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FALCONE E BORSELLINO ovvero IL MURO DEI MARTIRI - di Antonio Fortunato

"FALCONE E BORSELLINO ovvero IL MURO DEI MARTIRI" - di Antonio Fortunato "FALCONE E BORSELLINO ovvero IL MURO DEI MARTIRI" - di Antonio Fortunato

Opera lirica e in prosa in un atto
Prima esecuzione assoluta nella nuova versione
Musica di Antonio Fortunato
Libretto di Gaspare Miraglia
Personaggi e interpreti:
Madre di una vittima - Clara Polito (Soprano)
Padre di una vittima - Francesco Verna (Baritono)
Mafia - Riccardo Bosco (Basso)
Voce narrante A - Alessandro Idonea (Voce del giudice Giovanni Falcone)
Voce narrante B - Bruno Torrisi (Voce del giudice Paolo Borsellino)
Maestro concertatore e direttore d’orchestra, Giuliano Betta
Orchestra Sinfonica della Calabria
Coro Lirico Siciliano, direttore Francesco Costa
Coro di voci bianche Note Colorate, direttore Giovanni Mundo
Disegno Luci, Vito Schiattareggia
Festival Teatri Pietra 15 settembre 2022

www.Sipario.it, 18 settembre 2022

ETERNA GLORIA AI MARTIRI DI PALERMO
L’OPERA “FALCONE E BORSELLINO” CHIUDE IL FESTIVAL DEI TEATRI DI PIETRA

CATANIA. Il cartellone del Festival Lirico dei Teatri di Pietra 2022 ha offerto, nel corso di tutta l’estate, una variegata programmazione lirico-musicale nei siti all’aperto di interesse storico sparsi in tutta la Sicilia. Filo conduttore che lega gli appuntamenti è il tema del “risveglio”, inteso sia come il tornare alla luce dopo il forzato “letargo” dovuto alla pandemia, sia come riportare alla luce quei luoghi non solitamente deputati ad accogliere eventi ma che meritano di essere valorizzati e vissuti. Tra questi luoghi da riscoprire, solo per citarne alcuni, il parco archeologico di Caucana a Santa Croce Camerina, l’area archeologica di Gioiosa Guardia, il Teatro Andromeda di Santo Stefano Quisquina, la necropoli di Abakainon a Tripi, le Mura Timolontee a Gela, affiancati a questi vi si aggiungono le location tradizionali dell’estate culturale siciliana quali i teatri greci di Taormina, Tindari e Siracusa.
Il Festival è stato organizzato dal Coro Lirico Siciliano, in collaborazione con l’Orchestra Sinfonica della Calabria vantando l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo, del Ministero e dell’Assessorato regionale alla Cultura.
La tappa finale del cartellone è stata realizzata il 15 settembre nel centro storico della città di Catania, nella suggestiva e scenografica Piazza Dante, caratterizzata dalle mura dello storico complesso del Monastero dei Benedettini San Nicolò all’Arena, blindata per l’occasione vista la nutrita presenza di autorità civili e militari. Nello spazio che delimita la piazza sono stati esposti i pannelli della mostra realizzata dall’Ansa “L’eredità di Falcone e Borsellino”, una sapiente selezione di immagini estrapolate dall’archivio Ansa e dagli archivi privati delle famiglie Falcone e Borsellino.
Assolutamente centrato il tema del “risveglio” per l’evento catanese che ha visto la messa in scena dell’opera lirica “Falcone e Borsellino ovvero Il Muro dei Martiri”, che celebra la tragica fine dei due magistrati siciliani e accoglie la loro storia nei temi della nuova musica classica.

Composta dal maestro marsalese Antonio Fortunato su libretto dello scrittore palermitano Gaspare Miraglia, “Falcone e Borsellino” è un’opera in un atto unico che fonde musica, canto e prosa , rappresentata in prima esecuzione assoluta nella sua nuova versione rispetto al debutto che andò in scena al Teatro Verdi di Pisa nel 2013.
La differenza con la prima versione consiste nell’accorpamento dei due atti in un atto unico suddiviso da un intermezzo, richiamandosi volutamente all’impianto scenico di un’altra opera cruenta del repertorio di fine Ottocento ovvero la Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni. L’opera di Antonio Fortunato è un’opera moderna, del nostro tempo, come lo è la tragedia che si consuma sulla scena. Le note sostengono il testo del libretto dai toni più discorsivi che teatrali, e ci sta, perché qui non si fa poesia bensì cronaca. Un allestimento all’italiana vede schierato una notevole compagine di artisti tra coristi e orchestrali, solisti e attori. La vera e propria sinfonia di apertura segue l’insolita ouverture di un dialogo fuori campo di voci che rievocano il lutto e la sconfitta per la morte dei due magistrati. Una Madre (soprano) e un Padre (barirono) di vittime della mafia piangono il destino dei loro figli, come di tutti gli altri, davanti al “muro dei martiri” in cui la dolorosa effige sono i nomi gloriosi e innocenti dei caduti di una guerra che sembra non avere fine. E’ il tempo di un nuovo Vespro quello della Sicilia che deve insorgere contro la bestia feroce. In un recitativo in lingua siciliana irrompe l’oscuro personaggio che simboleggia la Mafia (basso), intimando chiunque ad intromettersi nelle faccende di cosa nostra. L’impietosa mano della mafia non ha risparmiato neanche dei fanciulli, che qui vediamo rappresentati dalle timide voci soliste di giovani cantori. Nella seconda parte il dialogo recitato di due attori nei panni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino si svolge sul leitmotive di due date, il 23 maggio e il 19 luglio, spesso rievocate affinché si imprimano nella memoria dei posteri. Sono le date in cui il sogno di vittoria della giustizia si spezza, e resta incompiuto come le colonne della facciata della chiesa di San Nicolò all’Arena di fronte alle quali si svolge lo spettacolo. I due attori danno voce alle parole realmente pronunciate da Giovanni Falcone e da Paolo Borsellino e ad altre parole a loro attribuite e dialoghi immaginati, come quando - a tratti con l’ironia che li ha in più occasioni contraddistinti - si raccontano il momento della propria morte mentre le due date, 23 maggio e 19 luglio, continuano a risuonare come rintocchi.

Nonostante le criticità dello svolgimento di una rappresentazione all’aperto in una sera d’estate, in cui non sono mancati occasionali disturbi provenienti dalle strade vicine, il livello di attenzione da parte del pubblico è rimasto sempre elevato e quell’attimo di silenzio prima del caloroso applauso finale ne ha testimoniato la commossa partecipazione emotiva. Buona la prova dei solisti, del coro e dell’orchestra. Bello il dialogo “a solo” del primo violino con il primo violoncello. Il finale corale “Sorgi Palermo” chiude l’opera celebrando i due eroi e sperando in un futuro illuminato dalla luce della giustizia.

Eliade Maria Grasso

Ultima modifica il Domenica, 18 Settembre 2022 21:36

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