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TRAVIATA (LA) - regia Liliana Cavani

"La traviata" - regia Liliana Cavani. Foto Marco Brescia e Rudy Amisano, Teatro alla Scala "La traviata" - regia Liliana Cavani. Foto Marco Brescia e Rudy Amisano, Teatro alla Scala

Musiche: Giuseppe Verdi
Libretto: Francesco Maria Piave
Direttore: Marco Armillato
Maestro del coro: Bruno Casoni
Regia: Liliana Cavani
Scene: Dante Ferretti
Costumi: Gabriella Pescucci
Coreografia: Micha Van Hoecke
Luci: Marco Filibeck
Cast del 14.03.2019
Violetta Valéry: Angel Blue
Flora Bervoix: Chiara Isotton
Annina: Caterina Piva (solista dell'Accademia Teatro alla Scala)
Alfredo Germont: Francesco Meli
Giorgio Germont, suo padre: Plácido Domingo
Gastone, Visconte di Letorières: Riccardo Della Sciucca (solista dell'Accademia Teatro alla Scala)
Barone Douphol: Costantino Finucci
Marchese d'Obigny: Antonio Di Matteo
Dottor Grenvil: Alessandro Spina
Giuseppe, servo di Violetta: Sergei Ababkin (solista dell'Accademia Teatro alla Scala)
Domestico di Flora / Commissionario: Jorge Martínez (solista dell'Accademia Teatro alla Scala)
Solista per le danze del secondo atto: Massimo Garon
Coro, Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Produzione Teatro alla Scala
Teatro alla Scala, Milano 14 marzo 2019

www.Sipario.it, 19 marzo 2019

L'undicesima rappresentazione scaligera de La traviata della stagione operistica 2018-2019, svoltasi giovedì 14 marzo ha registrato il tutto esaurito. La spiegazione è semplice e va ravvisata nel cast di interpreti e, soprattutto, nel ritorno al Piermarini di una leggenda del bel canto quale Plácido Domingo.
Delle caratteristiche salienti di questa produzione si è avuto modo di dire recentemente. Per non indugiare su questi aspetti, si rinvia gentilmente il lettore a quanto scritto. Si confermano positivi i riscontri per il tenore genovese Francesco Meli, alias Alfredo Germont, per il coro diretto con maestria da Bruno Casoni, e per il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, in particolare per il solista Massimo Garon.
Pulita e ben concertata l'interpretazione musicale impressa dal direttore Marco Armillato, che con fine sensibilità ha regalato all'uditorio un'opera piacevolmente trasognante, in un equilibrato connubio di allegrezza e mestizia.
La soprano californiana Angel Blue si è imposta per la sua presenza avvenente e statuaria, plasmando con la sua bella voce calda e morbida una Violetta di carattere e gran tempra, dal gusto realistico ‒ per esempio, nel terzo atto, il suo ripetuto tossire ‒, ma forse visivamente un poco distante dalla fragilità attribuitale dall'immaginario drammaturgico.
Protagonista assoluto e vero trionfatore è stato Plácido Domingo, tenore, baritono e direttore d'orchestra, artista fra i più stimati e celebri nel panorama operistico mondiale per il carisma e le straordinarie tonalità della sua voce. La sua interpretazione di Giorgio Germont, il padre di Alfredo, è l'espressione non soltanto dell'insuperabile talento e della versatilità vocale, ma di una classe e raffinatezza difficili da eguagliare. Il suo personaggio riempie la scena in modo magnetico, imprimendosi per una gestualità attenta e aristocratica ‒ come non notare il suo modo di inchinarsi a madame Violetta ‒, mai disgiunta da una voce superba nell'emozione, pronta a esprimere in musica anche le note di una sensibilità affettuosa e i tratti di un accorato rammarico, sentimenti tutti a cui egli si richiama per arricchire d'umanità il suo ruolo di padre.
È difficile, anzi è fortunatamente impossibile, non farsi catturare dal fascino di Plácido Domingo, artista amatissimo dal pubblico, che a stento si è trattenuto dal profondersi in ovazioni e che, alla fine, non ha esitato ad avvolgere con scroscianti applausi un uomo che da decenni incarna tutti i valori della bella musica. Ma la bellezza di un artista quale Domingo risiede anche nella sua affettuosa e riconoscente sensibilità. All'atto di ringraziare il suo uditorio, dal proscenio, con un alternanza di capo reclinato e sguardi diretti ai palchetti e al loggione, Plácido Domingo sembra raggiungere ogni suo ammiratore.
Un innegabile successo è da ascriversi anche a questa replica scaligera de La traviata, con l'intima consapevolezza di quanto trainante e, nel complesso determinante, sia stato l'apporto artistico e umano, per bravura ed esperienza, di Plácido Domingo, insuperato e raffinato interprete, fra i migliori di tutti i tempi.

Selene I.S. Brumana

Ultima modifica il Venerdì, 22 Marzo 2019 09:25

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