lunedì, 13 gennaio, 2025
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CABARET, IL MUSICAL - regia Arturo Brachetti e Luciano Cannito

"Cabaret-Il Musical", regia Arturo Brachetti e Luciano Cannito "Cabaret-Il Musical", regia Arturo Brachetti e Luciano Cannito

basato su uno spettacolo di John Van Druten  -    soggetto di Christopher Isherwood
libretto Joe Masteroff
musica John Kander  -  testi Fred Ebb
traduzione e adattamento Luciano Cannito
con Arturo Brachetti, Laura Galigani e con Luca Pozzar, Simonetta Cartia, Tony Mazzara, Giulia Ercolessi, Niccolò Minonzio
ensemble Francesco Cenderelli, Simone Centonze, Elisabetta Dugatto, Felice Lungo, Ivana Mannone, Mia Cassando, Michele Iacovelli, Beatrice Burelli
band dal vivo Gianmarco Careddu, Ermanno Dodaro, Paolo Rocca, Roberto Rocchetti 
coreografie Luciano Cannito
scene Rinaldo Rinaldi
costumi Maria Filippi
direzione musicale Giovanni Maria Lori
realizzazione musicale Pino Perris
vocal trainer Ivan Lazzara
regia Arturo Brachetti e Luciano Cannito 
produzione Fabrizio Di Fiore Entertainment
Vicenza, teatro Comunale, 7, 8 dicembre 2024

www.Sipario.it, 10 dicembre 2024

Due grandi artisti, un bel libretto e tanta buona musica sono a capo di questo progetto, e che artisti: Arturo Brachetti e Luciano Cannito. Trasformista unico e artista internazionale uno, grande coreografo e regista teatrale l’altro, sono un’accoppiata vincente per Cabaret – Il musical, anche grazie a chi con loro a questa operazione collabora. Abbiamo visto lo spettacolo a Vicenza, teatro Comunale, ormai sempre più nel Veneto punto di riferimento per questo genere (i più grandi spettacoli di musical infatti è qui che si possono vedere). L’ambientazione è quella berlinese degli anni Trenta, con sentori grigi e inquietanti di un cambiamento a venire, nonostante all’estremo Kit Kat club sia festa ogni giorno, senza limiti. Il locale infatti è un ritrovo all’eccesso per chi vuole spassarsela, quasi si sentisse che conviene prenderci dentro perchè qualcosa sta avvenendo, e cambierà la storia. Ovviamente quello spassarsela alla grande passa, tra gli altri aspetti, anche per il sesso e le sue diramazioni, dichiaratamente mostrato come simbolo pregnante del divertimento godereccio ed estasiante. L’importante è non solo fare festa, ma stare dentro la stessa, sempre, ed è un modo per salvarsi. La storia è ispirata a un reale accadimento, e non si fa fatica a credere che tutto quello che si vede sia davvero avvenuto, tra splendori, godimenti, miserie umane, tutto messo in luce accanto ai sentimenti puri. Ci sono amori che iniziano e terminano, velleità artistiche, rancori e un odio verso il genere umano che pian piano si impossesserà della storia, Cabaret infatti lo fa intuire attraverso quei momenti quotidiani che riguardano i protagonisti, una città tutta, e a voler vederla tutta un intero Stato. Si incontrano a Berlino l’americano Clifford, scrittore arrivato in Europa, la sua fidanzata a venire, la ballerina Sally, l’affittacamere Fraulein Schneider, il commerciante che a lei ambisce Herr Schultz e il viscido Ernst Ludwig, lanciato verso il potere e il malaffare. Accanto a loro gli spumeggianti e istrionici ballerini del locale, e il filo conduttore di tutto, un eccelso, straordinario Arturo Brachetti che fa EMCEE, il Maestro delle Cerimonie del locale. Che poi è colui che si illude che tutto è o dev’essere wunderbar, ovvero meraviglioso. La trama e i suoi personaggi hanno nel loro destino quello del crescente potere nazionalsocialista e dell’avvento del nazismo, periodo tragicissimo dell’umanità. Per dirla in breve, ciò che poteva essere della storia, il bello, non si compie, a causa dell’ottusità e del maledetto pensiero umano che si rovina da sé, gettando nel baratro e nella guerra milioni di persone. E il Kit Kat club alla fine dura finchè può. Brachetti e Cannito propongono uno spettacolo che non ha difetti, con coreografie e canti di bellezza. Accanto a Brachetti, sorprendente cantante e sempre inarrivabile trasformista, è ottima Laura Galigani, che interpreta Sally e le dà leggerezza amara e ottime intonazioni nelle canzoni, e una brava Giulia Ercolessi (Fraulein Kost). Di scuola teatrale valida sono Simonetta Cartia, Tony Mazzara, e Niccolò Minonzio, e si vede, e tutto il corpo di ballo dimostra grande passione e professionismo; è una bella idea vedere poi i musicisti che suonano dal vivo praticamente ininterrotti nella parte superiore della gran bella scenografia. La musica di John Kander fa il resto, ed è da citare il bel lavoro di traduzione e adattamento di Luciano Cannito. Una festa, insomma, nella quale solo gli assenti hanno avuto torto di non esserci. La scena finale rimescola e rigetta oscure ombre nella sua bellezza, ed è da brividi. Naturalmente, e non poteva essere diverso, molto forte il consenso ottenuto.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Martedì, 10 Dicembre 2024 10:25

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