Mariolina Diana e Michele Raga (a cura di) POLAR 2.0 Edizioni Il Foglio, Piombino (LI), euro 15.00, pp.266 (CINEMA - Alberto Pesce)
Anche nel nuovo millennio, il polar, poliziesco + noir, è genere transalpino d'eccellenza. Non se ne ha eco in Italia, secondo Mauro Gervasini, per sfiducia di distributori, fine di coproduzioni, disinteresse di pubblico. Ma il volume collettaneo di Mariolina Diana e Michele Ruga ne riscontra l'effervescente energia incanalandone analisi su un triplice percorso, tematiche sociali, attualizzazione di immaginario, scivolate oltre il genere, come, ad es. il bel L'uomo del treno di Patrice Leconte o Notre jour viendra di Romain Gavras. Tra "idee, concezioni e ossessioni provenienti dalla poetica del regista", Gervasini evidenzia il forte impatto di Polisse della Maiwenn tra orrori della pedofilia e vissuto di una Brigata Protezione Minori, Raga quel cinema di Jacques Audiard, in cui fa spicco "la ricchezza e la complessità de Il profeta", Adelina Preziosi lo "schiaffeggiante" sguardo di Paul Richet sulla "babele del crimine" nelle due parti di Nemico pubblico n.1, Alessandro Baratti Le petit lieutenant "frutto maturo della poetica di Xavier Beauvois", e Roberto Chiesi il Roberto Succo e Luci nella notte di Cédric Khan dove "le parole diventano sintomi della deriva irrazionale dell'io". Mentre fanno nicchia a parte tre icone attoriali, Vincent Cassel, Daniel Auteuil, Jean Reno, tra codici e modelli con cui attualizzare schemi tradizionali, Claudia Cassotti studia la personale lettura che Alain Bévérini fa del romanzo di Jean-Claude Izzo Total Kheops, Fulvio Fulvi i poliziotteschi di Olivier Marchal con qualche influsso del noir americano, Baratti, oltre agli otto episodi della serie tv Braquo, la capacità di Frédéric Schoendoerffer di cogliere "le peculiarità strutturali del banditismo francese", e Mari Molinari quel "polar violento e ben articolato" che è L'immortale di Richard Berry.
Alberto Pesce
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