con Raimonda Maraviglia, Alessandro Paschitto, Francesco Roccasecca
feat. Manuel Severino
testo e regia Alessandro Paschitto
Ctrl+Alt+Canc
Campania Teatro Festival
PREMI
In-Box Generation 2024
Giuria Critica a Direction Under30 2023
L’Italia dei Visionari 2023 (Kilowatt Festival)
UP TO YOU 2023
Odiolestate 2022 (Carrozzerie n.o.t.)
Intercettazioni 2022
In collaborazione con Piemonte dal Vivo – Corto Circuito
CineTeatro Baretti, Torino 15 16 gennaio 2025
Avete in mente di passare una serata sprofondati nel velluto della poltrona di una sala teatrale? Magari, di sonnecchiare, mentre qualcuno in palcoscenico si sforza e si dimena cercando di catturare la vostra pigra e stanca attenzione? Beh, lo spettacolo di cui andiamo scrivendo non fa per voi. Viceversa: riflettete qualche volta sul concetto di spettatore attivo e desiderate concedervi un’esperienza interattiva, che vi sorprenda, che anche vi metta al centro (scomodamente!) e in discussione? Segnate, dunque, questo titolo: Afànisi. Una parola difficile, dietro cui c’è la scoperta di un mondo e di un approccio alternativo. Andiamo con ordine. Cosa ha cambiato la pandemia dentro ciascuno di noi e in uno spazio condiviso come il teatro? Cosa resta della quarantena (parola che oggi si ha quasi paura a pronunciare), del lockdown e dell’isolamento, della chiusura dei luoghi dedicati alla fruizione e allo scambio di impulsi artistici? Per fortuna, il virus non ci ha impedito di riflettere, di fermare i pensieri sulla carta: per fortuna, viene da dire assistendo a spettacoli come AFÀNISI, drammaturgia di Alessandro Paschitto. Assistendo alla messinscena (che è anche diretta da Paschitto e che oltre a lui vede in scena Raimonda Maraviglia e Francesco Roccasecca) si percepisce la necessità di porsi al centro facendo il vuoto intorno: «Si può fare uno spettacolo in cui non c’è niente da vedere? Si può chiedere a te che leggi – sì esatto proprio tu, tu che ora te ne stai qui con queste parole davanti – cosa vuoi vedere? Qual è la prima cosa che ti viene in mente? Ecco, quella. Questo spettacolo parla di quella. E di molte altre che ancora non hai pensato». In parole povere: avete mai fatto una seduta di psicoanalisi? Consigliata a prescindere. Comunque, uno dei più comuni punti di partenza e principi, ripreso proprio dalla piéce Afànisi è: pensare la prima cosa che passa per la testa, quale che sia, facendone un “soggetto”. Dall’opera di Jacques Lacan: «Non c’è soggetto senza, in qualche modo, afànisi del soggetto. (…) Il soggetto appare qui come senso e altrove come fading, ovvero sparizione» (Jacques Lacan, Il Seminario XI - I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi). Afànisi è, dunque, sparizione e vuoto totale. Lo start, la tabula rasa da cui lo spettacolo di Paschitto va riempendosi a mano a mano di significati, attraverso e grazie alla partecipazione del pubblico. Un’energia veicolata dall’abilità fisica e oratoria dei tre interpreti: Alessandro, Raimonda e Francesco si muovono – sulle tavole di un palcoscenico vestito solo della loro presenza – impersonando figure guida ed esperti motivazionali, sulla base di un testo che si arricchisce come un ricamo delle emozioni e dell’interazione da parte del pubblico. Il risultato finale è sorprendente, senza dubbio: gli spettatori si aspettano qualcosa di “sperimentale” entrando in sala, ma non hanno idea fino in fondo. Si esce divertiti e con la voglia di mettersi in gioco, più a proprio agio stando al centro della scena: così come, forse, non si era immaginato mai. AFÀNISI va in scena al CineTeatro Baretti di Torino, tra i titoli della stagione Generazione Scenica pensata per le giovani compagnie e talenti emergenti. Alessandro Paschitto, autore di AFÀNISI – spettacolo prodotto da Campania Teatro Festival e da Ctr+Alt+Canc, Napoli – è anche il drammaturgo del bellissimo Animali selvatici, andato in scena lo scorso novembre al Teatro Astra di Torino. Una penna intelligente, che pone delle questioni importanti intrattenendo. Giovanni Luca Montanino