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LUIGI PIRANDELLO. FOLLE ENRICO IV – musiche e libretto di Antonio Fortunato

Il baritono Giuseppe Esposito accanto al quadro di Filippo Lo Iacono in un momento dell’evento. Il baritono Giuseppe Esposito accanto al quadro di Filippo Lo Iacono in un momento dell’evento.

Concerto lirico
musiche e libretto di Antonio Fortunato
tratto dall’omonima opera di Yannis Hott
con Giuseppe Esposito (Baritono)
Rosalba Coniglio ( Pianista)
Giorgio Gasbarro ( Violoncellista)
Antonio Fortunato (Coordinatore Musicale)
Mario Mattia Giorgetti ( Curatore)
Produzione Sipario Fondazione Teatro Carlo Terron
Palermo, Sala Atrio di Palazzo delle Aquile 9 ottobre 2020

www.Sipario.it, 15 ottobre 2020

Tempo di maschere, ma non per il carnevale, non per il “Ballo” verdiano: obbligo quotidiano dei nostri giorni assediati dal morbo. E anche separazione, solitudine, coatta antisocialità nello scorrere di giorni e di settimane sottratti ai ritmi di confortanti abitudini. Sottile il filo di comprensiva complicità, allora, che sembra annodarsi con il grande personaggio della scena pirandelliana, la cui follia, reale, si maschera da Enrico IV. Poi, ritornato alla realtà, tragicamente è costretto a rimanere prigioniero della finzione nelle vesti dello stesso personaggio, per sempre. A lui ha volto lo sguardo il drammaturgo Yannis Hott, autore del monologo Luigi Pirandello, Folle Enrico IV e, in contiguità, Antonio Fortunato per la sua omonima opera da camera, Enrico IV, il folle.
Ad affrontarne l'esecuzione d'esordio a Palermo sono stati il baritono Giuseppe Esposito con Giorgio Gasbarro al violoncello e Rosalba Coniglio al pianoforte nell'Atrio di Palazzo delle Aquile in occasione della conferenza-stampa della Fondazione Carlo Terron con Gillian Whittingham e della Rivista Sipario, presidente Mario Mattia Giorgetti, per la presentazione del Progetto Sicilia. Palcoscenico d'Arte del Mediterraneo.
È ampio lo sguardo rivolto all’Isola, di cui Giorgetti espone il programma, articolato in molteplici punti da realizzare allorché si dilegui la minaccia della pandemia. Vi rientrano recital su autori siciliani e spettacoli teatrali di opere su commissione, interpreti siciliani e interviste a Leoluca Orlando, M ario Zito, Francesco Giambrone, Pamela Villoresi, Ninni Panzera, oltre alla formazione e turnazione di un nucleo di attori professionisti siciliani inseriti nella Compagnia "La Contemporanea” che fa capo a Sipario e Fondazione Carlo Terron.
Il dipinto di Filippo Lo Iacono-vivacità di colori e duplicità d’immagini (Pirandello-Enrico IV, frammenti di maschere) - esposto per l’occasione, partecipa di questo omaggio al grande scrittore di Girgenti che confluisce nel lavoro di Antonio Fortunato il quale per la sua opera musicale ha rielaborato il testo ripreso dal monologo di Hott. Un rapporto, quello del musicista con il drammaturgo, di consolidata intesa realizzata in tre lavori musicali, Good Year, God, I figli di Edipo, Caino e Abele.
Fortunato nel suo Enrico IV, il folle tesse le note a tre voci, per il canto, il violoncello, il pianoforte: vera e propria opera teatrale ma proposta in quest'occasione per la prima volta in forma da concerto.
"La maschera del folle / io metto e mi diverto. / Mentr'io a mio volere l’indosso, / gli altri ce l'hanno già”. Questa l'essenza del dramma nei versi del testo di Antonio Fortunato prima della sua più recente Antigone. Narra la voce del baritono, tra canto e recitazione, il percorso di una vita non vissuta, nelle nebbie della follia: una caduta non fortuita da cavallo e un lungo percorso inconsapevole da folle, calato nel personaggio dell'imperatore di Germania. Ma il ritorno alla realtà e il delitto d'impeto contro il suo antico rivale lo chiudono nella sua, stavolta, lucida finzione in cui "celarmi è meglio da società d'inganni".
È forte, deciso e poderoso l'inizio di Enrico IV il folle che affida alla relazione violoncellopianoforte la definizione di un carattere musicale che avrà modo di reiterarsi nel corso del cospicuo lavoro. Sono valorizzate con intensità le chances dello strumento a corde con corrispondenze in certi casi solidamente affermative del pianoforte.
S'introduce la voce del protagonista in cui affiorano rapidi echi-labili segmenti melodrammatici, come in quel "Si può, si può?" o "quel vecchio”, e ha toni ironici e impeti rabbiosi il “folle”, ora consapevole delle "verità fittizie / di un mondo mascherato/ di un mondo alla deriva".
Canto e recitazione per l'Enrico IV in maschera perenne che Giuseppe Esposito rende con lo slancio e le potenzialità di una prima adesione, e vibrazioni di notevole impatto, con le tensioni e lo spessore di una linea di mobile intensità, tra “scalpitii di cavalli in corsa… e corni... e tamburi in festa" intesse Giorgio Gasbarro, partecipe di quel rilievo potente di espressività e di intimismo con cui il compositore - con lo strumento autentico protagonista-tratteggia dramma e dolenti constatazioni del suo personaggio.
In complice alternanza di vuoti e di pieni, di percussiva affermatività e di significativa rispondenza l' altra linea strumentale che Fortunato affida alla tastiera e che Rosalba Coniglio asseconda efficace. E si dipana nel corposo e riflessivo testo esistenziale del musicista siciliano il senso amaro di una vita che la teatralità compenetra di realistica esperienza.

Sara Patera

Ultima modifica il Giovedì, 12 Novembre 2020 11:46

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