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A sedurre il pubblico del Carlo Felice non è solo la musica di Ruggero Leoncavallo; è lo spettacolo ideato da Franco Zeffirelli e ambientato in una borgata di periferia anni '60. Fanno da sfondo le case popolari a schiera, sul palco va e viene una folla di uomini e donne, qualcuno arriva in bicicletta, due ragazzi corrono sui pattini, prostitute e marinai si incontrano, bambini giocano, sta per cominciare lo spettacolo del circo, mentre irrompono saltimbanchi, giocolieri e acrobati. Ad esaltare l' impatto scenico ci sono i costumi fantasiosi, bizzarri e colorati di Raimonda Gaetani, hanno lo stesso pizzico di umorismo che anima la regia. La scena è oltremodo coinvolgente, gli spettatori partecipano emotivamente a tutta la vicenda. Sul versante musicale, la direzione del genovese Fabio Luisi offre una trascinante interpretazione dello spartito, portando l'orchestra a un impegno di alto livello. Tra i cantanti spicca la voce, ancora un po' immatura, di Maite Alberola, soprano capace di delicati effetti canori, Juan Pons dimostra la sua abilità di esperto baritono, mentre Antonello Palombi lancia i suoi accenti tenorili con grande intensità. Bene il contributo scenico dei dodici mimi, da ricordare l'apporto del Coro e del Coro di Voci Bianche. Grande successo e strepitosi applausi per questa apertura di stagione del Carlo Felice (dato per morto qualche mese fa); c'è addirittura un'ovazione quando alla fine dello spettacolo Franco Zeffirelli è premiato con il Grifo D'Oro del Comune di Genova.

Etta Cascini