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CETRA... UNA VOLTA - regia Augusto Fornari

Stefano Fresi in “Cetra... una volta”, regia Augusto Fornari Stefano Fresi in “Cetra... una volta”, regia Augusto Fornari

con Stefano Fresi, Toni Fornari, Emanuela Fresi
con la partecipazione di Cristiana Polegri
dedicato al Quartetto Cetra
di Toni Fornari
regia di Augusto Fornari
prodotto da Andrea Maia e Vincenzo Sinopoli per il Teatro Golden
Stagione 2021/2022
Roma – Teatro Il Parioli dal 4 al 15 maggio 2022

www.Sipario.it, 13 maggio 2022

Che gioia gli spettacoli che si presentano senza nulla presumere. Possiedono quella grazia inesprimibile che in Giappone si chiama iki. Hanno la leggerezza degli spiriti eletti che ben si accompagna all’ironia e ad una rottura di certi schemi. Tale la ridda di impressioni suscitate dallo spettacolo Cetra una volta.
Omaggio? Imitazione? Nulla di tutto questo. Stefano ed Emanuela Fresi e Toni Fornari non hanno voluto rifare il verso al celebre Quartetto Cetra. Semmai ne hanno distillato lo spirito, rielaborandolo e proponendo ciò che ne è emerso al pubblico del Parioli.
Una lezione di stile, un insieme di pezzi ben montati, interpretati con raffinata ironia.
Il palco ha una scenografia che somiglia a un camerino offerto alla vista del pubblico. Vi sono gli strumenti tipici che occorrono all’artista, pedane che possono montarsi e smontarsi. Uno spazio dove liberare le fantasie più ardite.
I due Fresi e Fornari, appena in scena, si scatenano in numeri gustosissimi: cantano, parlano, imitano, recitano, si travestono. Fanno di tutto.
Assieme al Quartetto, rievocano la figura di Dino Verde, grande autore (con Terzoli, Vaime, Marchesi, Scarnicci e Tarabusi) che ha creato la storia del varietà e dello spettacolo leggero (orrida etichetta). Di Verde i nostri tre si sono più volte dichiarati allievi, al punto da mostrare alcune sue tecniche di scrittura comica. Delizioso il siparietto in cui, immaginando di saltare da un canale all’altro, i frammenti di notizie dei vari tg costruiscono via via battute irriverenti contro politici, ed eventi del quotidiano.
I due Fresi e Fornari hanno mostrato grandi capacità istrioniche nel reinterpretare alcuni tra i più celebri brani dei Cetra. Lo hanno fatto non rinunciando al loro stile. Difatti in nessun momento hanno imitato le movenze, le vocalità, le posture del Quartetto. E di quest’ultimo, vien da chiedersi, che riscontriamo? 
Quel diritto a divertirsi senza obbedire a regole ispirate a un soffocante senso civile che imbriglia l’artista. Lo si è notato nella scenetta del suggeritore, dove un attore smemorato e un po’ sordo storpia le imbeccate che gli vengono date; o nella parodia stile Biblioteca di Studio Uno, in cui l’Otello di Shakespeare si trasforma in commedia irresistibile.
Alberto Savinio diceva che il varietà avrebbe salvato il teatro. Oggi, vedendo Cetra una volta, vale più di allora.
Perché alcuni spettacoli di prosa impegnata risultano orribili e patetici, mentre altri volutamente leggeri, invece, possiedono quella rara perfezione che si vorrebbe vedere più volte?
Perché non cedono alle lusinghe del sottotesto ad ogni costo? Non vogliono esprimere una morale indottrinando il pubblico? Nulla lasciano al caso? O perché divertire è quanto di più serio da realizzare?
Difficile rispondere.
Ma è impossibile concludere senza aver prima espresso l’augurio di vedere altri spettacoli così ben fatti e senza complimentarsi ancora con Stefano Fresi, Emanuela Fresi e Toni Fornari per la bravura che hanno mostrato di possedere.

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Venerdì, 13 Maggio 2022 18:07

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