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1989 CROLLI - regia Serena Sinigaglia

1989 Crolli 1989 Crolli Regia Serena Sinigaglia

uno spettacolo di Serena Sinigaglia
scene di Maria Spazzi
costumi di Federica Ponissi
luci di Alessandro Verazzi
suoni di Francesca Mizzoni
con Fabio Chiesa, Mattia Fabris, Matilde Facheris, Stefano Orlandi, Marcela Serli
Produzione A.T.I.R.- Milano 2008

www.Sipario.it, 13 aprile 2008

Quando si entra nella sala del Teatro Libero di Palermo c’è già in scena una donnina in bianca guêpière con mascherina e impermeabile d’identico colore che “batte” su e giù proponendo a qualcuno del pubblico prestazioni porcellone. Poi quando s’allontana al suo posto giungerà un giovane che su uno sgabello di polistirolo si bagnerà di continuo testa maglietta e jeans con rivoli d’acqua che vengono fuori da un invisibile tubicino. Eccolo poi indossare una giacca e una coppola di lana e con un piccolo registratore in mano intervistare un gruppo di giovani d’oggi su argomenti socio-politici focalizzando l’attenzione sui fatti accaduti nel 1989. L’ignoranza si mischia alla dimenticanza ed ecco il gruppo, per la serie “non dimenticare”, inscenare una pantomima sui fatti accaduti in Romania nel dicembre di quell’anno. Allorquando per il peggioramento delle condizioni economiche scoppierà una rivolta a Timisoara, innescando una più vasta sollevazione in tutto il paese, a capo della quale si porrà una composita dirigenza ex-comunista, riunita in un Fronte di salvezza nazionale, che decreterà la fucilazione di Ceausescu, presidente sino a quel momento di quella repubblica, e di sua moglie. I cinque attori ( Fabio Chiesa, Mattia Fabris, Matilde Facheris, Stefano Orlandi, Marcela Serli) vestono più personaggi ma insistono un po’ troppo sui fatti romeni, trattando più in superficie argomenti, come quelli della caduta del muro di Berlino, che avrebbero meritato più spazio, magari inserendo nello spettacolo quanto dichiarato da qualche parte la stessa Sinigaglia: lì dove argomentava, con una buona dose di verità e di ironia, che dopo il crollo: “comprai un piccolo pezzo di muro: andavano a ruba: tutti lo volevano per poter dire agli altri e a noi stessi che c’eravamo. In effetti, a ben guardare, non è crollato, piuttosto è stato comperato. Da noi. Se tutti coloro che hanno comprato i pezzi li mettessero insieme, il muro tornerebbe a esistere. Dunque non è morto, ha solo cambiato forma”. Solo un ricordo en passant di quel ragazzo di Tien An Men che ha fronteggiato e fermato tutto-solo un carro armato col cuore a mille e la mente ai limiti dello scoppio per aver compiuto un gesto così estremo e pericoloso. Come è stato solo un ricordo quel fatto più vicino a noi negli anni che ha visto la giornalista russa Anna Politkovskaja restare uccisa (il 7 ottobre 2006) all’ingresso di casa sua, alla periferia di Mosca, per le sue scomode inchieste sulla Cecenia e sulla Russia di Putin pubblicate sul quotidiano la Novaja Gazeta. Argomento quest’ultimo, meritevole da solo, d’essere trattato più in profondità, magari mettendo prossimamente in scena il gruppo milanese dell’A.T.I.R. quel testo di Stefano Massini Donna non rieducabile edito dalla Ubulibri.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Mercoledì, 07 Agosto 2013 12:26

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