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CORDIALMENTE INVITATI A INCONTRARE LA MORTE - regia Gianni Scuto

Maria Grazia Cavallaro, Giampaolo Costantino e Giovanni Bonaventura in "Cordialmente invitati a incontrare la morte", regia Gianni Scuto Maria Grazia Cavallaro, Giampaolo Costantino e Giovanni Bonaventura in "Cordialmente invitati a incontrare la morte", regia Gianni Scuto

un giallo di Rex Stout
Regia di Gianni Scuto
Interpreti: Saro Pizzuto, Concetto Venti, Mary Barbagallo, Salvo Musumeci,
Barbara Cracchiolo, Pippo Marchese, Giovanni Bonaventura,
Pippo Tomaselli, Maria Grazia Cavallaro, Giampaolo Costantino
Scenografia: Gabriele Pizzuto
Costumi: Rosy Bellomia
Assistente: Margherita Melania Aiello
Sartoria: Shirley Campisi
Luci e fonica: Simone Raimondo e Alan Lombardo
Produzione: Teatro del Canovaccio - Catania

al Teatro del Canovaccio di Catania dal 15 al 25 novembre 2018

www.Sipario.it, 26 novembre 2018

Ritorniamo ancora una volta nel delizioso Teatro del Canovaccio di Catania, situato nei meandri della vecchia città, in un palazzo del '700 con le volte a crociera, al n°12 della Via Gulli, un piccolo spazio di soli di 54 comodi posti, per assistere ad un giallo di Rex Stout titolato Cordialmente invitati a incontrare la morte messo in scena con giovanile efficacia da Gianni Scuto, con Nero Wolfe protagonista, interpretato da un Saro Pizzuto gonfiato da una super pancia posticcia, frutto dei suoi peccati di gola e dei succulenti piatti e intingoli prelibati, preparati, dietro suoi accorti suggerimenti, dal suo fido Fritz Banner (in perfetta mise da chef con turbante color crema in testa quello di Pippo Marchese), avendo accanto nelle sue indagini il fido Archie Goodwin dell'elegante Concetto Venti, senza dimenticare quella mente risolutrice d'ogni intrigo, le sue orchidee nere che coltiva nel suo terrazzo. È ancora vivo in chi scrive il ricordo televisivo in bianco e nero di Tino Buazzelli (Wolfe) e Paolo Ferrari (Goodwin), senza aver bissato Francesco Pannofino e Piero Sermonti in anni più recenti il successo di chi li ha preceduti. Occorre dire tuttavia che il romanzo del titolo, ridotto in teatro dallo stesso Scuto, ambientato negli anni '30 e '40 complici pure le mises liberty delle figure femminili, funziona in teatro e ha fatto bene la regia a far muovere i personaggi un po' sopra le righe, quasi a voler a farne delle maschere e amplificare i loro caratteri, altrimenti lo spettacolo sarebbe caduto in una noia mortale. Il plot ruota attorno alla matura e ancora anfetaminica madame Bess Huddleston (Mary Barbagallo), famosa per i ricchi party nella sua lussuosa villa, che alle prime si rivolge a quell'abbondante detective per delle lettere anonime minacciose ma inoffensive. Più avanti invece a causa d'una piccola ferita causata dal vetro d'un bicchiere caduto per terra, viene trovata morta. Le indagini chiariranno che trattasi d'un delitto perpetrato da un personaggio vicino alla donna e di cui non sveleremo il nome. Accanto agli interpreti, calati bellamente nei propri ruoli, si muovono le due donnine Janet Nichols e Mariella Phims, rispettivamente quelle di Barbara Cracchiolo e Maria Grazia Cavallaro, sempre sfoggianti i loro eleganti abiti liberty (i costumi sono di Rosy Bellomia), il ridicolo commissario Kramer di Salvo Musumeci con baffi-bombetta-bastone e ghette alle scarpe, il fratello dell'assassinata, Daniel, del colorito Giampaolo Costantino, un inverosimile chimico con fez in testa tipo quello di Garibaldi, il nipote della donna Larry (Giovanni Bonaventura) e il Dottor Brady di Pippo Tomaselli che tresca con la giovane Phims. Spettacolo gradevole in due tempi, con un fondale floreale in bianco e nero e due scrivanie ai lati nella scena di Gabriele Pizzuto, allietato dalle musiche jazz di Miles Davis e altri giganti della tromba. Successo per il Teatro del Canovaccio e caldi applausi finali.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Lunedì, 26 Novembre 2018 16:07

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