di Madeline Miller
adattamento Annamaria Russo e Rosalba Di Girolamo
con Rosalba Di Girolamo, Lorenzo Sarcinelli
costumi Rosa Ferrara
regia Annamaria Russo
prima assoluta
Produzione Il Pozzo e il Pendolo Teatro
Napoli, Real Orto Botanico 23-24 luglio 2022
La maga, l’ammaliatrice, la ninfa, la dea. Ma, soprattutto, la donna, creatura sola, incompresa, spesso abbandonata a se stessa: emarginata, ripudiata, per questa ragione attanagliata dal desiderio disperato di essere ascoltata e, finalmente, considerata. La donna con le sue debolezze, ma anche nei suoi punti di straordinaria forza: dotata di una femminilità arcaica e di una sensualità leggendaria; orgogliosa di essere “diversa” e “speciale”, ma – nel contempo – bisognosa di accettazione e di normalità.
È questo il ritratto bellissimo e coinvolgente di Circe che emerge dall’omonimo romanzo della scrittrice statunitense Madeline Miller e che Il Pozzo e il Pendolo Teatro (nell’ambito della rassegna Brividi d’Estate 2022) presenta in prima assoluta sabato 23 luglio al Real Orto Botanico di Napoli: interpreti in scena Rosalba Di Girolamo e Lorenzo Sarcinelli, nell’adattamento di Rosalba di Girolamo e Annamaria Russo, che firma anche la regia.
Di Girolamo e Sarcinelli sono i traghettatori, le guide in un viaggio intenso attraverso fiumi di ambrosia, il nettare degli Dei; figure spesso rancorose e competitive, in preda a conflitti profondi generati anche dall’incontro con gli esseri mortali. Circe è una figura emblematica di tutto questo: figlia del Sole/Elios e, perciò, nata ninfa o dea; fin da piccola dotata di temperamento passionale, sanguigno e ribelle, è lei a trasformare la bellissima Scilla in uno spaventoso mostro, solo per gelosia di Glauco, il primo essere umano a farla innamorare perdutamente. A causa di questa sua furia vendicativa, il padre Elios la esilia sull’isola di Eea, proprio là dove (come è noto) il condottiero Ulisse sbarcherà cercando rifugio. Circe, preda facile di guerrieri e marinai di passaggio, si difende praticando la sua magia e trasformando costoro in maiali. Tuttavia, Odisseo si sottrarrà astutamente all’incantesimo della maga e la farà innamorare.
La figura di Circe è il crocevia tra svariati miti e leggende: non soltanto l’Odissea, ma Dedalo – il cui genio è paragonabile a quello di un dio – e Icaro; Minosse re di Creta e suo figlio il Minotauro. Amante appassionata e poi madre (da Ulisse) di Telegono: pronta a difendere a tutti i costi la propria creatura dalle angherie di Atena. Infine, creatura empatica e umana (nel senso più intimo dell’espressione), nell’avvicinarsi e solidarizzare con Penelope, sposa del suo amante e madre di Telemaco. Da un lato dea, dall’altro donna: pronta a rinunciare al privilegio dell’immortalità, per amore.
La Circe di Rosalba Di Girolamo è una mattatrice in palcoscenico: seduttiva e commovente, un’anima rock (come sottolineano gli intermezzi musicali dei Pink Floyd, di Janis Joplin e dei Led Zeppelin). Magnetica nei confronti del pubblico, come solo una maga sa essere. Bravissimo Lorenzo Sarcinelli a ricoprire diversi ruoli, senza creare confusioni, ma attraverso una serie di passaggi sia vocali che fisici, repentini e significativi cambi di tono. La sfida raccolta, ovvero rappresentare l’adattamento di un romanzo epico con due soli personaggi in scena, può dirsi vinta. Ne viene fuori una Circe – come già nell’opera della Miller – che affronta coriacea i drammi di una donna (solitudine e abbandono, in primis); che rompe i tabù, infrange gli schemi e squarcia una coltre di misoginia perpetrata su questo mito nei secoli.
Giovanni Luca Montanino