Van Gogh Café Opera Musical – regia di Andrea Ortis
regia Andrea Ortis
arrangiamenti e composizioni Antonello Capuano
testi Andrea Ortis
scene Gabriele Moreschi
coreografie Marco Bebbu
luci e video Virginio Levrio
suono Francesco Iannotta
costumi Marisa Vecchiarelli e Myriam Somma
rielaborazione e direzione corale Elisa Dal Corso
orchestrazioni Francesco Coia
assistente alla regia Emma De Nola
animazioni 3D Tommaso Borello e Ludovico Gandellini
editing, mixing e mastering Simone Satta (Studio Diapason)
produzione MIC INTERNATIONAL COMPANY
produttore esecutivo Lara Carissimi
amministratrice di compagnia Luisa Iandolo
assistente di produzione Federica Zangari
PERSONAGGI E INTERPRETI
M. Louis Philippe ANDREA ORTIS
Madame Odile FLORIANA MONICI
Mademoiselle Aline CHIARA DI LORETO
Luc RAFFAELE FICIUR
Juliette LARA FERRARI
Vanille REBECCA ERROI
Sophie GIULIA MAFFEI
Camille FEDERICA DE RIGGI
Eugénie SERENA POMER
Cover MATILDE ASMINI
Olivier (chitarre) ANTONELLO CAPUANO
Henri (percussioni) MARCO MOLINO
Gregor (contrabbasso) LORENZO MASTROGIUSEPPE
Jacques (violino) LEONARDO MAZZAROTTO
Pierre (pianoforte/musette) ANDREA SALVADÈ
In scena a Milano, TAM Teatro Arcimboldi, dal 7 al 9 febbraio 2025
Cosa nasce quando la pittura e le proiezioni 3D si fondono con la recitazione, la danza e il canto all’interno di un Café Chantant Parigino? Proprio l’unione di tutte queste arti rende Van Gogh Café Opera Musical uno spettacolo unico. La storia è ambientata, come già detto, in un Café Chantant, dove artisti e lavoratori si preparano all’apertura del locale. Gli equilibri si rompono quando l’antiquario Monsieur Philippe porta nel Café un libro contenente disegni del pittore Vincent Van Gogh e lettere che scambiò con il fratello Theo. Pian piano, le vicende di Van Gogh iniziano a penetrare nei cuori di tutti e ciascuno dei personaggi ne riconosce un tratto o un vissuto in sé stesso. Questo fa sì che ognuno di loro cambi nel corso della trama, ma lasciando un finale aperto, in modo che gli spettatori possano fare congetture sul futuro dei protagonisti. Ad animare il Café Chantant troviamo una band composta da cinque musicisti che suonano dal vivo, e un corpo di ballo di donne davvero talentuose, che portano allegria all’interno del locale e danno vita ai quadri di Vincent, come viene amichevolmente apostrofato dai personaggi. Chi mantiene ordine e rigore all’interno del Café per far sì che il debutto abbia successo è il cameriere Luc, un giovane cameriere che si immedesima in modo particolare nella vita del pittore. L’interpretazione di Raffaele Ficiur è molto intensa e sentita, fino a a trasmettere al pubblico la disperazione causata dalla solitudine di Van Gogh negli ultimi anni, quando viene abbandonato persino dal suo unico amico, il collega Gaugin. Al Cafè lavora anche sua sorella Aline, una ballerina che, però, ama anche cantare, e sogna di poter far sentire la sua voce oltre le quattro mura della sua stanza. Chiara Di Loreto porta sul palco una ragazza che sa stare al suo posto, ma con l’ambizione di raggiungere ciò che desidera. La star del Café è Madame Odile, che ha in comune con il pittore il fatto di aver preso il nome del primo figlio morto in tenera età; perciò, come lui, fin dalla nascita porta il peso della vita di qualcun altro. Floriana Monici mette in scena una donna acida e pungente, ma l’incontro con le vicende del pittore portano la sua Madame Odile a una presa di coscienza, il che la rende affettuosa e quasi materna con Aline, fino a passarle il testimone. A sconvolgere gli equilibri del personale del Café è un antiquario, con il suo libro e i suoi aneddoti su Vincent Van Gogh. Il Monsieur Philippe di Andrea Ortis è un uomo colto e carismatico: con la sua passione ed energia, affascina le persone e instilla in loro dubbi su loro stessi. La trama, però, risulta un po’ debole, poiché si sviluppa a volte molto lentamente, mentre a tratti i cambiamenti avvengono in maniera così repentina da non far capire appieno cosa abbia portato un certo personaggio a prendere una certa strada o decisione. A livello scenografico, lo schermo per proiezioni posto tra palcoscenico e ribalta si conferma una scelta vincente, qui più ancora che ne La Divina Commedia Opera Musical, portato in scena dalla stessa produzione. Sulla tela, i quadri si animano grazie a movimenti ed effetti 3D, e la trasparenza del supporto fa sì che, nonostante la proiezione, il racconto possa continuare sia davanti che dietro il dipinto. Le coreografie di Marco Bebbu in alcune scene rendono vivi i quadri, in altre mostrano la versatilità delle ballerine del Café Chantant, mettendole alla prova con vari stili, tra cui tip tap, flamenco e danza moderna. Per quanto riguarda i brani, i grandi successi francesi di sicuro fanno entrare il pubblico nell’ambientazione parigina, ma i sovratitoli sono scritti in carattere troppo piccolo e sfocato e non tutto il testo è tradotto, rendendo difficile capire quando la traduzione sia presente e quando no. Le canzoni originali in italiano, invece, avrebbero meritato più spazio: sono belle, orecchiabili e intense (“Sono sempre stata un riflesso, una menzogna ben vestita” canta per esempio Madame Odile, quando capisce che fino ad allora si è convinta di essere qualcuno che in realtà non è). Van Gogh Café Opera Musical è di certo un progetto interessante e ambizioso, che può e deve migliorare in alcuni tratti, ma ha le potenzialità per essere davvero uno spettacolo innovativo, istruttivo e impegnato. Simona Zanoni