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BALLO DI IRÈNE (IL) - regia Andrea Murchio

Alessia Olivetti in "Il ballo di Irène", regia Andrea Murchio Alessia Olivetti in "Il ballo di Irène", regia Andrea Murchio

L'incredibile storia di Irène Nèmirovsky
scritto e diretto da Andrea Murchio

con la consulenza storiografica di Bruno Maida, docente di Storia contemporanea alla facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Torino

con Alessia Olivetti

scene e costumi Sara Santucci

light-design Pierpaolo Nuzzo
produzione Mirabilia Teatro
Teatro Franco Parenti, Milano, dal 5 al 10 marzo 2019

www.Sipario.it, 8 marzo 2019

Il ballo tragico di Irène Nèmirovsky: la scrittrice riscoperta

Una macchina da scrivere, una radio e una sedia su una pedana circondata da un filo spinato sono gli oggetti scenografici carichi di significato sufficienti a comprendere la vita di Irène Nèmirovsky, scrittrice e figlia di una ricca famiglia ebrea. Sono tre oggetti corrispondenti ai luoghi attraverso cui Irène, interpretata da Alessia Olivetti, ha percorso le tappe esistenziali come un "ballo" dai risvolti felici e allo stesso tempo tragici all'insegna dell'estetica e della scrittura. Tutto ha inizio a San Pietroburgo dove la macchina da scrivere diventa ben presto, per la protagonista, una strada possibile per trovare un'identità. La scrittura, per lei, è anche un antidoto alla noia soffocante e all'incapacità educativa della famiglia abbiente da cui proviene. Dopo un periodo trascorso in Finlandia, Irène si trasferisce con la famiglia a Parigi dove incontrerà il futuro marito con cui avrà dei figli. È lì che iniziano i suoi successi letterari tra cui un adattamento a un film cinematografico. Poco dopo, la radio diffonde la voce dell'invasione nazista. La protagonista verrà deportata in un campo di concentramento dove troverà la morte. Quello che segue è il ritrovamento delle sue opere da parte della figlia e il conseguente successo che, ancora oggi, inserisce la protagonista tra gli scrittori più importanti della letteratura francese. Nella recensione abbiamo volutamente dato risalto alla storia. Perché è questa a rappresentare l'aspetto più importante e più interessante di quello a cui abbiamo assistito. La recitazione di Alessia Olivetti e la regia di Andrea Murchio sono al servizio della storia che predomina su tutto. Se l'abbiamo apprezzata senza mai annoiarci dall'inizio alla fine, curiosi di sapere come sarebbe andata a finire, è grazie a una recitazione pulita e a una regia piacevolmente descrittiva e delicata. È attraverso questi due elementi che la vita di Irène Nèmirovsky ottiene un valore aggiunto per essere raccontata.

Andrea Pietrantoni

Ultima modifica il Venerdì, 08 Marzo 2019 17:11

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