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BENEDETTA….PRIMAVERA - PAVEL HAAS QUARTET

Quartetto Pavel Haas Quartetto Pavel Haas

Veronika Jaruskova, violino
Marek Zwiebel, violino
Luosha Fang, viola
Peter Jarusek, violoncello
PROGRAMMA
Franz Schubert, Quartetto per archi n. 15 in sol maggiore, D. 887
Antonin Dvoràk, Quartetto per archi n. 13 in sol maggiore, op. 106
Teatro Comunale Giuseppe Verdi Salerno, Chiesa di San Giorgio 4 giugno 2022

www.Sipario.it, 15 giugno 2022

Cosa c’è di più magico di un quartetto che sa suonare come pochi? Il Pavel Hassel Quartett è oggi uno degli organismi cameristici fra i migliori e questo è frutto di un lavoro continuativo sui vari aspetti del fare musica da camera. Arrivati a Salerno per l’ultimo concerto celebrativo del 150 del Teatro Verdi, il Quartetto ha esordito con uno dei capolavori della letteratura per quartetto d’archi ovvero il D 887 di Franz Schubert. Composizione di alto magistero compositivo, di una ricercatezza unica ed irripetibile. In questa opera il compositore viennese riesce a metterci dentro anni di esperienze sonore, di ricerche e di colori della propria interiore tavolozza. Il risultato è spettacolare, la musica vola alta grazie anche all’atmosfera perfetta della Chiesa di S. Giorgio, acusticamente un vero volano di prim’ordine per far sentire tutte le parti, tutti i suoni. Le pagine scritte da Schubert hanno in sé quella perfetta malinconica che è tanto presente nelle sue opere, soprattutto nelle ultime. In particolare il terzo tempo è una ricerca interiore d’intenti, di necessità, di sofferenze. E’ un movimento in cui la ricercatezza tocca punti altissimi nella scrittura. Non c’è tema di sbaglio. Assolutamente. Ed è commovente ascoltare i componenti del quartetto partecipi della malinconia di Schubert, una sorta di redenzione di mondi interiori troppo profondi per essere eseguiti da tutti. Su un binario che porta a panoramiche più lievi è quello di Antonin Dvorak, grande autore di musica da camera e di quartetti appunto come l’op. 106. Nella sua ricerca Dvorak ha saputo coniugare il passato con il suo presente e i riferimenti ad un non tanto passato romanticismo, sono bene evidenti. Spontaneità tematiche, proposte sempre nuove, fanno di questo Quartetto, un vero Trans Europ Express della musica. E’quindi un viaggio, dolcemente interessante ed accattivante. Che dire del Quartetto Pavel Haas se non che sono eccezionali, come è ben evidente da ciò che è stato scritto in apertura. Non lo si scrive per altro motivo se non per dire che è veramente un onore ascoltare una compagine così affiatata ed amabile. Si sente che fra di loro corre un filo unico che li unisce, in tutte le espressioni, nei respiri comuni, nell’idea giusta di gruppo. Bravi è poco da scrivere, così come il pubblico ha esaltato il loro lavoro con applausi di grande afflato. Così come è giusto che sia.

Marco Ranaldi

Ultima modifica il Mercoledì, 15 Giugno 2022 08:15

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