Il musical
di Astrid Lindgren
Produzione POLITEAMA S.R.L.
Direzione artistica Nicola Piovani
Da un’idea di GIGI PROIETTI
Traduzione e adattamento Sagitta Alter e Carlotta Proietti
Regia e coreografie Fabrizio Angelini
Regista collaboratore Gianfranco Vergoni
Rielaborazione scenica e costumi Susanna Proietti
Direzione musicale Giovanni Monti
La voce del Signor Nilsson è di Gianfranco Vergoni
Light designer Umile Vainieri
Progetto fonico Daniele Patriarca
Direzione tecnica Stefano Cianfichi
Ufficio stampa Cinzia D’Angelo
Organizzazione generale Alessandro Fioroni
Con: Margherita Rebeggiani, Fabrizio Scuderi, Ermenegildo Marciante, Luca Nencetti, Caterina Fontana, Antonella Civale, Roberto Fazioli, Martin Loberto, Federico Tolardo, Lara Balbo, Francesco Trasatti, Matteo Milani, Lorenzo Iacuzio
Roma – Teatro Olimpico 22 dicembre 2022 – 8 gennaio 2023
E se fino ad oggi non avessimo capito nulla? E cioè che il teatro andrebbe scritto e realizzato solo per i bambini? Arriviamo a dire una cosa ancora più provocatoria: se a crearlo fossero solo i bambini? Certamente ne verrebbe fuori qualcosa di gran lunga migliore delle tante scialbe rappresentazioni che si vedono in giro. Commedie ridotte in modo iniquo, recitate peggio addirittura. Pensando e ripensandoci, viene da chiedersi: cos’è che manca a questi lavori? Dov’è il difetto? Poi, basta vedere uno spettacolo come Pippi Calzelunghe, bellissimo e gustosissimo, in scena all’Olimpico di Roma in questi giorni fino all’8 gennaio prossimo, per capirlo: manca il divertimento.
Chi fa teatro, chi recita soprattutto non può rinunciare a divertirsi. Il che non vuol dire prendere poco seriamente la propria professione o il lavoro che si sta realizzando in quell’istante. Al contrario, significa interpretarlo con la giusta lievità, sottraendo il più possibile tutto quel superfluo a causa del quale fluidità e ironia verrebbero a mancare, lasciando ampio ed ingiustificato spazio alla noia e al grigiore della seriosità.
Perché quando si lavora per i bambini, scrivendo e recitando per loro, tutte le sciocchezze che impestano il mondo degli adulti scompaiono per magia. Non ci si spaventerebbe più per alcune piccole imperfezioni, perché si sa che verrebbero motivate con la giusta dose di fantasia. Non si reputerebbero più certe soluzioni drammaturgiche come assurde o improponibili, perché l’estro creativo dei bambini desidera precisamente ciò che è al di fuori della logica comune.
E cosa ancora più importante: è essenziale, nel fare lo spettacolo, che coloro che lo interpretano siano i primi a mettersi in condizione di giocare con sé stessi; altrimenti il pubblico dei fanciulli proverebbe noia. E perdere l’attenzione dei bambini è quanto di più spietato e crudele possa capitare nell’ambiente teatrale.
Di tutto ciò, il Pippi Calzelunghe cui abbiamo assistito ha tenuto conto. E ne è emerso uno spettacolo gustoso, divertente, surreale, colorato, variopinto, agile e leggero come non se ne vedevano da tempo. Nato dall’intuizione di Gigi Proietti di portare sul palcoscenico le avventure del personaggio della celeberrima eroina, in questa versione – adattata da Sagitta Alter e Carlotta Proietti, regia di Fabrizio Angelini – la protagonista è impersonata dalla bravissima Margherita Rebeggiani: volto sorridente, aria scanzonata e irriverente, giusta dose di follia sempre circondata da un’aura di vera innocenza, la sua Pippi Calzelunghe è un personaggio che non si può non amare. Impossibile non diventare, anche da semplici spettatori, complici delle sue avventure.
Una compagnia di interpreti eccezionali (meravigliosa Antonella Civale nei panni dell’acida signorina Taccola), con una sintonia perfetta fra loro: questo il segreto, difficilmente raggiungibile, per creare uno spettacolo perfetto come questo Pippi Calzelunghe che, è certo, resterà nella storia del teatro contemporaneo.
Pierluigi Pietricola