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TURANDOT - regia Henning Brockhaus

Turandot Turandot Regia Henning Brockhaus

Dramma lirico in tre atti e cinque quadri
Libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni
Musica di Giacomo Puccini
direttore: Alain Lombard, regia: Henning Brockhaus, scene e costumi: Ezio Toffoluti, coreografia: Maria Cristina Madau
con Giovanna Casolla, Antonello Palombi, Mina Tasca
orchestra, coro e corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma
Roma, Terme di Caracalla, dal 27 luglio al 9 agosto 2007

Avanti, 15 agosto 2007
Il Giornale, 29 luglio 2007

Una vibrante "Turandot"

Anche in questa stagione, come già avvenuto nella precedente, a beneficio degli appassionati della musica lirica, è andata in scena alle Terme di Caracalla la "Turandot". Dramma lirico in tre atti su musica di Giacomo Puccini e su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni; l'opera ha rappresentato un altro degli eccezionali appuntamenti della stagione estiva. A dirigere l'Orchestra del Teatro dell'Opera è stato il maestro Nello Santi, maestro del coro Andrea Giorgi. A curare una regia ricca di fantasiosa spettacolarità ha provveduto Hanning Brockhaus. Le scene e i costumi sono stati firmati da Ezio Tuffolutti, mentre Maria Cristina Madau ha provveduto alle coreografie. Un pubblico numeroso e cosmopolita, alla fine delle loro interpretazioni, ha applaudito a lungo i protagonisti dell'opera pucciniana, e in particolare Marcello Giordani, Antonello Palombi, Giovanna Casolla, Adriana Marfisi e Michail Rissov. Ma eccoci a parlare della prima della "Turandot" a La Scala, allorquando in quel lontano 25 aprile del 1926 il maestro Arturo Toscanini, giunto al terzo atto, dopo "La morte di Liù", deposta la bacchetta, si rivolse al pubblico dicendo "Qui il maestro è morto", lasciando, quindi, il pubblico nel più pensoso silenzio. Dopo solo quattro giorni, il 29 aprile 1926, l'opera venne messa in scena anche al Teatro Costanzi, concludendo il 30 maggio dello stesso anno l'attività lirica del Teatro. Interpreti furono Bianca Scacciati, Rosina Torri e Francesco Merli sotto la direzione di Edoardo Vitale. Fra le interpreti delle numerose edizioni successive si ricordano Gina Cigna e Amy Shuard. Turandot è stata, inoltre, più volte rappresentata anche nella suggestiva cornice delle Terme di Caracalla; tra gli interpreti delle diverse stagioni all'aperto spiccano Maria Callas, Mario Del Monaco, Giacomo Lauri Volpi e Magda Olivero. I melomani ben sanno che quest'opera, nella tessitura fiabesca di Carlo Gozzi, condusse il compositore al di fuori del suoi argomenti prediletti che stavano tra il fiabesco ed il sentimentale, di cui le tre operine del Trittico avevano offerto un ultimo compendio. A suggerire a Puccini, nel marzo del 1920, la fiaba teatrale del veneziano Carlo Gozzi, fu Renato Simoni, giornalista, specialista di teatro veneto e autore nel 1903 di una fortunata commedia incentrata proprio sulla figura dell'antagonista di Goldoni, oltre che competente sinologo. Fin dall'inizio Simoni prospettò a Puccini un'opera rivolta alla "inverosimile umanità del fiabesco" e la cosa piacque al musicista che, già nella fase dei primi progetti, indicò nella "esaltazione amorosa di 'Turandot' che per tanto tempo ha soffocato sotto la cenere del suo grande orgoglio" la chiave attraverso la quale interpretare il soggetto gozziano. Che lo stesso Giacomo Puccini ne fosse cosciente oppure no, ciò gli avrebbe dato possibilità di sviluppo drammatico assai diverse da quelle messe in atto, ad esempio, da Ferruccio Busoni nella sua "Turandot" (che per inciso è assai improbabile che egli avesse avuto modo di conoscere). Nella stesura del libretto Puccini affiancò a Simoni, l'ormai collaudato Fiuseppe Adami, intendendo così ristabilire quella collaborazione a tre, tra ideatore della trama (Simoni), versificatore (Adami) e musicista, che era stata il metodo di lavoro con Giouseppe Giacosa e Luigi Illica, dal quale erano nate "Boheme", "Tosca" e "Madama Butterfly".

Renato Ribaud

Turandot sposa il principe Calaf a Caracalla

Durante una festa di paese - perché no a Torre del Lago? - arriva in piazza un carro di Tespi; si rappresenta una storia cinese, la favola di Turandot, con il concorso degli ignari paesani. Ognuno assume un ruolo con relativo costume, e Turandot di Giacomo Puccini, ha inizio. «Popolo di Pechino», grida il banditore, il principe di Persia, l'ultimo pretendente alla mano della principessa, sta per essere decapitato, non avendo saputo sciogliere gli enigmi previsti. Fra la folla, si fa avanti spavaldo un altro pretendente, catturato dallo sguardo della principessa. Non servono a dissuaderlo dall'impresa rischiosa i consigli della folla e di suo padre, vecchio e malandato re finito in cattività in Cina, assistito dalla schiava Liù. Lui scioglie gli enigmi e dunque Turandot deve sposarlo. Ma il principe pone a sua volta un enigma alla principessa: deve indovinare il suo nome. Liù, l'unica che può rivelarlo, si sacrifica, offre al principe il suo silenzio, uccidendosi. A questo punto, dove termina la musica di Puccini, morto di cancro senza poter completare l'opera, Brockhaus dichiara conclusa la favola. Il seguito si svolge sempre in piazza, ma senza costumi; dalla favola si torna alla vita reale. Turandot come la terribile Elvira, donna del musicista; il principe Calaf, lo stesso Giacomo Puccini, e Liù, la tenera Doria Manfredi, cameriera di casa Puccini, spinta al suicidio dalla gelosia di Elvira. Ai piedi del carro-palcoscenico c'è già il sindaco con fascia tricolore, i testimoni, ed Elvira e Giacomo che, riconciliati, si uniscono in matrimonio.
Alain Lombard dal podio ha dato vigore all'opera pucciniana, strumentalmente innovativa; la compagnia di canto - nelle parti principali: Giovanna Casolla, determinata ancorché sicura nella voce; Antonello Palombi, Calaf di grande smalto; e Mina Tasca - Yamazaki, commovente, intensa Liù - risultava abbastanza omogenea ed apprezzabile. Saltimbanchi, illusionisti, mimi, ballerine e comparse a volontà.
Applausi di rito dopo il triplice «Vincerò»; tutto esaurito; pubblico internazionale e di ogni età. Si replica da questa sera fino a giovedì 9 agosto.

Pietro Acquafredda

Ultima modifica il Mercoledì, 17 Luglio 2013 10:00
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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