di Bertolt Brecht
Regia di Daniele Gonciaruk
Interpreti: Pina Battiato, Eleonora Cicciò, Andrea Cinturrino,
Giuseppe Cinturrino, Gaetano Citto, Andrea De Francesco,
Mara Giannetto, Aurora Macri, Alessandra Mancuso,
Alessandro Oliveri, Rosalba Orlando, Stella Policastro,
Rosario Popolo, Laura Saporito
Produzione: Scuola Sociale di Teatro- Officine Dagoruk
Sala Laudamo di Messina 18 e 19 maggio 2019
Per la prima volta a Messina va in scena il capolavoro di Bertolt Brecht L'anima buona del Sezuan con gli allievi attori della Scuola Sociale di Teatro di Messina: Pina Battiato, Eleonora Cicciò, Andrea Cinturrino, Giuseppe Cinturrino, Gaetano Citto, Andrea De Francesco, Mara Giannetto, Aurora Macri, Alessandra Mancuso, Alessandro Oliveri, Rosalba Orlando, Stella Policastro, Rosario Popolo, Laura Saporito, guidati e diretti dall'attore e regista Daniele Gonciaruk. Lo spettacolo-saggio andato in scena alla Sala Laudamo, considerato da Gongiaruk una pietra miliare della drammaturgia contemporanea, ha avuto già lo scorso anno una prima edizione al Teatro Coppola di Catania. L'attore e regista messinese, di padre russo e madre siciliana, diplomato alla Silvio D'Amico, ricordando d'essere stato colpito da quando lo vide rappresentato per la prima volta al Piccolo Teatro di Milano con la regia di Giorgio Strehler, ha realizzato adesso una singolare messinscena che aveva una scenografia che sarebbe piaciuta molto a Mario Merz, composta da una sfilza di semplici e "povere" cassette lignee per la frutta disposte in modo da formare un insieme di case e palazzi del fantomatico Sezuan. L'anima buona del Sezuan, quasi una parabola laica è un'opera didascalica che consente allo spettatore di distinguere subito dove sta il bene e il male, coinvolgendolo emotivamente nei comportamenti umani dei protagonisti in scena, dai quali certamente capirà che in lui stesso può esistere uno sdoppiamento della personalità. E questo è il racconto: nella capitale della provincia cinese del Sezuan giungono tre dei in pellegrinaggio alla ricerca di qualche anima buona. E ne trovano una nella prostituta Shen Te, che accorda loro ricovero per la notte, grazie anche all'intercessione di Wang, l'acquaiolo, amico della donna. Il compenso per tale atto di bontà è una riguardevole somma di mille dollari d'argento che consentiranno a Shen Te di aprire un negozietto di tabacco e vivere meglio. Ma la munifica largizione è accompagnata dall'imperativo categorico di continuare a praticare la bontà. Fatale errore, insanabile incongruenza. La povera Shen Te si trova subito addosso uno sciame di parassiti e di postulanti, di falsi e veri bisognosi esigenti fino alla ferocia. A complicare la situazione interviene l'amore. Infatti Shen Te, non più costretta a praticare l'antico mestiere, può finalmente innamorarsi del giovane Yang Sun, che purtroppo è un povero aviatore disoccupato. La protagonista mostra quanto sia difficile vivere per chi ha troppe nobili intenzioni, e come sia inevitabile alla fine sdoppiarsi fino a vestire i panni implacabili di un cugino crudele che ristabilirà con atteggiamento severo e deciso l'ordine e la giustizia nella contea del Sezuan. Gli dei capiscono o fanno finta di non capire, perché loro esisterà sempre una via d'uscita e prima che cali il sipario, potranno tornarsene lassù, nella loro beata irrealtà.
Gigi Giacobbe