drammaturgia Laura Tanzi e Mauro Vaccari
progetto e regia Laura Tanzi
con Claudio Coco, Aurella De Rosa, Ana Gàrate Rubio, Valentina Guarino, Yasmine Mamprin, Demetrio Triglia
costumi Eleonora Costa con il contributo di Marco Lucia
scene Alessandra Brandi
suoni Maria Helga Nutolo
Fabbrica dell'Esperienza, Milano, dal 10 al 12 marzo 2017
La rivalsa di Ismene in un' "Antigone" contemporanea
Un pannello giallo dietro cui spunteranno, improvvise, le facce dei personaggi e alcune sedie ai lati del palco, che hanno lo scopo di attribuire al pubblico la funzione di coro, costituiscono la scenografia in cui si snoda l'"Antigone" nel riadattamento drammaturgico di Laura Tanzi, anche regista in questo spettacolo, e Mauro Vaccari. Antigone è, come nella tragedia originale, l'eroina, contrapposta alla più mite sorella Ismene, che decide di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice contro la volontà di Creonte, re della città stato immaginaria di Realgone. Attorno a questo focus narrativo si inseriscono altre sotto-storie e altri personaggi creati dai due autori. Entrano in scena, così, un picciotto, esponente di una famiglia malavitosa, legato a Creonte da un patto segreto e futuro sposo di Ismene; una balia, che ha cresciuto Antigone ed Ismene, come una seconda madre; e una coppia di guardie buffe e ciniche al servizio del re di Tebe; tutti personaggi accomunati da un destino, solo in apparenza, migliore di quello di Antigone. Il risultato sarà, oltre alla penosa fine che attenderà la protagonista, un matrimonio dai foschi contorni contraddistinto dalla solitudine di Ismene, una balia che assomiglia più a una schiava al servizio dei padroni e due guardie rassegnate a una vita non più modificabile. Il tutto in un intreccio narrativo dai toni drammatici con punte di leggerezza che strappano sorrisi.
Anti(real)gone affronta la tematica del potere in linea già con altri spettacoli della compagnia. È real perché aggiunge e comprende altri temi più attuali come la bassezza degli istinti, l'autoritarismo oltre ogni limite della "divisa", la tortura e le difficoltà dei legami famigliari. Ne risulta un quadro drammaturgico in cui la "storia" non viene "sporcata" ma impreziosita da alcuni innesti narrativi che non snaturano l'idea originale. Semai, riequilibrano il peso dei personaggi di Antigone ed Ismene. È un'operazione che Laura Tanzi e Muro Vaccari portano a termine con abilità stilistica e raffinatezza. La loro Ismene accentua quel carattere di arrendevolezza, contrapposto alla personalità ribelle della sorella, già presente nella tragedia di Sofocle, ma, in questo caso, in modo più esplicito e più chiaro. La sua funzione non è più quella di essere soltanto una figura di contrasto per mettere in risalto Antigone. Ismene, qui, ha una "statura" paragonabile a quella della sorella. La sua è una rivalsa drammaturgica. Gli altri personaggi aggiunti dai due autori non fanno da appendice alla storia ma risultano delineati secondo contorni esistenziali precisi che danno a loro dignità e motivo di interesse. Tutti bravi gli attori con una nota particolare all'Ismene, divertente ai confini della comicità e drammatica, interpretata da Yasmine Mamprin e al picciotto, dai toni surreali e farseschi, interpretato da Demetrio Triglia. La regia di Laura Tanzi mostra una progressiva maturazione artistica verso un proprio consolidamento stilistico. Ci offre una tragedia classica nella sua visione di "ricerca", prendendoci per mano e portandoci in un immaginario ricco di cambi di luce, di musiche e bolle di sapone verso un finale poetico che spinge il pubblico ad applaudire a più riprese.
Andrea Pietrantoni