di Ivan Cotroneo
con Massimiliano Gallo, Fabrizia Sacchi, Orsetta De Rossi, Eleonora Russo, Diego D’Elia
scene Monica Sironi
costumi Alberto Moretti
luci Gianfilippo Corticelli
regia Ivan Cotroneo
produzione Giampiero Mirra per Diana Or. I.S. snc
Ferrara, teatro Nuovo Ferrara , 6 e 7 aprile 2024
Una porta d’ascensore è il simbolo di un’amore che sta per nascere, e nascerà. Sincero, passionale. Una relazione, precisiamolo. E’ quella che nasce complice il portone di cui sopra tra Giulio e Claudia, belli ma soprattutto reali, veritieri in questo gran bello spettacolo, Amanti, scritto benissimo da Ivan Cotroneo, interpretato altrettanto benissimo da un attore che può fare quel che vuole, a mio parere, da quanto è bravo, Massimiliano Gallo, e da un’attrice come Fabrizia Sacchi, che è sempre meravigliosa . I due hanno in comune una frequentazione da un’analista, ma la passione li travolge, pur essendo coniugati entrambi. I loro incontri si tengono nella più classica location, una stanza d’hotel, e la stessa Gilda Cioffi, l’analista, non sa di averli entrambi come pazienti. La scrittura di Cotroneo, ancora una volta come in tante altre occasioni di suoi lavori, si rivela preziosa perché indaga, e lo fa con efficacia, facendo incontrare battute spiritose a momenti più intimi e meno leggeri, con della musica azzeccata. E tra le pieghe della vicenda, dei personaggi fanno in qualche maniera specchio anche i rispettivi coniugi, Laura e Roberto. Doppie coppie incasinate in un tran tran disordinato, assuefatto, in cui se non si trova, si cerca una variazione, almeno così potrebbe essere. I malintesi che si creano fra tutti i personaggi sulla scena hanno dimostrazione proprio di una certa confusione, propria di un momento storico contemporaneo, di acidità sentimentali dal quale si cerca scampo, di avidità umane, ritmi troppo serrati di vita. La costruzione del testo è ottima, un vero congegno a orologeria dove gli attori ben ci stanno e ci giocano, con diversi temi trattati, un altro bene, questo, per il teatro perché approfondisce, scopre, rivela, e non è certo mai scontato. Quindi troviamo la coppia, il dualismo della stessa e le varie combinazioni anche psicologiche, ma anche, come l’autore stesso dichiara nelle note di regie, il rapporto col sesso, il tradimento, il matrimonio, e le relazioni umane soprattutto, fulcro e fonte di ogni controversia. Quella è la vita, quelli siamo noi, nel bene, nel male. Visti con ironia, simpatia, ma anche dentro. Raramente mi è capitato di vedere uno spettacolo, e questo lo voglio dire, dove fin dal primissimo istante il pubblico ride a crepapelle, perché di tragedie umane si tratta, si’, ma condite brillantemente, ed è un eufemismo, dal linguaggio di Cotroneo, che curando anche la regia trova due spazi dove agire con certa cognizione di causa, da autore importante qual è. Il divenire degli avvenimenti, fino al finale, naturalmente preferisco lasciarlo scoprire agli spettatori, ai prossimi, visto che la tournée proseguirà fino a oltre metà maggio di quest’anno. La commedia è tutta da scoprire, fin dal primo istante. Fin dal successivo momento che richiama il cinema, coi titoli di testa (e poi di coda, al momento opportuno). Degli spettacoli teatrali di questi ultimi anni credo di poter dire che sia il più divertente, in assoluto, al quale ho assistito, e credo lo confermino le risate sentite al teatro Nuovo Ferrara, nella replica pomeridiana domenicale col teatro pieno di gente. Di Gallo e della Sacchi si è detto, molto convincente è anche Eleonora Russo che incarna perfettamente l’acidità di certe donne, ma anche una certa malinconia arrabbiata causata da alcuni maschi di questo nostro mondo contemporaneo. Bene anche Orsetta De Rossi , che è la psicoterapeuta, e Diego D’Elia, che fa Roberto, il marito di Claudia. Sono diversi i momenti clou, nel bene e nel male ancora: ne butto lì qualcuno: uno dei figli di Giulio, Mario, i Sumeri, il gelo della passione contrapposto alla ragione, un viaggio natalizio, uno stato di gravidanza, che conclude, bene o male lo scoprirete vedendolo, la storia. Grande il successo, molte le chiamate. Francesco Bettin