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MADAMA BUTTERFLY - 
regia Ferzan Ozpetek

"Madama Butterfly", regia Ferzan Ozpetek. Foto Luciano Romano "Madama Butterfly", regia Ferzan Ozpetek. Foto Luciano Romano

Direttore | Gabriele Ferro

Maestro del Coro | Gea Garatti Ansini

Regia | Ferzan Ozpetek

Costumi | Alessandro Lai

Scene | Sergio Tramonti
Luci | Pasquale Mari
Interpreti
Madama Butterfly / Cio Cio-San, Evgenia Muraveva/ Amarilli Nizza 

F. B. Pinkerton, tenente della marina degli Stati Uniti, Ivan Magrì / Luciano Ganci

Suzuki, servente di Cio Cio-San, Anna Malavasi / Alessandra Visentin

Sharpless, console degli Stati Uniti a Nagasaki, Claudio Sgura / Marco Filippo Romano

Goro, nakodo, Massimiliano Chiarolla

Lo zio Bonzo, Luciano Leoni

Il Principe Yamadori, Paolo Orecchia

Kate Pinkerton, Rossella Locatelli
Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo-
Nuova Produzione del Teatro di San Carlo
Teatro San Carlo dal 25 maggio al 1 giugno 2019

www.Sipario.it, 29 maggio 2019

Dopo il successo dello scorso Aprile al Teatro di San Carlo di Napoli è andata nuovamente in scena "Madama Butterfly" la struggente tragedia giapponese in tre atti musicata da Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica e tratta dalla tragedia Madame Butterfly di David Belasco, a sua volta tratta dal racconto Madame Butterfly di John Luther Long. L'opera, dedicata alla regina d'Italia Elena di Montenegro, fu rappresentata per la prima volta il 17 febbraio 1904 al Teatro alla Scala di Milano e non ebbe il successo sperato dall'autore che però non demorse, per fortuna nostra, facendola viaggiare nel tempo sino ad arrivare ai nostri giorni. Ferzan Ozpetek firma la regia del dramma, che sarà in scena al Teatro Massimo napoletano sino al 1 Giugno, offrendo sin dall'inizio la sua personale visione. Gli attori interagiscono con la platea: silenziose geishe la attraversano rivolgendo il loro pensiero al palco dove la storia comincia e B. F. Pinkerton è in attesa della sua bella promessa sposa prima del fatidico "sì" al quale già sa di non ottemperare perché premedita di ritornare poi in America e sposare una sua conterranea. Stessa interazione che vedremo nella scena finale dell'opera in cui Pinkerton, che non ha avuto nemmeno il coraggio di dire a Butterfly la verità chiedendo ad altri di farlo, appreso l'estremo gesto della donna le corre incontro, ormai pentito del suo egoismo, partendo proprio dalla platea. Alla fine della I parte del secondo atto, inoltre, il regista strizza l'occhio al cinema con una proiezione della eterea geisha che osserva il mare, poi guarda l'orizzonte per poi man mano allontanarsi. Tanti i momenti intensi della rappresentazione. L'aria "Un bel dì, vedremo" intonata dalla protagonista durante il secondo atto dell'opera annulla lo spazio ed il tempo e porta lo spettatore nell'animo nobile di Cio-Cio-San (Butterfly) che rivolta alla fedele cameriera Suzuki le rivela come immagina il ritorno del marito ormai via da ben tre anni. E una profonda tenerezza si prova nei suoi confronti, poco dopo, quando al cospetto del console americano Sharpless gli chiede se per caso in America i pettirossi non usano far il loro nido così spesso come in Giappone proprio perché Pinkerton, al quale ha giurato fedeltà eterna, le aveva promesso di tornare «nella stagione beata che il pettirosso rifà la nidiata». Madama Butterfly è ingenua ed innamorata, ha accettato anche l'esser stata ripudiata dalla famiglia perché per sposarlo ha abbracciato il cristianesimo e rinunciato alla sua religione ed al suo legittimo nome, ma forse in fondo in fondo la fede che lei prova nelle parole nell'ufficiale della marina degli Stati Uniti è anche dettata dalla cocciuta voglia di non arrendersi all'evidenza dei fatti come solo una donna innamorata può fare, trovando riparo nella dolce illusione.
L'allestimento del primo atto è ben organizzato, c'è fermento per l'arrivo della sposa di Nagasaki e si brinda a questa unione, poi si susseguono vari personaggi sino al momento intimo dei neo sposi che si preparano a trascorrere la prima notte di nozze con Butterfly che esclama: "Dolce notte! Quante stelle! ...Non le vidi mai sì belle!". Il secondo atto presenta una scena più fredda, essenziale, quasi geometrica. Singolare la scelta infine del bambino che interpreta il figlioletto nato dal frutto dell'amore di Madama Butterfly e B.F. Pinkerton: anche si fa riferimento ai suoi "ricciolini d'oro egli ha una capigliatura liscia.

Simona Buonaura

Ultima modifica il Mercoledì, 29 Maggio 2019 06:57

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