di Giacomo Puccini
direttore: Daniel Oren
regia: Stefano Vizioli, scene: Aldo Rossi, costumi: Anne Marie Heinreich, disegno luci: Franco Marri
con Amarilli Nizza, Francesco Franci, Anastasia Boldreya, Marco Berti
Orchestra e Coro del Teatro dell'Opera di Roma
Roma, Teatro dell'Opera, dal 18 al 27 maggio 2010
"Madama Butterfly" al Teatro dell'Opera
In conseguenza dello sciopero contro il decreto di riforma delle Fondazioni liriche che ha fatto saltare la "prima" di Madama Butterfly, la prima replica del capolavoro pucciniano al Teatro dell'Opera, quella di mercoledì, è diventata il debutto. Prima dell'inizio, il rifiuto del decreto da parte dei lavoratori è stato ribadito con la lettura di un comunicato. Il pubblico ha applaudito compatto. E la serata si è svolta in tranquillità, una tranquillità che non deve far dimenticare che i problemi restano e vanno risolti.
Lo spettacolo è quello, collaudato e piacevole, con le scene dell'architetto Aldo Rossi, spettacolo nato a Bologna e già applaudito a Roma nel 2002: una grande struttura a tre piani collegati da scale; in alto, la bandiera americana e quella giapponese. Il Giappone delle geishe, dei fiori, delle movenze gentili c'è ma stilizzato con gusto, non oleografico. Il regista Stefano Vizioli, evitando bozzettismo e leziosità, mette al centro dell'azione Cio-Cio San con i suoi momenti di sconforto, i suoi lampi di vita, e con il sacrificio finale.
E Butterfly, nella recita dell'altra sera con il secondo cast, era la cinese Xiu Wei Sun, brava attrice-cantante, voce non eccezionale ma puntuale, che non ha molti colori ma ti lascia il ricordo di frasi ben declamate ("Mai più danzar! Piuttosto la vita troncar!"; "Vo'che mi veda indosso il vel del primo dì"). Applaudito "Un bel dì vedremo". Ci si aspettava di più da Neil Shicoff. Il famoso tenore americano ha un passato d'intelligente artista ma la voce è attempata: un Pinkerton corretto ma stentoreo e con poche sfumature, il suo. Forse nelle altre repliche sarà più convincente. Accorato e di spessore lo Sharpless di Alberto Mastromarino; tra i minori, da segnalare il Goro di Mario Bolognesi e il commissario di Angelo Nardinocchi.
Daniel Oren aveva diretto qui Butterfly nel 1990 lasciando qualche perplessità: adesso, invece, nella sua interpretazione le tinte forti e i tempi rapidi non ostacolano i momenti "di conversazione"; e oggi come ieri il maestro mette in risalto l'aderenza dello strumentale ai trapassi psicologici dei personaggi. Bene coro e orchestra.Al termine cinque minuti di applausi cordiali per tutti. C'erano i sopratitoli italiani, sempre utili: però si scrive querce, non quercie. Si replica fino a venerdì 28 con diversi cast.
Alfredo Gasponi