storia da suonare, ballare, recitare
di IGOR STRAVINSKIJ
UNCONVENTIONAL ORCHESTRA di AMAT
Direzione musicale Concetta Anastasi
Messa in scena Paola Benocci
Con Enrico Costantini, Paola Benocci
Con la partecipazione del BALLETTO di SIENA diretto da Marco Batti
Danzatrice Nicole Perfigli
E con la partecipazione straordinaria di
VINCENZO BOCCIARELLI
Una produzione AMAT
SIENA in OPERA 2024-5
Teatro in musica
Siena, Teatro dei Rozzi, 14 novembre 2024
Come mai questa Storia del soldato da cantare, suonare e recitare ci è parsa per la prima volta emotivamente coinvolgente, lasciandoci con l’amaro in bocca? Eravamo così affezionati al tono surreale ed anche alla comicità che talvolta accentuava lo spirito burlesco in questa creazione ormai iconica, da cui sai cosa aspettarti… la straordinaria modernità della musica per esempio, sempre stupefacente anche se il tempo passa, ogni intervento musicale riesce ancora a stupirti. La crudeltà della rivisitazione stravinskiana di miti antichi non la percepisci più, in quel gioiello estetico. Ma qui l’Histoire du soldat è davvero la storia di un soldatino della campagna toscana, ingenuo e sprovveduto (un perfetto Enrico Costantini) del tutto nelle mani del perfido demonio (un Vincenzo Bocciarelli che si diverte a fare il cattivo che di più non si può) e poi noi sappiamo bene quanto possa essere pericoloso uno strumento tecnologico che cerchiamo spesso senza riuscirci a strappare da mani troppo ingenue e qui prende il posto del libro, e sembra tutto così vero. Perché la nuova messa in scena di quest’opera ormai antica è stata pensata con alcune classi delle superiori, quelle che hanno aderito al progetto dell’educazione all’Opera della nostra provincia, e cosa mai si può pensare di più pericoloso, nelle mani di adolescenti sprovveduti? Il coinvolgimento anche degli adulti è assicurato. Bocciarelli ha conosciuto Benocci alla scuola di Strehler, e si vede, e si sente la loro consonanza, una professionalità che ama la perfezione. Ma avevamo cominciato questa recensione col porre in primo piano la musica, che rende la fiaba così speciale: eccellente l’dea di collocare in scena i musicisti dell’Unconventional Orchestra di Amat, a far parte della storia, la musica dal vivo è più viva, perdonate il pleonasmo, dunque più coinvolgente. Così come la dolcissima virtuosa della danza Nicole Perfigli, del Balletto di Siena, una creatura che riesce colla sua figura angelica e con l’eccellenza artistica a dare il senso della fragilità, quindi a renderci addolorati per la prima volta per la conclusione crudele di questa favola, che della favola ha perso la proiezione nel passato e nell’irrealtà, del rassicurante c’era una volta… Quale sarà mai l’oggetto che non nomino?. Annamaria Pellegrini