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GIOVANNA D'ARCO - regia Emma Dante

"Giovanna D'Arco", regia Emma Dante. Foto Roberto Ricci "Giovanna D'Arco", regia Emma Dante. Foto Roberto Ricci

Giuseppe Verdi 
Dramma lirico in tre atti su libretto di Temistocle Solera 
dal dramma Die Jungfrau von Orléans di Friedrich Schiller.
Edizione critica a cura di Alberto Rizzuti Casa Ricordi, Milano.
Prima rappresentazione il 15 febbraio 1845al Teatro alla Scala di Milano.
Carlo VII LUCIANO GANCI
Giovanna NINO MACHAIDZE
Giacomo ARIUNBAATAR GANBAATAR 
Delil  FRANCESCO CONGIU**Già allievo dell’Accademia Verdiana
Talbot KRZYSZTOF BACZYK
Direttore MICHELE GAMBA
Regia EMMA DANTE
Scene CARMINE MARINGOLA
Costumi VANESSA SANNINO
Luci LUIGI BIONDI
Coreografie MANUELA LO SICCO
FILARMONICA ARTURO TOSCANINI
CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA
Maestro del Coro MARTINO FAGGIANI
Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma
Parma Teatro Regio, 26 gennaio 2025
 

AVVERTENZA
Il libretto reca il testo della prima edizione Truffi a stampa del 1845, di cui si è mantenuta la grafìa originale.
Le note in chiusura riportano i versi che compaiono nella partitura intonata da Verdi prima degli interventi della censura, ricostituiti nell'edizione critica.

www.Sipario.it, 29 gennaio 2025

Il Teatro Regio di Parma per la nuova stagione lirica 2025 a voluto riproporre la Giovanna d'Arco di Giuseppe Verdi nel nuovo allestimento per la regia di Emma Dante nell'edizione critica a cura di Alberto Rizzuti (ed. Casa Ricordi, Milano). Cosa ormai consolidata presentare le opere in edizioni critica ma in questa occasione un'avvertenza sul programma di sala indica agli spettatori che si sono tenute le parole mondate dalla censura pur ricostruite nell'edizione critica. Parole sostituite dall’atto censorio ma che comunque offre uno spaccato sul ruolo della censura negli stati preunitari con la quale Verdi stesso dovette confrontarsi, tra titoli mutati, trasposizione d'epoca, spostamenti di teatri in luoghi dove il controllo era meno pressante o meno suscettibile. L'opera andò in scena alla Scala di Milano il 15 febbraio del 1845 tra un Due Foscari (3 dicembre 1844) e Alzira (12 agosto 1845), nel pieno degli anni della "galera", anni pratica di apprendistato alla conquista del mestiere, o meglio della fama. Eppure, quest'opera, ebbe successo se, come riportano le cronache per le strade della Milano di allora, a pochi giorni dall'uscita sulle scene, girava un organo portatile con quasi tutta l'opera riportata che raccoglieva un gran numero curiosi causando anche problemi di ordine pubblico e alla circolazione stradale. Ma per Verdi fu la rottura di ogni rapporto con la gestione sciatta dell'allestimento da parte Merelli, nonostante il grande successo ottenuto per la prestazione del soprano Erminia Frezzolini (soprano di coloratura) che entusiasmò il pubblico. Verdi rimise piede alla Scala per la ripresa milanese Forza del Destino nel 1869. Fu la sua prima opera tratta dal teatro di Schiller, La Vergine di Orleans, in corso di traduzione da parte di Andrea Maffei. Temistocle Solera ne fa un sunto limitando i personaggi (la protagonista, il re Carlo e il padre Giacomo) con due personaggi totalmente secondari con poche battute, Talbot (comandante inglese sconfitto a Orleans) e Delil (ufficiale francese). La Giovanna di Schiller è un personaggio di pura finzione al di fuori della realtà storica e il libretto condensa la vicenda del personaggio tra battaglie, l'esaltazione per la patria in nome di Dio, l'atto eroico di battaglia e la suprema devozione al re. Il tradimento del padre che la vende agli inglesi, la tentazione all'amore nei confronti del Re, sono prontamente sublimati dal richiamo alla battaglia e alla morte in campo. Una struttura narrativa che mantiene l'impeto e l'assalto dei sentimenti del movimento letterario tedesco dello Sturm und Drang preromantico del quale Schiller fu la personalità più rappresentativa.

E questa successione di situazioni rapide e incalzanti si riflettono su una scrittura musicale che si fa irruente e a strappi con squarci di arie e cabalette che irrompono d'improvviso. Michele Gamba, come direttore responsabile musicale, ha fatto capire, già nella gestione della Sinfonia, che questa ritmica d' assalto non è altro che un manifesto di preromanticismo, moderando l'afflusso dei molti eccessi strumentali come il ritmo incessante per ricondurla a forme musicali più descrittive e anche rarefatte per meglio descrivere quel clima della tempesta iniziale che diede spunto a Verdi stesso per questa sinfonia.

Per il resto ha ottemperato un’operazione di contenimento di tutta questa successione di pezzi chiusi in se stessi tra arie di ampio respiro e irruenti cabalette, dando anche un senso musicale ad una vicenda che di per se stessa presenta alternanza di momenti contrapposti tra squarci di liricità come la l'aria di Giovanna 

O fatidica foresta, l'aria di entrata di Carli VII Sotto una quercia parvemi, e interventi grotteschi degli spiriti malvagi così come di cori martellanti e di ampi spazi d'assieme. Il cast si presentava con alcune garanzie con Carlo VII del tenore Luciano Ganci, già presente nella proposta del 2016 al parmense Teatro Farnese nell‘occasione del Festival Verdi. Dopo alcune incursioni nel repertorio "verista" rientra nei ruoli verdiano più prettamente lirici e di slancio fornendo un ottimo fraseggio nel porgere le frasi musicali senza lasciarsi prendere la mano da facili effetti il tutto gestito in maniera prudente e al contempo offrendo una dimensione eroica ad un personaggio abbozzato musicalmente e non pienamente definito dal punto di vista vocale. Tutta energia la Giovanna di Nino Machaidze, già in ruolo all'Opera di Roma nel 2021 con una prima parte dove ha dato prova di un canto furoreggiante forza e slancio anche nei momenti di più conclamata liricità come in Sempre all'alba e alla sera e O fatidica foresta e nella scena con Carlo. Riacquista una dimensione più lirica e riflessiva nella seconda parte (Atto II e III) dato anche la diversa connotazione musica del scrittura vocale concludendo il tutto in una vera apoteosi. Sorprendente è stato il baritono di provenienza mongola Ariunbaatr Ganbaatar, nel ruolo del padre di Giovanna, Giacomo. Dotato di ampia vocalità musicale, ben impostata, ha dato dimostrazione di possedere mezzi vocali adeguati per intraprendere al meglio il repertorio baritonale di stampo verdiano, dimostrando di possedere buon fraseggio e resa efficace nella dizione a dimostrazione che dalla Mongolia sta emergendo una schiera di ottimi cantanti già formati (specie in Russia e in Germania) con pratica del repertorio lirico italiano. Gli applausi finali gli hanno dato il giusto riconoscimento. Alla fine nota sulla regia di Emma Dante. La regista siciliana si dimostra particolarmente attratta dalle figure femminili. Ha dimostrato la buona intenzione di tenersi ancorata ad una cronologia affine alla narrazione del libretto, come dai costumi di Vanessa Sannino, a volte ingombranti, ma ha dato dimostrazione che trattare il personaggio di Giovanna 'Arco è particolarmente arduo. Ha evitato accuratamente qualsiasi riferimento al personaggio storico, e quindi ha rimarcato il contrasto nella anima della protagonista tra vocazione al divino e amore terreno e rimarcato il rapporto complesso con il padre. Non è andata però oltre i gesti teatralmente tradizionali, quali sguainar di spade e sventolio di bandiere. La scena essenzialmente nera faceva da sfondo alcuni elementi dove il rosso è il colore dominante: la foresta con l'effige della Vergine, che si anima degli spiriti malvagi, streghe di rosso vestite che si trasformano in fiamme, archi di fiori simulacri di volte di cattedrali, una gabbia in guisa di prigione dorata, installazioni a cura di Carmine Maringola, con una gestione di luci piene di Luigi Biondi. Suggestiva il finale con la protagonista che si abbandona su un avvolgente manto di fiori.

Non è mancata qualche caduta di stile specie nella gestione dei figuranti ad inizio scena, a preludio in corso, sfilati in veste di soldati miseramente azzoppati o che si affaticavano a trascinare fagotti simil-cadaveri. Ma alla fine il progetto si è dimostrato funzionale alla comprensione della vicenda e che ha raccolto il gradimento del pubblico. Nella rappresentazione domenicale, teatro Regio esaurito e successo pieno e convinto da parte del pubblico variamente composto ma sempre con una solida preponderanza di over 65.

Federica Fanizza

Ultima modifica il Giovedì, 06 Febbraio 2025 06:06

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