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NOTWEHR - di Annelies van Parys

"Notwehr" di Annelies van Parys. Courtesy La Biennale di Venezia. Foto Andrea Avezzù "Notwehr" di Annelies van Parys. Courtesy La Biennale di Venezia. Foto Andrea Avezzù

Anneliees Van Parys
Notwehr
Anno/Durata: 2022, 50’, prima ass.
Libretto: Gaea Schoeters, da Adriano Banchieri
Soprano: Johanna Zimmer
Mezzosoprano: Els Mondelaers
Ensemble vocale: VENETIAETERNA
Soprano: Silvia Porcellini
Mezzosoprano: Elisabetta Cuman
Contralto: Miranda Ying Quan
Tenore: Giacomo Schiavo
Basso: Francisco Augusto Bois
Direttore: Francesco Erle
Ensemble strumentale: HERMESensemble
Flauto: Mar Sala Romagosa
Direzione musicale e violoncello: Stijn Saveniers
Trombone: Bram Fournier
Percussioni: Gaetan La Mela
Mise en scène: Sjaron Minailo
Commissione: La Biennale di Venezia
Music Published / Licensed by: © Deuss Music, The Hague / www.deussmusic.com
Coproduzione: La Biennale di Venezia / Studio Minailo / HERMESensemble / Muziektheater Transparant
Con il sostegno del: Governo fiammingo
BIENNALE MUSICA
CHIESA GRANDE DI SAN ROCCO, 24 SETTEMBRE 2022

www.Sipario.it, 26 settembre 2022

Usufruire del passato, delle sue conoscenze è quantomai importante, indispensabile. Per narrare il disagio contemporaneo, la sovrapposizione di ruoli e di distanze, la strada tracciata è possibile risoluzione ad una idea. La Van Parys si rivolge ad Adriano Banchieri per creare Notwehr, un’opera difficile come è difficile narrare ciò che non è accettato. Ebbene in un luogo iconico come può essere la Scuola Grande di San Rocco, allestisce una gabbia, simbolo, segno, icona che permette varie letture. In questa scena agisce la vita di due donne, di dissonanze, di integrazioni. Il percorso è quello che può portare alla distanza o alla vicinanza. Ma quello che spezza o unisce è il contatto con la musica di Banchieri. Van Parys cerca il dittongo, cerca una possibile coniugazione e in parte ci riesce. Ci riesce quando comprende che il tratto d’unione è risolutivo. Questo permette una sovrapposizione fra passato e presente, fra linguaggio antico e contemporaneo. Ma forse sarebbe stato interessante mettere una su l’altra la voce del suono. Una diffusione quasi da ricerca di una forma sonora. E’ travolgente il riscontro che arriva. E’ travolgente la sintesi di elaborazione/rielaborazione. E’ umano quindi cercare di indossare i panni delle due donne e portarsi in una porta temporale che è una sorta di avatar nella Scuola Grande di San Rocco. I vari gruppi interagiscono nelle esecuzioni, si comprende ciò che riporta al presente ciò che riporta al passato. E’ stato certamente non facile per le due interpreti Johanna Zimmer e Els Mondelaers porsi in una fossa comune, una cella che lo ripetiamo era sintomatica di un condizionamento. Sono state brave a narrare la propria vita nel tempo di un’ora. A volte gli equilibri sonori non sono sempre funzionali. Certamente la posizione del centro dell’azione e la collocazione degli ensamble rendono il tutto interessante ma ad esempio il trombone di Bram Fournier non sempre è efficace a tenere quel filo narrativo che la Van Parys gli ha affidato. Il gruppo vocale Venetiaeterna s’interseca in questo magma sonoro, sembra quasi di trovarsi in due spazi netti e separati. E’ quindi il percorso della compositrice, quello di narrare con Gaea Schoeters una dinamica psicologicamente difficile da rendere, da affrontare. E’ evidente che per la Van Parys nel 2022 è urgente affrontare anche con il teatro musicale ciò che appartiene alla società, cercando certamente di aprire dei varchi necessari per poter uscire dalla logica del qualunquismo, per permettere anche all’espressione musicale di essere veramente al passo con i tempi.

Marco Ranaldi

Ultima modifica il Venerdì, 07 Ottobre 2022 10:24

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