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BERRETTO A SONAGLI (IL) – regia Gabriele Lavia

"Il berretto a sonagli", regia Gabriele Lavia "Il berretto a sonagli", regia Gabriele Lavia

di Luigi Pirandello
con Gabriele Lavia e Federica Di Martino
e con: Francesco Bonomo, Matilde Piana, Maribella Piana, Mario Pietramala, Giovanna Guida, Beatrice Ceccherini
Scene: Alessandro Camera
Musiche: Antonio Di Pofi
Costumi ideati dagli allievi del terzo anno dell’Accademia Costume & Moda
Matilde Annis, Carlotta Bufalini, Flavia Garbini, Ludovica Ottaviani, Valentina Poli, Nora Sala, Stefano Ritrovato, coordinatore Andrea Viotti
Regia: Gabriele Lavia
Produzione Effimera e Diana Oris
Roma -Teatro Quirino Vittorio Gassman Dall’8 al 20 Novembre 2022

www.Sipario.it, 9 novembre 2022

Il berretto a sonagli è forse l’opera di Pirandello più nota e che presenta maggiori difficoltà di lettura. Più nota perché in tanti hanno visto la versione firmata da Eduardo De Filippo. Più difficile perché è la pièce nella quale non si ripropongono i temi cari al Pirandello conosciuto ai più: le maschere come condizione quotidiana della vita, la poetica del teatro nel teatro.
Il berretto a sonagli può definirsi un dramma della gelosia vissuto da una donna convinta che il marito abbia un ménage con la moglie del suo collaboratore, Ciampa. Il punto è che questa convinzione poggia su ipotesi, non su fatti. Su un morboso desiderio di possesso al quale consegue una volontà negletta di distruggere. 
Pirandello ambienta la vicenda in un paesino della remota provincia siciliana, dove tutti sanno tutto di chiunque. Ed ogni episodio passa di bocca in bocca, alimentato più che dal venticello della calunnia, da quello della malignità. E quando, a scandalo avvenuto, tutto si rivelerà inesistente - e lo certificherà anche il verbale della polizia! - nessuno dei protagonisti di questo dramma, comunque, potrà più vivere serenamente. Perché l’immagine pubblica che ognuno possiede in comunità - il pupo, come la rinomina Ciampa - è ormai compromessa. 
A meno che quanto accaduto non sia stato il frutto aberrante partorito da una mente pazza.
Gabriele Lavia firma la regia del Berretto a sonagli (in scena al Quirino), interpretando il protagonista Ciampa, e leggendo la pièce come una difesa dell’io costretto a vivere, esistere solo a patto che la corda pazza, da tutti posseduta, si dispieghi in tutta la sua potenza, mostrando la verità che regna in ogni individuo.
La scena rappresenta un salotto borghese: poltrone rosse, divani rossi tutti con una gamba segata (a dimostrazione di una normalità fasulla, benché apparente). Ai lati del palco, manichini in abiti borghesi che osservano, non visti, quanto avviene nelle mura di casa dei personaggi principali della commedia scrutando dal buco della serratura. Una grande tenda grigia alla destra del palco, sulla quale si proiettano le ombre dei protagonisti - giganti prima, e poi man mano ridotte a grandezza naturale - ad indicare il gioco fra la realtà e ciò che appare; o meglio: ciò che ciascuno di noi immagina che sia.
Federica Di Martino è stata una Beatrice molto incline al tragico, a tratti caricaturale, poco ironica. Tuttavia ha mostrato di saper tenere testa al ruolo non facile di donna ferita, ridicola, a suo modo disperata. Un pizzico in più di leggerezza non avrebbe nuociuto.
Per il suo Ciampa, Lavia si è affidato ad una recitazione essenziale, priva di eccessi, intima. 
La caratteristica più bella è consistita nel fatto che Lavia ha preso le parole di Pirandello e le ha fatte rivivere rievocando il tono originario che l’autore impresse loro quando le scrisse. Come a restituire - per dirla con Jaques Derrida - al detto il suo dire originario e più autentico.
Un Berretto a sonagli elegante, essenziale, potente, bellissimo.

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Giovedì, 16 Marzo 2023 11:19

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