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AMLETO – regia Giorgio Barberio Corsetti

"Amleto", regia Giorgio Barberio Corsetti. Foto Claudia Pajewski "Amleto", regia Giorgio Barberio Corsetti. Foto Claudia Pajewski

di William Shakespeare
Traduzione di Cesare Garboli
Adattamento e regia Giorgio Barberio Corsetti
Interpreti: Fausto Cabra (Amleto), Francesco Sferrazza Papa (Orazio / Attore), Giovanni Prosperi (Rosencrantz/ Osric), Dario Caccuri (Guildenstern / Prete), Paolo Musio (Claudio / Spettro), Diego Giangrasso (Laerte / Attore), Pietro Faiella (Polonio), Sara Putignano (Gertrude), Mimosa Campironi (Ofelia), Francesca Florio (Prima attrice / Attrice Regina / Soldato), Iacopo Nestori (Primo attore / Attore Re / Messaggero / Marinaio / Primo Becchino), Adriano Exacoustos (Attore / Luciano / Soldato/ Marinaio / Secondo Becchino)
Scene: Massimo Troncanetti
Costumi: Francesco Esposito
Luci Camilla Piccioni
Musiche e vocal coaching: Massimo Sigillò Massara
Movimenti: Marco Angelilli
Assistente alla regia: Tommaso Capodanno
Assistente scenografa: Alessandra Solimene
Produzione Teatro di Roma - Teatro Nazionale
TEATRO ARGENTINA 15 novembre - 4 dicembre 2022

www.Sipario.it, 29 novembre

Il primo Amleto l’ho visto da ragazzino con mio padre in un Cinema periferico di Messina che si chiamava Excelsior dove adesso campeggia una farmacia e un supermercato. Il protagonista era Laurence Olivier con frangetta bianca tutto chiuso nella sua mise nera. Poi, più grande, ho visto in Teatro tante altre edizioni proposte da Albertazzi, Carmelo Bene, Leo De Berardinis, Lavia, pure un’edizione elegante al Festival d’Avignone degli anni ’80 diretta da Patrice Chereau etc…etc…Stranamente Strehler e Ronconi non hanno mai messo in scena l’Amleto, l’opera, credo, più rappresentata al mondo. Dici Amleto e tutti sanno già di che si tratta. L’ultimo Amleto l’ho visto alcuni anni fa al Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto con la regia di Ninni Bruschetta e una compagnia di giovani attori con Angelo Campolo protagonista. Adesso è Giorgio Barberio Corsetti a metterla in scena al Teatro Argentina di Roma con uno spreco di energie e d’una scena nera in stile costruttivista, tra Tatlin e Craig, quella di Massimo Troncanetti, che occupa tutto il palco e che viene fatta ruotare a mano dagli stessi protagonisti, evidenziando terrazze, balconate e una veranda in basso piena di piante e fiori, dimora dei nuovi regnanti: la Gertrude della bionda Sara Putignano, quasi una mannequin che sfila chiusa nei suoi tailleurs colorati, un tempo moglie del vecchio re assassinato dal fratello Claudio, quello che con fare infido interpreta Paolo Musio vestito di grigio. Da qui avete capito che questo Amleto è ambientato ai giorni nostri con tutti i personaggi che indossano abiti attuali come tutti noi. Su tutti spicca il personaggio di Amleto del bravo Fausto Cabra, non solo per come è agghindato in jeans, camicia a fiori e giubbotto di pelle, ma perché sembra un giovane incazzato come tanti che s’incontrano al pub mentre sorseggiano una birra dalla bottiglia e che ad inizio di spettacolo si spara subito, con quel noto monologo sull’essere o non essere, che cosa ci facciamo a questo mondo. Tutto il resto è noto o noia direbbe Califano, domandosi chi scrive perché Corsetti debba masochisticamente mettere in scena lavori di Shakespeare che gli vengono male e non pensare piuttosto a Ovidio a Kafka che gli vengono bene, agghindando la scena con mezzi più poveri e con i personaggi che sbucano fuori in altorilievo come in quelle bianche pale barocche simili a dei retablo seicenteschi. Come è noto il giovane Amleto deve vendicare la morte del padre e lo fa in maniera raffinata e colta cercando di sputtanare lo zio assassino con mezzi teatrali, facendo interpretare dalla compagnia giunta a Elsiniore L’assassinio di Gonzago e vedere le sue reazioni facciali e corporali. Alla fine il piano va a scatafascio e ci sarà una carneficina: Amleto credendo di uccidere lo zio infilza Polonio padre di Ofelia ormai impazzita che si suiciderà senza andare in convento, mentre suo fratello Laerte sfiderà in duello Amleto che perirà a causa della punta della spada avvelenata, non prima d’aver ucciso il suo avversario e lo zio Claudio, mentre Gertrude morirà a sua volta bevendo il vino avvelato indirizzato ad Amleto. Amen.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Martedì, 29 Novembre 2022 22:32

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