venerdì, 29 marzo, 2024
Sei qui: Home / B / BIANCA - di Gianni Guardigli

BIANCA - di Gianni Guardigli

Daniela Giovanetti in "Bianca". Daniela Giovanetti in "Bianca".

di Gianni Guardigli (un omaggio a Moby Dick di Herman Melville)
Interpreti: Daniela Giovanetti e Norina Angeini (organo e canto)
Scene e costumi: Laura Giannisi
Musica di scena: Enea Chisci
Progetto video. Mattia Mura. "I fuochi fatui" di Vinicio Capossela dall'album "Marinai, profeti, balene". Produzione: Gruppo della Creta- Roma
al Teatro Basilica di Roma dal 5 al 10 novembre 2019

www.Sipario.it, 10 novembre 2019

Sopra c'è il cielo / Sotto c'è il mare / A volte c'è la terra / Ma c'è più mare. / C'è più mare che terra... Inizia così Bianca un testo poetico di Gianni Guardigli quale omaggio a Moby Dick di Herman Melville, nel duecentesimo anno della sua nascita, messo in scena con una cura certosina da Alessandro Murro nel Teatro Basilica di Roma (una rinnovata struttura teatrale di 99 posti che s'affaccia sulla spaziosissima Piazza San Giovanni) avendo come unica interprete una straordinaria Daniela Giovanetti e accanto a lei una eccellente Norina Angelini all'organo, che esegue dal vivo musiche dal sapore gregoriano di Enea Chisci e che canta pure alcuni brani tratti dall'album Marinai, profeti e balene di Vinicio Capossela, quasi dei madrigali pregni di vocazione spirituale. Come ricorderanno i cultori della materia, il romanzo di Melville, tradotto da Cesare Pavese, uno dei più importanti della letteratura marinara in cui trova un posto di riguardo Conrad, Hemingway, Borges, Salgari... è il simbolo di tutto ciò che è ignoto e inafferrabile per l'uomo e ha come protagonista il giovane Ismaele che nello stesso tempo è narratore e testimone di una spedizione di caccia sulla baleniera "Perquod" guidata dal capitano Achab che ha giurato di vendicarsi di quel mostro bianco perché in un viaggio precedente gli ha strappato di netto una gamba. Daniela Giovanetti adesso vestendo i panni di Ismaele ma anche quelli di Achab e di Bianca (sì, la stessa balena che raffigura il mondo con i suoi mari e le sue terre) ci fa sentire d'esserci imbarcati con lei sulla "Perquod" e d'intraprendere una navigazione procellosa tra sbuffi di acqua salata, fantasmi di sirene, polpi giganti, foche barbute, capidogli e squali bianchi, in un viaggio senza ritorno assieme agli ufficiali Starbuch, Stubb, Flask, a Deggu, nero come il carbone, a tanti ramponieri sconosciuti dei quali si salverà solo Ismaele utilizzando la bara dell'amico indiano Queequeg quale imbarcazione di fortuna. Se Vittorio Gassman più di venti anni fa al Teatro Biondo di Palermo, su un impianto scenico di Renzo Piano, ne aveva fatto uno spettacolo gagliardo, ricco di metafore intorno all'uomo che non può arrestarsi di fronte alle avversità della vita, tant'è che l'aveva titolato Ulisse e la balena bianca e Antonio Latella una dozzina d'anni addietro al Teatro Argentina di Roma, con Giorgio Albertazzi nei panni di Achab, ne aveva fatto uno spettacolo in bianco e nero, denso di riferimenti all'eterna nemica, qui Guardigli privilegia il lirismo, il verso, narrato in bello stile da questo scricciolo di donna che è Daniela Giovanetti in grado di sfoderare lunghe unghie e una voce profonda, ingigantendosi sulla scena di Laura Giannisi, (composta da assi lignei per terra e da una vela bianca con cinque tagli in stile Lucio Fontana) diventando una forza della natura, entrando e uscendo da quegli squarci bianchi provvisti di pali, paletti, sartie gomene che ondeggiano e danzano al suono di ululati d'una tempesta, amplificata dai suoni dell'organo della Angelini e affrontando a viso aperto il suo nemico di sempre. Per chi non avesse letto il romanzo o visto questo spettacolo diciamo che l'inseguimento a Moby Dick si protrae sui mari per tre quarti del globo. Il clima dell'attesa offre lo spunto per lunghe riflessioni filosofiche e il bianco di quel cetaceo, come quello attorno alla scena lignea della Giannisi (suoi pure i costumi marinari) diventa metafora di tante realtà che trascendono la comprensione umana. Queequeg, l'unico vero amico di Ismaele, morirà prima che si concluda la storia e la vera caccia occupa solo gli ultimi capitoli del romanzo, quando avvistata e arpionata la Balena Bianca, costei trascinerà in una folle corsa non solo la barca inseguitrice, ma annienterà pure la nave con tutto l'equipaggio trascinando negli abissi lo stesso Achab, come qualcuno ricorderà nel noto film con Gregory Peck, quasi crocifisso sul suo dorso dalle corde degli arpioni. Nei giorni di programmazione c'è stato nello stesso Teatro Basilica un interessante incontro col pubblico su Melville, propiziato dallo studioso della materia Davide Brullo e lo stesso Gianni Guardigli.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Domenica, 10 Novembre 2019 14:11

Iscriviti a Sipario Theatre Club

Il primo e unico Theatre Club italiano che ti dà diritto a ricevere importanti sconti, riservati in esclusiva ai suoi iscritti. L'iscrizione a Sipario Theatre Club è gratuita!

About Us

Abbiamo sempre scritto di teatro: sulla carta, dal 1946, sul web, dal 1997, con l'unico scopo di fare e dare cultura. Leggi la nostra storia

Get in touch

  • SIPARIO via Garigliano 8, 20159 Milano MI, Italy
  • +39 02 31055088

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.