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LA TRAVIATA - regia Franco Zeffirelli

"La Traviata", regia Franco Zeffirelli. Foto ENNEVI "La Traviata", regia Franco Zeffirelli. Foto ENNEVI

Melodramma in tre atti
Libretto di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi
DIRETTORE Marco Armiliato
REGIA E SCENE Franco Zeffirelli
COSTUMI Maurizio Millenotti
LUCI Paolo Mazzon
COREOGRAFIA Giuseppe Picone
Personaggi e interpreti
VIOLETTA VALÉRY Aleksandra Kurzak
ALFREDO GERMONT Freddie De Tommaso
GIORGIO GERMONT Luca Salsi
GASTONE DI LETORIÈRES Matteo Mezzaro
FLORA BERVOIX Valeria Girardello
ANNINA Yao Bohui
BARONE DOUPHOL Roberto Accurso
MARCHESE D’OBIGNY Dario Giorgelè
DOTTOR GRENVIL Francesco Leone
GIUSEPPE Max René Cosotti
DOMESTICO/COMMISSIONARIO Stefano Rinaldi Miliani
PRIMA BALLERINA Ana Sophia Scheller
PRIMO BALLERINO Alessandro Staiano
Maestro del Coro Ulisse Trabacchin
Coordinatore del Ballo Gaetano Petrosino
Orchestra Coro, Ballo e tecnici della Fondazione Arena di Verona
Verona, Arena, 1 settembre 2022
99°Arena di Verona Opera Festival

www.Sipario.it, 11 settembre 2022

Ultima rappresentazione in Arena de La Traviata in questo incipiente settembre, che avvia la conclude della lunga stagione estiva in Arena, replica che si è presentata affollata in ogni ordine di posti e di settore.
Archiviate le polemiche sulle prestazioni di Placido Domingo, si ritorna alla musica, con la certezza dell'allestimento collaudato di Zeffirelli del 2019 (ottava replica) e della presenza del soprano Aleksandra Kurzak, prima Violetta nello spettacolo inaugurale del Festival 2019, unica sua presenza in questa stagione.
Si può sorvolare su questo complesso ultimo allestimento di Franco Zeffirelli, più volte descritto e commentati, di cui va il merito per quell'introduzione con il funerale di Violetta/Margherita/Alphonsine fatto di rintocchi di una campana a morto, di un carro funebre e un piccolo seguito mesto, seguito dalle note lente del preludio, quasi una marcia funebre, di un opera che inizia con una gran festa a sottolineare il labile confine tra la vita e la morte.
Protagonista assoluta di questa Traviata è stata lo spettacolo in sé medesimo nella sua unitarietà scenica, cori, ben gestiti da Ulisse Trabacchin, (gli si perdona uno sfasamento iniziale poi rientrato), di coreografie nel secondo atto della festa nel palazzo di Flora, con l'orchestra che ha sempre risposto ai gesti di Marco Armiliato, con il suo gran lavoro di attenzione a tutto quanto succedeva in palco, sostenendo la scena, dove era necessario, e adeguandosi alle esigenze dei cantanti, senza perderli di vista.
Una serata che ha avuto anche un senso con la presenta del soprano polacco Aleksandra Kurzak. Fu la protagonista della prima nel 2019, con una prestazione interlocutoria. Questa volta ha dimostrato di essere in piena forma delineando una Violetta di carattere, volitiva, in possesso di tutte le qualità vocali e di interprete per dominare il personaggio, giustamente istrionica che coglie appieno le sottolineature musicali che caratterizzano il personaggio e consapevole di essere padrona della scena. Emozionante l'Addio del passato" che si è concluso con un lungo LA finale con esattamente il "filo della voce" che Verdi richiede nella partitura, con la conseguente ovazione da parte dell'anfiteatro.
Accanto, come Giorgio Germont, il baritono Luca Salsi. Nulla da eccepire sulla sua prestazione vocale, incline al declamato, evidenziato in Di provenza; nel rispetto della linea melodica quando c'è l'esigenza di cantare, dominando la parte con il complesso concertato finale del II atto, sulle parole Di sprezzo degno sé stesso rende chi pur nell'ira la donna offende...
Ci si aspettava qualcosa di più nel giovane tenore italo-britannico Freddie De Tommaso, già affermato nei principali teatri europei, trionfatore del Concorso Viñas nel 2018.
Forse poco adatto, per la sua vocalità cupa e ombrosa a tratti baritonale, al ruolo di Alfredo che richiede buon fraseggio, timbro ampio e squillante, lirico e doloroso nel contempo. Gli è mancata una giusta esuberanza nel sostenere il ritmo incalzante di alcuni passi dell'opera specie, del II atto, con i duetti con Violetta e Germont. La conseguenza è stata una prestazione certamente corretta, ma nulla di più, con una resa sfuocata del personaggio, privo di slancio e di brillantezza non tanto per problemi di vocalità, quanto per limiti di estensione che si bloccava nella tessitura più alte, apparsi fin dall'iniziale Brindisi e confermate dal successivo momento Un dì felice, eterea. Gli applausi finali alla ribalta, più di cortesia che di convinzione, lo hanno dimostrato.
Il complesso della locandina Matteo Mezzaro, Valeria Girardello, Roberto Accurso, Dario Giorgelè, Francesco Leone, Max René Cosotti, Stefano Rinaldi Miliani, funzionali allo svolgimento dell'opera. Interessante la Annina di Yao Bohui.
Il pubblico ha segnato con applausi e acclamazioni il finale della rappresentazione e, con particolare entusiasmo, l'apparizione alla ribalta della Kurzak e di Armiliato, dimostrando, nei vari titoli della stagione, una omogeneità di conduzione, che pur senza slanci di prestazione o particolari letture interpretative, si è dimostrata attento e rispettoso del complesso in palcoscenico e, di conseguenza, all'orchestra che ha dimostrato di adattarsi alle esigenze di ogni serata diversa.

Federica Fanizza

Ultima modifica il Sabato, 17 Settembre 2022 08:47

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