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COSE CHE SO ESSERE VERE - regia Valerio Binasco

“Cose che so essere vere", regia Valerio Binasco. Foto Virginia Mingolla “Cose che so essere vere", regia Valerio Binasco. Foto Virginia Mingolla

 

(Things I know to be true)
di Andrew Bovell
traduzione Micol Jalla
con Giuliana De Sio, Valerio Binasco, Stefania Medri, Fabrizio Costella, Giovanni Drago, Giordana Faggiano
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Alessio Rosati
suono Filippo Conti
video e pittura Simone Rosset
regia Valerio Binasco
Cose che so essere vere è stato prodotto per la prima volta dalla State Theatre Company of South Australia e da Frantic Assembly nel 2016.
In accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di HLA Management Pty Ltd
produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale
Padova, teatro Verdi, 8, 9, 10, 11, 12 gennaio 2025

www.Sipario.it, 13 gennaio 2025

Altro esempio di famiglia disastrata è questo Cose che so essere vere, dove la famiglia, padre, madre, quattro figli, sembrano un amalgama completo e felice ma è ovviamente solo apparenza. Una riflessione sui rapporti parentali stretti stretti, che l’autore Andrew Bovell scandaglia per bene nella prima parte del testo ma che nella seconda parte scivola piano piano che passano i minuti. L’impatto è bello forte, emotivo, grazie anche alle interpretazioni degli interpreti, ben diretti da Binasco, che a sua volta è in scena e interpreta Bob, il capofamiglia. Al suo fianco la moglie e appunto i figli, ognuno perso a costruirsi com’è giusto la propria vita, anche sbandando di brutto. L’ambientazione è quella australiana di Adelaide, dove tutto sembra abbastanza sonnecchiare se non fosse per i guizzi che ogni componente della stessa famiglia si provoca, che sembrano piccole routine ma che invece rimangono a volte estremamente radicate, intrise di una certa violenza atta a sconquassare quella piccola comunità. Già, la famiglia felice, quella che tutti disegnano addosso a se stessi respingendo ciò che di poco buono c’è, rinnegando tutto. I personaggi sono fin troppo caratterizzzati, grazie a un respiro non del tutto indovinato del testo, che pur raggiunge certe vette nella prima parte, anche se il ritmo è fin troppo serrato e qualche battuta ne soffre. Le magagne personali sono tutte esposte e anche di più, padre e madre faticano, diciamo, a contenere comunque una felicità che non c’è è la stessa fatica si riversa sui loro figli tutti infelici, come i genitori. Con un finale non difficile da comprendere ben prima del termine della rappresentazione. Tra autoconfessioni pubbliche, disarmanti e spietate, apparente normalità ruotante come la scenografia (una trovata interessante) e illogiche, false allegrie di tutti, Cose che so essere vere si svela pur raccontando dinamiche già viste molte volte in testi più possenti, importanti. I salti generazionali, i conflitti sono all’ordine dei minuti e non si risolvono. Certo, ci si può riconoscere nei boomers, come nelle nuove generazioni sempre scontenti di tutto e alla ricerca di non si sa che cosa, e ormai si è capito che nemmeno la famiglia, a volte eh, può salvare. L’allestimento è elegante, appena marcato, e la regia di Valerio Binasco muove bene i suoi personaggi. Potrò sbagliarmi, ma mi sembra che a lui riesce meno l’interpretazione del capofamiglia, così, immagino, volutamente forzata, quasi a rimarcare la connotazione provincialotta e datata di un uomo di una certa età. Sua moglie Fran è Giuliana De Sio, linearmente sobria, brava nelle sfumature e molto sicura nella recitazione, forse meno cattiva di quello che ci si aspetta in certe scene. Dei figli citerei l’ottima interpretazione di Giovanni Drago, un Mark – Mia mai sopra le righe, molto calato nella parte. Una bella scenografia avvolge la famigliola infelice, e quel ruotare è come fosse un vortice che ubriaca e dal quale non si sfugge. Due sono i momenti decisi, forti, quando uno dei ricordi va a confluire con la musica di Leonard Cohen, e quando viene a galla la scoperta di una doppia vita a tradimento. Comunque uno spettacolo interessante per scoprire (ancora) i lati peggiori di tutti noi. Applausi.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Mercoledì, 15 Gennaio 2025 10:10

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