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IPHIGÉNIE EN TAURIDE - regia Emma Dante

"Iphigénie en Tauride", regia Emma Dante. Foto Alessia Santambrogio "Iphigénie en Tauride", regia Emma Dante. Foto Alessia Santambrogio

Tragedia lirica in quattro atti.
Libretto di Nicolas-François Guillard, tratto dall’omonima tragedia di Euripide.
Musica di Christoph Willibald Gluck.
Prima rappresentazione: Parigi, Opéra, 18 maggio 1779
Edizioni Alkor/Bärenreiter, Kassel
Rappresentante per l’Italia: Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali (Milano)
regia Emma Dante
scene Carmine Maringola
costumi Vanessa Sannino
luci Cristian Zucaro
coreografo e maestro d’armi Sandro Campagna
assistente alla regia Federico Gagliardi
assistente alle scene Roberto Tusa
assistente ai costumi Chicca Ruocco
maestro concertatore e direttore d’orchestra Diego Fasolis
maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Coro di OperaLombardia
direttore Massimo Fiocchi Malaspina
Nuovo allestimento dei Teatri di OperaLombardia
Coproduzione Teatri Fraschini di Pavia per OperaLombardia
Personaggi e Interpreti
Iphigénie: Anna Caterina Antonacci
Oreste: Bruno Taddia
Pylade: Mert Süngü
Thoas: Michele Patti
Diane/Una donna greca: Marta Leung
Prima Sacerdotessa: Luisa Bertoli, Miriam Gorgoglione
Seconda Sacerdotessa: Erica Rondini, Chiara Ciurlia
Uno Scita: Alessandro Nuccio
Ministro del tempio: Ermes Nizzardo
Attrici Viola Carinci, Chiara Chiurazzi, Federica D’Amore, Silvia Di Giovanna, Marta Franceschelli, Silvia Giuffrè, Francesca Laviosa, Sabrina Vicari, Marta Zollet
Brescia, Teatro rande, 7 novembre 2021

www.Sipario.it,  9 novembre 2021

C'è voluto qualche anno affinchè, dopo il debutto a Ginevra nel 2014, Anna Caterina Antoniacci riprendesse in mano il ruolo di Ifigenia, protagonista dell’opera Iphigénie en Tauride di Christoph Willibald Gluck, tra l'altro, in un allestimento dei teatri del Circuito Lirico Lombardo (Pavia, Cremona, Brescia, Como), titolo mai rappresentato nei teatri del circuito. Scelta che si è rivelata coraggiosa rispetto ai titoli del consolidato repertorio che ha permesso di attirare attenzione sul ruolo e la funzione di formazione e divulgazione a cui sono chiamati i teatri di tradizione. In talo modo il circuito Lombardo si ha assicurato un quadro di collaboratori sia per la parte scenica che musicale d'autorità con la sua presenza, affiancata nel ruolo di Oreste dal baritono Bruno Taddia, altro reduce dall'esperienza di Ginevra. Insieme hanno saputo ricostruire con voce autorevole e interpretazione scenica la complessa trama delle relazioni tra i protagonisti definite con una struttura musicale drammaticamente compatta che spacca l'alternità tra recitativo e aria della tradizione Barocca. Completava il cast principale il tenore Mert Süngü nel ruolo di Paride, in una vocalità di tenore acuto e d'agilità che esprime l'irruenza esuberante ed eroica del compagno di Oreste. Spettacolo sapientemente condotto nella sua gestione musicale da Diego Fasolis, subentrato in corso d'opera, che ha offerto una lettura riflessiva e equilibrata del complesso mondo musicale di Christoph Willibald Gluck (1714-1787) in quest sua ultima composizione del 1779, elaborazione del complesso delle tragedie di Euripide degli Atridi, fatta di guerre, quella di Troia, sacrifici umani propiziatori, divinità protettive ma vendicative, agnizioni finali con risoluzione dei rapporti umani. Musicista di innovazione nel mondo del melodramma del Settecento, Gluck attua una innovazione che lo svincola dalle forme fisse e ripetitive della sequenza tra arie e recitativi e la loro codifica per stile e scrittura e trasforma l'opera in una struttura drammaturgica teatralmente efficace nella descrizione del carattere dei personaggi lasciando ampio spazio alla musica e all'espressività del canto dato dalla struttura drammaturgica del libretto, emblema di un Classicismo musicale e teatrale vissuto come esperienza dell'anima di equilibro e purificazione delle passioni umane. Per una strana combinazione di situazioni l'anno di composizione dell'opera coincide con l'anno di stesura della tragedia omonima che Goethe, Ifigenia in Tauride (Iphigenie auf Tauris), redasse in prosa proprio in quell'anno e riscritta in versi nel 1787 durante il viaggio in Italia, per marcare, anche sul piano formale, la scelta classicista effettuata in un epoca culturale di profonda trasformazione come il fine Settecento. Drammaturgia che ci restituisce un mondo antico classico, ma arcaico e crudele che Emma Dante ha saputo ben visualizzare in fase di realizzazione scenica affidandosi alle essenziali colonne di Carmine Maringola, e costumi, di una epoca astratta e fuori dalla storia, a Vanessa Sannino. Giocata sull'alternanza dei sentimenti che caratterizza la trama della composizione la Dante firma la regia con quelli che sono i suoi segni caratteristici, il gioco dei veli agitati, nel complesso inizio d'opera, come moto di tempesta dell'anima di Ifigenia, le donne del coro che ci restituiscono la simbologia arcaica delle prefiche, la gestione dei momenti rituali spesso dove la musica sottende la funzione taumaturgica della stessa protagonista, sacerdotessa devota a Diana, raffigurata nelle sembianze di un cervo scheletrito, o simulacro vivente nel canto di Marta Leung, come le Erinni disarticolate che inseguono la vendetta di Oreste, il tutto con l'aura di un rituale evocato che ha il palcoscenico come altare. Il complesso del cast ha contribuito alla particolare riuscita del progetto con il completamento al cast del furioso Thoas (Toante, re degli Sciti) di Michele Patti, come i comprimari, Alessandro Nuccio (Uno Scita) e Ermes Nizzardo (Ministro del tempio) assieme alle Prima Sacerdotessa e Seconda Sacerdotessa (Miriam Gorgoglione, Chiara Ciurlia). Altro protagonista il coro, diretto Massimo Fiocchi Malaspina da elemento pregnante di tutta la composizione che ci rimanda alla funzione di narrazione e di compartecipe deli eventi del coro greco meritandosi applausi a scena aperta. Per una rappresentazione domenicale pomeridiana, il teatro presentava qualche vuoto ma lo spettacolo ha saputo suscitare entusiasmo da parte pubblico presente (notevole l'abbassamento dell'età media dei presenti) per una sapiente costruzione omogenea di intenti e per la scelta certamente coraggiosa.

Federica Fanizza

Ultima modifica il Venerdì, 12 Novembre 2021 09:04

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