repertorio Garinei e Giovannini
testi Jaja Fiastri e Bernardino Zapponi
musiche Armando Trovajoli
regia Antonio Ricchiuti
assistente alla regia Alessandro Vitale
coreografie Jessica Baccino e Marco Valentino
disegno luci/video Alessandro Vitale
disegno audio Luigi Cozzi
produzione TMD entertainment su licenza di ShowBees
PERSONAGGI E INTERPRETI
Max ANTONIO RICCHIUTI
Adelina SARA CAMPANA
Principe Poniatoski NINO FORMICOLA
Sora Lalla CLELIA PISCITELLO
Sora Cleofe ANNAMARIA VERSIENTI
Il Maligno ENZO GIRALDO
Rozzano (MI), Cinema Teatro Fellini, l’1 e 2 febbraio 2025
E se si potesse tornare in un preciso momento della propria vita per cambiare il corso delle cose? È questo il tema trattato in questa brillante commedia musicale tutta italiana che, nonostante i suoi quasi quarant’anni, appassiona e diverte spettatori di tutte le età. Il cast è composto da un ensemble di giovanissimi artisti, che catturano l’attenzione del pubblico e si cimentano con successo in numeri corali che richiedono precisione e sincronismo. Il Maligno, che comparirà in “carne e ossa” solo alla fine del secondo atto, è Enzo Giraldo: fino ad allora, bastano solo la sua voce profonda e la risata demoniaca a trasmettere la malvagità e la crudeltà del suo personaggio. Annamaria Versienti è Sora Cleofe, una comare romana che ha una bancarella di pesce al Campo de’ Fiori. La sua vicina di mercato è Sora Lalla con la sua bancarella di frutta e verdura, interpretata da Clelia Piscitello. Le due attrici danno vita a una coppia buffa e caricaturale, con l’abitudine di scambiarsi pettegolezzi e giocare a carte scommettendo soldi. Nel ruolo di Poniatoski, il ricchissimo principe polacco che possiede una reggia a Roma, c’è un ospite d’eccezione: Nino Formicola. Egli fa emergere il carattere borioso e lascivo del suo personaggio, ma anche il suo lato ironico. Poniatoski risulta, di fatto, vittima degli eventi, e spesso appare spaesato, poiché non riesce a comprendere che cosa succeda intorno a lui. A Sara Campana è affidata la protagonista femminile: Adelina, un’anziana vecchietta all’inizio del racconto, che è però richiamata a tornare indietro nel tempo per rivivere la sua gioventù e riparare all’errore che rimpiange, ovvero quello di non aver dato una chance al principe. Il fatto di dover interpretare un’anziana e subito dopo una ragazza nel fiore degli anni (e cantare in entrambi i casi) non è di certo una passeggiata. Un’altra difficoltà che Sara Campana supera egregiamente è lo sviluppo della figura di Adelina, che all’inizio non ha grande consapevolezza di ciò che vuole, ma pian piano tira fuori una sicurezza e un coraggio inaspettati. Il protagonista maschile Max è senza dubbio il più complesso. Tuttavia, Antonio Ricchiuti conquista la platea con il suo carisma, la sua bravura e la sua capacità di cambiare personalità in un batter d’occhio. Tutti i personaggi che rientrano nel suo ruolo (il diavolo, Max, Santa Pupa e perfino l’imitazione di Sora Cleofe) necessitano di un interprete che sia decisamente fuori dagli schemi. E Antonio Ricchiuti è sempre credibile, fa ridere il pubblico ed emoziona con i suoi brani. La scenografia è semplice ma d’effetto, con una macrostruttura che è la casa di Adelina, mentre le luci sono essenziali per accompagnare i momenti clou della narrazione, ad esempio quando il diavolo riporta Adelina indietro nel tempo. Molto belli e vari i costumi: quelli dell’ensemble passano dall’abbinamento casual jeans e maglietta nella prima scena (poiché ambientata ai giorni nostri) all’eleganza degli abiti per la serata di gala a casa del principe. Quelli di Max, in più, sono anche pratici, poiché gli spetta ben più di un cambio veloce. Per finire, le canzoni sono facili da ricordare, piacevoli e brillanti, con testi diretti e sagaci. Ne sono un esempio lampante i brani La cavatina della cipolla, un elogio a Adelina tramite un elenco dei pregi della cipolla, e Tette e chiappe, dove in realtà le due parti del corpo vengono citate sempre come pere e mele; da notare, tra l’altro, che i protagonisti di entrambe le canzoni appena citate sono gli ortaggi, ovvero i prodotti venduti da Adelina e sua mamma. Insomma, questa commedia musicale è da non perdere. Fa passare una serata di spensieratezza, ma fa anche riflettere su come le scelte che facciamo influiscano sul nostro futuro e su come viviamo il nostro tempo. Come dice Adelina nel brano che dà il titolo allo spettacolo, “La vita nun fa prova generale/te sbatte in palcoscenico e po’ alé/se la commedia viene bene o male /solo al finale se potrà sapè”. Simona Zanoni