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SHÉHÉRAZADE - testi di Donatella Donati

Paola Pitagora, Marco Sollini e Salvatore Barbatano in “Shéhérazade”. Foto Antonio Magazzino Paola Pitagora, Marco Sollini e Salvatore Barbatano in “Shéhérazade”. Foto Antonio Magazzino

di Nikolaj Andreevic Rimskij – KorsAkov – versione per pianoforte a 4 mani dell’Autore
testi di Donatella Donati
tratto da “Le Mille e una notte”
con Paola Pitagora, voce recitante, Marco Sollini e Salvatore Barbatano, pianoforte a quattro mani
Racconto I – Il mare e la nave di Sinbad, Largo e Maestoso, Allegro non troppo
Raccconto II – La leggenda del Principe Kalendar, Lento. Andantino. Allegro molto
Racconto III - Il giovane Principe e la giovane Principessa, Andantino quasi Allegretto
Racconto IV – festival a Baghdad. Il Mare, Lo scontro della nave contro una scogliera sormontata da un Cavaliere di Bronzo, Allegro molto. Vivo
Festival Settimane Musicali al Teatro Olimpico
Vicenza, teatro Olimpico, 10 giugno 2022

www.Sipario.it, 13 giugno 2022

Le novelle de “Le Mille e una notte” navigano in fluttuanti e fascinose atmosfere tanto da indurre il lettore o chi le dovesse ascoltare di poter perdersi in quegli inebrianti momenti, dove l’Oriente esce con tutta la sua carismatica immagine, e dove luna, mare, principesse e principi, Sultani sono protagonisti. Shéhérazade è una di loro, la principessa che si sacrifica a nome di tutte le altre destinate a una fine annunciata, fine dicitrice davanti al Sultano Shahriyar e ribaltatrice, soprattutto, della situazione venuta a crearsi (il tradimento della moglie al Sultano e la sua voluta e decisa rappresaglia nei confronti delle giovani vergini concubine, amarle e ucciderle subito dopo). La ragazza si salva anch’ella da un destino dal quale pareva non avere scampo, ma grazie alla sua abilità di narrratrice incanta il Visir, salvando le vite alle sue compagne, diventandone la sposa. Naturalmente questo non è che un brevissimo estratto di un libro dalle copiose pagine, lo stesso estratto a sua volta piluccato per uno degli spettacoli delle Settimane Musicali al Teatro Olimpico di Vicenza, manifestazione di alto livello con la direzione artistica di Sonig Tchakerian. Lo spettacolo in questione, “Shéhérazade” appunto constata di quattro momenti estratti dalla sua storia, rivisti da Donatella Donati, insegnante e intellettuale, esperta di letteratura e d’arte, quattro racconti intermezzati dalla musica di Nikolai Andreevic Rimskij-Korsakov sui quali perdersi, sognanti, ammaliati. Paola Pitagora, attrice di grande esperienza e bellezza, vestita di azzurri cangianti porta il pubblico con una voce tonante e delicata allo stesso tempo in quei meandri, dove le note calme del pianoforte suonato a quattro mani dai maestri concertatori Marco Sollini e Salvatore Barbatano contribuiscono, con sonate suadenti, ora allegre e vivaci, ora sferzanti, vibranti. E così, tra i flutti e i sogni, Simbad, l’intelligente supplica di Shéhérazade prende il volo, narrando del mare, di due fratelli incestuosi, dell’anatema umano, l’incesto appunto. Il palpitare del cuore è nei racconti, come nelle istrioniche note vagamente orientaleggianti. E poi le due nature “limpide e nobili” del principe marino, la paura del popolo per la sua salute, la salvezza comunque nelle acque argentate. E, in mezzo al mare che ricorre, ne è protagonista, il racconto finale della festa a Baghdad, la liberazione, la salvezza delle ragazze e il matrimonio del Sultano con Shéhérazade. Quel riscatto che forse un’altra donna, chissà quando, più in là nel tempo certamente, farà riprovare. Lilith e non la costola d’Adamo. Farcita di fantasia e di mistero, la novella dei quattro racconti della Donati ispirati alla fiaba per eccellenza si incunea magicamente in un trionfo di musica che non può che essere, a questo punto, liberatoria, dove canti e danze continuano come l’allegria per questa novella sposa. Pubblico molto attento e silenzioso, meno male, che apprezza molto la messa in scena, e che riceve in cambio, come ringraziamento, e saluto, da parte di un’eccelsa Paola Pitagora, sempre in piena forma nella misurazione dell’interpretare“, Io ringraziare desidero” una poesia struggente eppure piena di vita, di Mariangela Gualtieri ispirata alla “Poesia dei doni” di Borges, cosa che non fa altro che aggiungere un maggiore pathos prima dell’uscita di scena dei tre protagonisti. Con Paola Pitagora, grande presenza sul palco, misurata ma possente, i due musicisti Marco Sollini e Salvatore Barbatano a loro volta perfetti e a loro agio sul prezioso spazio dell’Olimpico. Un gran bell’appuntamento delle Settimane Musicali 2022 che meritava di esser visto, e vissuto attraverso “la bellezza delle parole”.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Mercoledì, 15 Giugno 2022 19:11

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