da erotomani e gente ai margini della società; un microcosmo sociale dettagliatamente riprodotto sul palcoscenico in tutta la sua umanità; la cassiera, un immigrato dell’est, chi tenta di enrare senza pagare il biglietto, chi inizia qualche approcio omosessuale, la buon costume e soprattutto ci sono i manichini seduti di ispirazione kantoriana. Sono tutti personaggi, in entrata e in uscita dalla sala cinematografica, pronti a interpretare brevi scene, mentre, in sottofondo, scorrono le voci di quello che vedono sullo schermo nella rappresentazione cinematografica del romanzo di Genet. La lentezza del ritmo e le pause sono rotte da improvvisi accadimenti tra le poltrone al buio. Furti di denaro e abbozzi di sessualità sono i moventi delle azioni. Gli stessi manichini diventano attori, esseri umani al centro di amplessi orgiastici. Anche loro, dalle sembianze umane, contribuiscono a rendere realistica la messinscena. La platea in cui siamo seduti protesa verso quell’altra platea ci dona un dolce spaesamento davvero unico. E poi c’è una restituzione emotiva di tutti i personaggi interpretati da bravissimi attori. Danio Manfredini ci trasporta nella sua poesia. Lo fa con la regia e con la recitazione intrisa di una sottile ironia che colora le parole. È lui il capitano di questa umanità carica di verità alla ricerca disperata d’amore. Il sesso è l’ultimo tentativo possibile per toccare la verità dell’anima e per sentirsi vivi. Il Cristo che compare sui trampoli, nel finale, è il mentore supremo di questa ricerca. A sipario chiuso, noi, commossi, abbiamo applaudito a più riprese. Andrea Pietrantoni